Di Luca: ora le classiche poi inseguirò la maglia rosa

| 11/04/2005 | 00:00
Danilo Di Luca torna a parlare del Giro dei Paesi Baschi e dei suoi futuri programmi. «È la squadra nel suo insieme che sta andando veramente forte. Abbiamo incominciato bene con Cipollini ed abbiamo proseguito poi con Pellizotti. Adesso è arrivata questa mia importante affermazione in una corsa prestigiosa come il Giro dei Paesi Baschi. Speriamo di continuare così anche sulle Ardenne e poi al Giro d’Italia con Garzelli e Cioni. A tutto questo contribuisce un ambiente sereno, un contesto di assoluta tranquillità favorito da un insieme di componenti, direttori sportivi, manager e sponsor». Serenità, ma frutto anche di uno specifico lavoro svolto nell’inverno ed ottimizzato forse nella trasferta in Messico nel mese di febbraio. «Sicuramente. È stato fatto un ottimo lavoro che adesso sta dando i suoi frutti. La condizione è cresciuta secondo i programmi». Se alla Tirreno-Adriatico si aspettava un tuo successo che non è arrivato, in Spagna sei stato davvero bravo su tutti i terreni: esplosivo in volata ed in salita ed ottimo a cronometro. È stata proprio l’ultima frazione contro il tempo, nella quale facendo meglio dei tuoi più pericolosi avversari in classifica generale, hai potuto porre il tuo sigillo sulla corsa basca. «Valverde è stato bravissimo negli sprint, ma credo che nella seconda tappa, se non fossi partito troppo lungo avrei potuto bissare il successo del giorno prima. In volata negli anni passati, ero riuscito a battere anche avversari come Zabel, in una Vuelta di qualche anno fa. Per quanto riguarda la cronometro, sono finalmente riuscito ad esprimermi ad un buon livello come riuscivo a fare spesso tra i dilettanti. Vorrei ricordare che nella prima parte, della gara si trattava di un percorso piatto e dritto, tipico per specialisti. Anche in questo caso credo mi abbia aiutato il lavoro svolto quest’inverno, specifico per le cronometro». L’anno scorso sei stato sempre brillante protagonista sia alla Amstel Gold Race che alla Freccia-Vallone, dopodichè, una fastidiosa infezione ti costrinse a dare forfait alla Liegi-Bastogne-Liegi. Adesso, avrai modo di tornare a queste gare con questa vittoria in dotazione e con una maggiore serenità. Quali prevedi che siano i tuoi maggiori avversari? «Rebellin su tutti. Stando a quello che ho visto al Giro dei Paesi Baschi, ritengo Davide l’uomo da battere». Più di Valverde? «Sì, senz’altro. Valverde è forte in volata, ma in salita c’erano cinque o sei corridori tra i quali Cunego che andavano più forte di lui. In quelle gare andar forte in salita sarà determinante». E come sarà il tuo Giro d’Italia? «Il mio obiettivo al prossimo Giro sarà, oltre ovviamente ad aiutare la squadra, valutare quello che potrò fare già dal prossimo anno. Per i primi dieci giorni avrò il mio spazio nel quale cercherò di vincere almeno una tappa e provare ad indossare anche la maglia rosa. Nell’ultima settimana, visto che sono partito a tutta già dalla Milano-Torino dello scorso marzo, sicuramente subirò un calo di condizione e a quel punto mi metterò al servizio di Garzelli e Cioni». Roberto Sardelli
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