
Dopo aver vinto la prima tappa a Torino, indossando la maglia rossa di leader della corsa e dopo il successo a Saragoza, Philipsen è stato il più veloce anche sul traguardo della diciannovesima tappa, lasciandosi alle spalle Mads Pedersen (Lidl-Trek) e Orluis Aular (Movistar).
«È una bella sensazione tornare a vincere qui: è stato difficile andare di nuovo così in fondo al sacco delle energie, ma vincere è veramente bello».
Per qualche attimo sembrava che il fiammingo non sarebbe stato tra i protagonisti della volata, perchè a tre chilometri dal traguardo non era ancora nella giusta posizione per disputare lo sprint. Al momento giusto, il treno Alpecin-Deceuninck si è fatto avanti e ha posizionato perfettamente Philipsen, che poi è stato il più veloce sul traguardo. «È stato davvero un lavoro di squadra. I miei compagni hanno lavorato benissimo per tutta la Vuelta, e Jonas Rickaert ed Edward Planckaert stanno correndo alla grande. Non potrei essere più soddisfatto».
Questa Vuelta non è una passeggiata per i velocisti. Gli ultimi giorni in montagna si sono fatti sentire e qualcuno aveva pensato che Philipsen non sarebbe arrivato a Madrid. «Non vedo l'ora di arrivare alla fine, perché sono state tre settimane difficili. Quello di oggi è stato un finale molto impegnativo, e dopo 11 giorni senza sprintare mai mi ha fatto davvero male. Ma per fortuna ho visto il traguardo e sono riuscito a tirare fuori tutto quello che avevo. È fantastico».
Domenica, a Madrid, ci sarà un'ultima possibilità per i velocisti e il fiammingo cercherà di conquistare anche l’ultimo traguardo della corsa. Philipsen non ha mai partecipato alla classifica per la maglia verde e sarà Mads Pedersen a indossarla a Madrid per la cerimonia finale. «Cercherò sicuramente di mettere la ciliegina sulla torta e non sarebbe male tornare a casa con 4 vittorie in questa corsa».
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