
Al Grattacielo della Regione Piemonte che ha accolto la prima sala stampa della Vuelta a España numero 80 che compie 90 anni non si sussurra d’altro. Se ne parla, ma a bassa voce. Molto bassa, ma è impossibile non intercettare parole di smarrimento, non certo di rabbia, perché comunque vada l’operazione Vuelta sarà un successo. La corsa sarà irradiata in tutto il mondo, certo che le tappe italiane saranno viste da pochi intimi, perché come sappiamo bene i diritti ce li ha solo Eurosport, che da luglio ha traslocato dalla piattaforma Sky per trasferirsi a casa propria - quella Discovery - e poi su quella Dazn. La Rai? Nulla, non può fare nulla.
In verità tra i bisbigli ci arriva all’orecchio la possibilità mancata da parte di mamma Rai di mandare in onda in forma assolutamente gratuita le prime quattro tappe. A quando pare il direttore di Rai Sport era più che d’accordo, ma qualche dirigente della tivù di Stato ha stoppato l’operazione. Per la serie: non ci possiamo permettere di tirare la volata ad Eurosport per poi lasciare la corsa dopo pochi giorni.
Di contro colpisce il fatto che nulla possa fare Discovery, che detiene i diritti e potrebbe mandare le “tappe italiane” in chiaro sul 9, ma anche in questo caso ogni nostra considerazione è superflua. Ci sono stati mesi per provare a sistemare le cose ed è chiaro che è molto difficile arrivare ad una soluzione proprio sul filo di lana, anche se la speranza è l’ultima a morire. Un po’ come la nostra passione per questo sport che si ostinano a maltrattare.