Da «La Gazzetta». Quelle Continental senza passaporto biologico

| 24/04/2009 | 12:36
ALPE DI PAMPEAGO (Trento) Ha messo un pezzo di nastro adesivo nero sul computer prima di partire. Alla mente è tornato Marco Pantani. A quel giorno che il Pirata, salendo verso Montecampione, si levò il brillantino dal naso e lo gettò via. Era il Giro del ’98, Marco non riusciva a staccare il russo Pavel Tonkov. Quel gesto, prima dell’attacco decisivo, sembrò di liberazione. Divenne l’immagine simbolo di quell’impresa. Ecco, il nastro nero di Ivan sul display, pur con le dovute proporzioni, può essere interpretato allo stesso modo: liberazione.
Basso ieri non ha fatto calcoli di watt e battiti cardiaci, non ha seguito l’andatura che gli suggeriva lo strumento. Ha corso seguendo l’istinto, il cuore e la sua voglia di spaccare il mondo, di spianare le salite a colpi di pedale.
L’impresa non gli è riuscita del tutto, visto che a vincere è stato Niemiec, un polacco di 29 anni che fa parte della Miche, una squadra Continental, quindi di terza fascia. Particolare non secondario perché queste squadre non aderiscono al passaporto biologico. Tradotto significa che per loro esiste un sistema di controlli antidoping molto più blando, quasi nullo. Ma il ciclismo di oggi è questo. Si può essere avversari pur gareggiando con regole differenti.
Basso ieri ha chiuso al secondo posto a 22" dal vincitore ma ha «fatto» la corsa. O, per dirla con le parole del c.t. Franco Ballerini presente sul traguardo «Ivan ha frantumato il gruppo con quattro accelerazioni in salita devastanti».
Kloeden ha ceduto 2’38" e in maglia c’è ora il suo compagno, lo sloveno Janez Brajkovic, 5° al traguardo a 1’01". Ma Ivan gli è addosso visto che tra i due ci sono solo 4". Simoni ha perso 45" dal vincitore, Garzelli 1’49", Di Luca 1’50", Bruseghin 3’24", Pellizotti 3’40". Insomma, a Basso è mancato il colpo del k.o. ma ha rifilato una bella castagna ai suoi avversari.
«Sono molto contento - afferma ancora col fiatone e le gocce di sudore che gli grondano dal viso - perché sono convinto di avere fatto un’ottima prova dopo una discreta crono».
Ci sono risvolti che aumentano l’ottimismo del varesino. «Sono un corridore di fondo, vuol dire che rendo bene nelle tappe lunghe e con più salite. Invece questa era una tappa corta e con solo la salita finale, adatta a corridori esplosivi. Poi lo scorso anno durante il Tour ho fatto uno stage in altura allo Stelvio e i benefici ho cominciato a sentirli dopo 10-12 giorni. Ho quindi la fondata speranza di avere ancora margini perché non ho ancora completamente assimilato i carichi di allenamento».
La tappa è stata animata da una fuga di sette tra i quali s’è rivisto un pimpante Grabovskyy. La Liquigas ha tenuto la situazione sotto controllo e da Tesero la corsa è entrata nel vivo. La maglia verdeblù di Ivan è apparsa subito davanti. «Pampeago sono 7 km di salita vera, impegnativa - prosegue -. Prima ha lavorato la squadra, gli ultimi quattro chilometri li ho tirati tutti io. Certo ai 1500 metri Niemiec, che è sempre stato a ruota, è partito come una molla, ma pazienza. Sono andato molto bene».
Il distacco minimo dal leader della generale impone anche una riflessione sulle ambizioni in questa corsa. «Ci sono ancora due tappe dure dove spero di essere protagonista», conclude.
Da ieri Ivan e si suoi tifosi hanno la legittimazione dei fatti a tante speranze. Basso è tornato. Sudore e fatica gli stanno ridando credibilità. Ed era proprio la risposta che il corridore della Liquigas voleva dal Trentino.

da «La Gazzetta dello Sport» del 24 aprile, a firma Claudio Ghisalberti
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COMMENTI
Sempre pronti a sparare senzente!!
24 aprile 2009 13:02 hammet
Magari il rpoblema del doping fossero le continental basterebbe eliminarle per non avere più prblemi...invece non è così.
Chi parla di doping di pasaporto biologico e di controlli dovrebbe almeno sapere di cosa parla, lei parla di squadre di terza fascia di pochi soldi e pochi controlli, beh sa quanto costano le pratiche dopanti(vedi confessioni di Millar)? Sene ne fosse a conoscenza saprebbe che i "ricchi" possono permettersi molte più "cure"!!!
E poi cosa si vuol far credere che chi è arrivato 2°, 3° 4° o 10° è pulito?
Basta con l'ipocrisia applaudiamo Niemec invece di alimentare inutili dubbi, applaudiamo il 2° il 3° e così via tanto APPARTENGONO TUTTI AL MEDESIMO MONDO!!!

equazione
24 aprile 2009 19:26 rufus
Non trovo per niente giusta l'equazione squadra Continental = doping più facilmente utilizzabile. Ricordo che, in barba ai vari passaporti biologici, sono sempre tanti i corridori ProTour che vengono beccati in flagrante. La presunzione di innocenza deve valere per tutti fino a prova contraria, piuttosto bravo a Niemec che comunque è un corridore piuttosto interessante.

Ci vogliono solo regole....
24 aprile 2009 21:39 lgtoscano
Bisogna fare delle regole e basta, se le squadre continental corrono è giusto che possino anche vincere e senza essere giudicate con l'ombra del doping, cosè se non vincono allora vanno bene? aaaaaa si deve dire loro allora...vi facciamo correre ma non dovete vincere..mi sembra una cavolata.
Allora ho facciamo delle regole chiare che alle gare partecipano tutti quelli che sono in certe regole oppure finiamola di buttare fango su questo sport inutilmente.

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