BERNAL. «NON SO QUAL E' LA MIA CONDIZIONE, NON HO MAI FATTO DUE GRANDI GIRI»

VUELTA | 13/08/2021 | 09:53
di Francesca Monzone

Egan Bernal arriva alla Vuelta con la maglia rosa in tasca ma vuole essere cauto e, dopo i problemi alla schiena e il Covid, ammette di non essere nelle condizioni migliori per poter conquistare la corsa.


Di certo se il colombiano dovesse conquistare la corsa spagnola, diventerebbe il corridore più giovane di sempre a vincere i tre grandi giri. Sarebbe un nuovo record e il ventiquattrenne della Ineos-Grenadiers entrerebbe in quell’olimpo dove oggi ci sono Jacques Anquetil, Alberto Contador, Chris Froome, Felice Gimondi, Bernard Hinault, Eddy Merckx e Vincenzo Nibali. 


Dopo aver vinto il Giro d’Italia, Egan Bernal ha continuato ad avere problemi lievi alla schiena e ha dovuto fare i conti anche con il Covid-19. «Voglio essere cauto sulle aspettative, anche perché per la prima volta nella mia vita sto facendo due grandi giri nella stessa stagione. Non so come reagirà il mio corpo a questo impegno fisico».

La Ineos-Grenadiers alla Vuelta di Spagna è arrivata con un'armata straordinaria e sono in tanti quelli che punteranno sulla vittoria di Bernal. In squadra Egan ritrova Carapaz, campione olimpico e terzo al Tour, poi ci saranno l’esordiente Tom Pidcock, anche lui oro a Tokyo ma nella mountain bike, ed Adam Yates, che in questa Vuelta potrebbero andare forte. 

«Forse Adam potrebbe essere il nostro leader più fresco – ha ammesso Bernal a Burgos ieri -. Sappiamo che si sta preparando per questa corsa da un anno intero. È ovvio che la sua condizione è attualmente la migliore di tutti. Io mi sono soprattutto riposato dopo la mia vittoria al Giro, ho corso soloa Burgos e il ritmo di gara potrebbe essere un problema per me».

Dopo la vittoria al Giro, Bernal è stato colpito dal Covid insieme alla sua fidanzata ed è stato costretto a fare una quarantena ad Andorra prima di tornare in Colombia. «Se quella positività al Covid influenzerà le mie prestazioni? Onestamente, non lo so. Il Coronavirus è qualcosa di nuovo per tutti noi e nessuno conosce bene le conseguenze. Durante la gara a Burgos non ho sentito ripercussioni sulla mia prestazione. Ma forse dopo la Vuelta avrò un’idea diversa. Sto facendo progressi, ma la mia preparazione è tutt'altro che ideale. Mi sento sempre meglio, ma non voglio parlare di vittoria. Per la prima volta completerò due grandi giri e non voglio sentire pressioni e cercherò di vedere come andrà la corsa giorno dopo giorno».

Va detto però che c'è qualcosa di importante in gioco in questa Vuelta, che va oltre la sola vittoria. Se Bernal riuscisse a vincere sarebbe il corridore più giovane ad aver mai vinto i tre grandi giri, conquistando così le tre corone. Il record è attualmente di Bernard Hinault, che ha completato le tre vittorie nel 1980, all'età di 25 anni. «Sarebbe un sogno che diventa realtà - ha detto Bernal -. Da bambino sognavo un giorno di correre il Tour de France e di vincerlo ed è successo veramente. Ora sogno di vincere i tre Grandi Giri. Sarebbe un grande onore per me entrare a far parte di quel piccolo gruppo di corridori che è riuscito in questa impresa. Se non ci riuscirò a raggiungere questo obiettivo nel 2021, ci riproverò sicuramente più avanti».

Bernal per riuscirci dovrà fare i conti con Primoz Roglic, che invece vuole entrare nel record della corsa, come il corridore che ha vinto tre volte di seguito la Vuelta. «Non ho idea di come battere Roglic - ha chiarito Bernal -, come non so se sarà nella condizione migliore dopo aver vinto la medaglia d'oro a Tokyo. Sul piano tattico c'è poco da dire. Nella prima settimana si tratterà di stare fuori dai guai, nella seconda e soprattutto nella terza settimana le carte verranno mischiate. Si tratta di essere pazienti e colpire al momento giusto, tenendo conto della cronometro finale dove sicuramente Roglic sarà in vantaggio, ma noi ci presentiamo come una squadra forte e abbiamo molte possibilità».

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COMMENTI
Tranquillità
13 agosto 2021 10:20 carloprimavera
speriamo che la stampa lasci correre Bernal tranquillo, perché è un campione assoluto, ma ha bisogno di esprimere il proprio talento senza tonnellate di pressioni.

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