
Kigali e il Ruanda sono pronti ad accogliere il mondo e lo faranno durante la prova iridata, che inizierà il prossimo 21 settembre. Si stima la presenza di oltre 10 mila tifosi stranieri, non pochi se si pensa che il Ruanda è un paese che sta ancora crescendo. Non si parla più di rivolte ai confini con il Congo e il genocidio degli anni Novanta fa ormai parte del passato: il Ruanda adesso è pronto ad accogliere i primi Campionati del Mondo di ciclismo su strada del continente africano.
In trent'anni dal genocidio del 1994 contro i Tutsi, nel quale vennero uccise circa un milione di persone, il Ruanda non solo si è ripreso, ma ha anche compiuto notevoli progressi e oggi l’Africa lo considera uno dei paesi più sicuri del continente. Non è facile ospitare un evento importante come un Mondiale di ciclismo, ma il Ruanda è riuscito in questa impresa, scrivendo una delle sue pagine più belle.
Bisogna ripercorrere la storia sportiva di questa nazione, per capire il percorso e quanto impegno sia stato messo per arrivare alla prova iridata. Fino alla fine degli anni Novanta, il Ruanda era ben lontano dall’immaginare cosa sarebbe accaduto nel 2025, perché le immagini del genocidio hanno faticato a dissolversi nel tempo. Il viaggio verso il mondiale è iniziato tanti anni fa, quando nel 2008 il paese ha ospitato il suo primo Tour du Rwanda e alcune gare regionali che avevano riunito atleti dei Paesi confinanti come Burundi, Tanzania e Uganda.
Nell'aprile 2018 l'allora presidente dell'organo di governo del ciclismo ruandese (Ferwacy), Aimable Bayingana, aveva esposto il suo sogno: portare il Campionato del Mondo di ciclismo su strada in Ruanda. Il sogno pian piano iniziò a prendere forma e a consolidarsi proprio quell'anno, quando l’UCI ha accettato la candidatura del paese delle mille colline. Tornando alla sua storia, il Ruanda con la sua gara ciclistica ha dimostrato di saper crescere e migliorarsi ogni anno: nata nel 2008 come gara 2.2, nel 2019 è passata a 2.1, diventando la seconda corsa su strada più importante del continente dopo La Tropicale Amissa Bongo in Gabon.
Questo convinse Aimable Bayingana che il Ruanda meritasse di più e, dopo essere stato eletto alla guida della federazione per il terzo mandato nel 2018, dichiarò la sua intenzione di candidarsi per i Campionati del Mondo.
«Uno dei miei obiettivi principali era la candidatura per i Campionati del Mondo – ha raccontato in una recente intervista Aimable Bayingana – Sapevamo di avere il supporto dell'UCI e della Confederazione Africana di Ciclismo (CAC) e speravamo di poter vincere, quando la nostra candidatura sarebbe diventata effettiva».
Bayingana è stato saggio ed ha saputo aspettare che il Paese e il ciclismo crescessero e si rafforzassero tanto che lui stesso disse che avrebbero avuto bisogno di tempo per realizzare il sogno iridato.
«All’inizio della nostra avventura sapevamo che non potevamo essere pronti ad ospitare il Mondiale nel 2018 e che non lo saremmo stati neanche l’anno successivo, ma sapevamo che il nostro sogno si sarebbe realizzato. Per questo avevamo voluto guardare avanti fino al 2025».
Dopo che Bayingana aveva manifestato l'intenzione del Ruanda di ospitare i Campionati del Mondo a Kigali, la candidatura ottenne il voto di fiducia del presidente dell'UCI David Lappartient, convinto che prima o poi l'Africa avrebbe avuto l'evento.
Nel settembre del 2019 dopo aver ospitato per la prima volta il Tour du Rwanda nella categoria 2.1, Bayingana, accompagnato dall'allora Segretario Permanente del Ministero dello Sport John Ntigengwa, ufficializzò la sua dichiarazione, presentando la candidatura del Ruanda per i Campionati del Mondo di ciclismo su Strada l’undici settembre.
Sebbene Bayingana si sia poi dimesso, il suo successore Abdallah Murenzi - all'epoca della candidatura segretario generale della FERWACY - portò avanti quella visione di portare il campionato di ciclismo in Ruanda. Due anni dopo, il Ruanda aveva avuto ragione, aggiudicandosi l'assegnazione della prova iridata e superando la dura concorrenza da parte del Marocco, che come il Ruanda desiderava diventare la prima nazione africana a organizzare un mondiale. Il paese dalle mille colline adesso avrà la possibilità di vedere realizzato quel progetto nato tanti anni fa.
La strada è stata quasi tutta in salita e nei primi mesi di quest’anno erano ancora in tanti a credere che l’Africa non sarebbe riuscita a scrivere questa pagina di storia. Ora invece ci siamo: dal 21 al 28 settembre tutto il mondo guarderà il Ruanda e Kigali che in quella settimana cercheranno di mostrare la loro immagine più bella e moderna, quella di una nazione che è cambiata radicalmente e oggi è pronta a ispirare i giovani di un continente che vuole confrontarsi con l’Europa, l’Asia e gli Stati Uniti.