ADDIO A GIULIO RICCIARDI: CORRIDORE, ORGANIZZATORE, MECENATE MA SU TUTTO "AMICO DEL CICLISMO". GALLERY

LUTTO | 22/11/2024 | 08:13
di Massimo Lagomarsino

Si è spento serenamente nel pomeriggio di ieri, giovedì 21 novembre, nella sua abitazione di Genova Nervi. Giulio Ricciardi, 91 anni. A Genova c'è un antico modo di dire: "E' più conosciuto dell'er ba betonica" per indicare una persona molto nota in quanto dalle nostre parti la pianta è particolarmente diffusa. Detto che ben si addice a Giulio che nel mondo del ciclismo era un personaggio conosciutissimo, generoso come pochi, un carattere allegro e cordiale, un grande mecenate.
Imprenditore edile, per circa mezzo secolo è stato protagonista in veste di atleta, dirigente e organizzatore. Il suo vezzo era affermare di aver corso come "Indipendente" nella squadra della GBC, dove nelle ultime stagioni da professionista ha militato il suo grande amico Imerio Massignan. Ricciardi ha gareggiato per molti anni nell'Enal Dace, poi diventata Udace, era un buon velocista, ma se la cavava bene persino in salita. A Nervi e Savignone organizzava diverse corse amatoriali, in memoria del figlio Corrado, alle quali non mancava mai Gino Bartali.
Ma Ricciardi dava il meglio di se nelle corse "Gentleman" che un tempo erano molto di moda. In autunno e inverno, soprattutto nella Costa Azzurra, le gare "Gentleman" potevano contare sull'affetto di un pubblico numerosissimo. Ma anche in Italia hanno avuto il suo momento d'oro. Si trattava di cronometro a coppie, una sorta di Trofeo Baracchi, formate da un cicloamatore e un professionista. Ricciardi per rendere la vita dura ai francesi, veri specialisti, ingaggiava i migliori e riusciva a vincere. Tra i suoi partner, tanto per citare i più famosi, Felice Gimondi, Franco Bitossi, Ole Ritter, Aldo Moser, Serge Parsani e tanti altri.
Era amico di tutti i professionisti per i quali organizzava battute di caccia in apposite riserve nel basso Piemonte. Non mancava mai un altro suo grande amico Adriano De Zan che poi ricambiava il favore invitandolo sul palco di tante classiche. Se una squadra si trovava dalle parti di Genova, immancabile erano tutti suoi ospiti. Amico di Francesco Moser, Gianni Bugno, Claudio Chiappucci, G.B. Baronchelli, non c'era professionista che non conoscesse Ricciardi.
E' stato presidente della Ciclistica "Quinto al Mare" che giusto nel 2025 festeggerà mezzo secolo di attività. Da tempo le condizioni di salute non erano delle migliori, non usciva di casa, ma riceveva volentieri gli amici, l'argomento, manco a dirlo, era sempre il ciclismo che seguiva quotidianamente alla televisione. Quest'anno il Giro d'Italia,  nella 5a tappa, la Genova - Lucca, era transitato davanti a casa, aveva visto dal balcone di casa con interesse il transito dei girini anche se i tempi in cui sarebbero stato al seguito su qualche "ammiraglia" erano ormai lontani.
La scomparsa di Ricciardi lascia un vuoto incolmabile, il ciclismo gli deve molto, generoso, altruista, disinteressato, vulcanico, unico, irripetibile. "Quante gare abbiamo disputato e vinto in coppia durante l'inverno sulla Costa Azzurra - racconta Serge Parsani - per me era una sorta di fratello maggiore, non a caso quando mi sono sposato ho voluto che fosse il mio testimone di nozze, poche persone erano generose e altruiste come Giulio"  
Il funerale sarà celebrato nella chiesa di Santa Maria Assunta di Genova Nervi alle ore 11 di domani, sabato 23. Al termine della cerimonia la salma sarà tumulata nella cappella della famiglia Ricciardi nel cimitero di Genova Nervi.


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COMMENTI
Un amico che amava la bicicletta
22 novembre 2024 09:08 canepari
e corso tanto, anche qualche corsa nell’orbita della GBC. Non ha mai vinto niente di importante però ha vissuto nel cuore di tanti amici che ne hanno apprezzato la generosità, la simpatia, l’umorismo a volte inglese, a volte genovese, scherzoso e perculante come solo lui in realtà sapeva essere. Un grande mecenate del ciclismo ligure ma non solo… Tutti volevano bene a Giulio e lui voleva bene a tutti anche a chi non era un campione ma correva in bicicletta. Infinito il numero di raduni, manifestazioni di Glorie del Ciclismo e corse a cui ha dato vita sostenendo le squadre dei puri nel nome del giovane figlio Corrado che aveva perso anni fa’. Ma tutti noi siamo stati suoi figli. Molti di noi saranno a salutarlo e a sostenere la bara. Niente meglio che garretti e polmoni forti per l’ultimo viaggio.

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