Guffanti: sono uno sponsor del Gp Nobili e vi dico che...

| 20/04/2009 | 13:22
Gentile Redazione,
mi permetto di scrivervi in merito agli articoli apparsi sul Vostro autorevolissimo sito in merito al G.P. Nobili Rubinetterie svoltosi ad Arona sabato 18 Aprile 2009. Scrivo in veste di sponsor della manifestazione (quindi molto vicino agli organizzatori) ed appassionato.
La gara è stata anticipata ad Aprile rispetto alla consueta data di fine Agosto con l'idea di creare un'ottima occasione di test ed "allenamento" per tutti coloro che parteciperanno al Giro d'Italia. Infatti è stata corsa dura da subito. Lo posso testimoniare in prima persona poichè ho avuto la fortuna di percorrere in ammiraglia il tratto da Suno ad Arona ed i primi due giri del circuito "aronese".
Il tratto da Suno ad Arona, interamente pianeggiante, è stato percorso ad andatura "folle" (mai meno di 55/60 km. orari, in discesa ad Oleggio Castello abbiamo "toccato" i 110 km. orari) ed i primi due giri che ho potuto vivere in presa diretta  sono stati fatti ad una media non inferiore ai 45 orari. Il circuito prevedeva l'ascesa al San Carlone, l'ascesa a Magnete (con uno "strappetto" al 18%) e l'ascesa a Montrigiasco. Il tutto "condito" dalle relative discese, molto tecniche e tortuose. E' un circuito senza un metro di pianura (per altro già teatro del campionato italiano del 1999 vinto da Commesso). Se si aggiunge che il chilometraggio finale sfiorava i 200 km., ci si rende conto di che tipo di gara è.
Ora, considerando quanto descritto e il fatto che si tratta di una gara in circuito (dal mio punto di vista molto spettacolare per il pubblico e logisticamente comoda per squadre meccanici e corridori) trovo abbastanza normale che si sviluppi come una gara "ad eliminazione" in quanto una volta staccato rientrare è quasi impossibile.
Se si aggiunge che normalmente nelle corse in linea la partenza non è mai "sparata" come in questo caso e soprattutto c'è spazio per riorganizzarsi e rientrare (non in questo caso poichè dopo 29 km. fatti a tutta si cominciava il circuito) si capisce perchè siano arrivati in 40 al traguardo.
Altro discorso va fatto per l'interpretazione che squadre "grandi" e "piccole" danno di questa corsa. E' vero, forse nel gruppo qualche corridore all'altezza non c'è, ma devo dire che sabato se non era per le squadre così dette piccole di spettacolo se ne sarebbe visto poco.
Il quartetto formato da Bole, Baliani, Grivko ed Ermeti ha fatto una grandissima azione e dietro, credetemi perchè ero presente, si sono dannati l'anima (il gruppo era sempre in fila indiana) per cercare di andarli a riprendere, quindi secondo me lo spettacolo c'è stato ed anche di alto livello. Che poi arrivino in 140 o in 40 questo è indipendente dallo spettacolo offerto o meno (ricordo al Tour, l'anno che fu maglia gialla Voeckler, con la fuga bidone se avessero rispetato il tempo massimo il 70% del gruppo sarebbe tornato a casa con tutti i protagonisti più attesi, che spettacolo indecorso! Ed eravamo al Tour!). Meglio avere piccole squadre agguerrite che sentono la corsa che squadroni che si presentano con le terze linee e fanno solo presenza. Quando un campione è in partenza, il pubblico vorrebbe sempre vederlo lottare per la vittoria, sia che si tratti del Tour sia che si tratti del G.P. Nobili, e non fare solo un buon allenamento.
Quindi, dal mio punto di vista, sì alle grandi squadre anche in corse magari non importantissime come il G.P. Nobili (animato comunque da un comitato organizzatore che incontra gli stessi problemi delle grandi corse e che si "sbatte" tutti gli anni per presentare una gara sempre più interessante e farla quindi crescere) ma che onorino al meglio portando campioni motivati. Sì anche alle piccole squadre che giocano di rimessa e sono sempre molto agguerrite (ne guadagna lo spettacolo) sperando che poi queste siano anche "solide" e ben organizzate. Ma questa, ahimè, è un'altra storia.
Spero vivamente possiate pubblicare sul Vostro prestigioso sito questa mia e-mail perché mi piacerebbe aprire una sorta di dibattito su questo argomento.
Grazie mille per l'attenzione che vorrete darmi.

Giovanni Guffanti Fiori
Luigi Guffanti Formaggi 1876
www.guffantiformaggi.com

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COMMENTI
ben detto
20 aprile 2009 13:44 under23
Ha ragione il signor Guffanti, non basta appartenere a un grosso team per essere un ottimo corridore ma è anche vero che certe squadrette continental straniere che non presentano alcun corridore di rilievo nei loro organici vengono invitate a queste corse mentre non riescono ad essere protagoniste nemmeno nelle gare di categoria 1.2 che poi qui in Italia sarebbero le internazionali elite/under23

20 aprile 2009 17:06 ciceinge
Secondo me lo spettacolo nel ciclismo non viene dalle velocità folli o dalle alte medie, specialmente se a movimentare la corsa sono corridori sconosciuti perchè ti viene spontaneo il dubbio che si siano aiutati in modo illecito

......per ciceinge!
20 aprile 2009 18:26 53x13
sei proprio patetico!! perche' un corridore e' sconosciuto e' obbligato ad andar piano???!! pensi che solo gente che si chiama basso-armstrong-cunego...ecc. sia in grado di allenarsi e di frare sacrifici per questo sport che per questi ragazzi e' anche lavoro??!!
o bisogna sempre accostare il forte al ...doping!!
perche' il ciclismo questo ' diventato..... vero sig ciceinge??
anche i vari - ballan-bettini-ecc... erano sconusciuti da giovani...vero??? ma per non mi sembra sia giusto,corretto e se vogliamo usare la parola che tanto pice al nostro mondo etico affiancare il sospetto di chi vada forte al doping....e' un'ipocrisia!!!
altrimenti ce ne stiamo casa a giocare alla play station e non ad amare questo sport.

21 aprile 2009 16:28 ciceinge
Vedo che c'è chi ancora crede alle favole di Biancaneve e Babbo Natale.
Non si diventa nel ciclismo fenomeni da un giorno all'alto ma dopo anni di sacrifici. I professionisti noti in genere sono vincenti già da dilettanti. forse eccezione è Ballan che però sono già anni che offre prestazioni costanti di alto livello

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