SPORTITALIA. "SNAPS", PANTANI E LA VERITA' DI PREGNOLATO

TV | 28/03/2020 | 08:00
di Marco Pastonesi

Marco Pantani secondo Roberto Pregnolato. Il Panta, il Pantadattilo, il Pirata e il suo massaggiatore. Lo scalatore che veniva dal mare e chi per 14 anni ne messaggiava i piedi, le gambe, la schiena, il collo e forse anche l’anima. Il corridore che per un decennio ha infiammato le strade e l’uomo che ne condivideva muscoli e segreti. Lunedì 30 marzo, alle 20, su Sportitalia, nell’ambito del programma “Snaps” (intervista di Roly Kornblit, regia di Mario Maellaro), 45 minuti in cui Robespierre (Pantani chiamava così Pregnolato) racconta il suo Marco.


Quello di Pregnolato è un punto di vista, seppure privilegiato. E’ una verità, non la verità. E’ anche una visione del mondo particolare, individuale, fatta di conoscenza ma anche di complicità, fatta di amicizia ma anche di interessi. Comunque interessante. In questi 16 anni dalla morte di Pantani, Pregnolato ha sempre ribadito la propria opinione. Qui, stavolta, la precisa: tutto è cominciato “da Madonna di Campiglio”, si è trattato di “un complotto”, e “nessuno lo ha protetto”. Qui, stavolta, Pregnolato fa nomi e cognomi: dal direttore sportivo Beppe Martinelli alla manager Manuela Ronchi, ma anche Felice Gimondi, e poi tutte le istituzioni, dal Coni alla Federciclismo, dalla Mapei ai gruppi sportivi, con un particolare accanimento verso “la stampa, brutta gente, sempre contro”, con l’unica eccezione di “Davide De Zan, un signore”. E perché? “Perché Marco viaggiava fuori dal sistema”.


Pregnolato commette un errore fondamentale, quando sostiene che “si poteva usare l’Epo” per “alzare l’ossigenazione del sangue”. Non è vero. Non si poteva usare: l’eritropoietina era considerata doping. Ma siccome non si riusciva a scoprirla attraverso i test, era stato fissato il limite del 50 per cento (più un altro 1 per cento per compensare l’imprecisione dell’esame) nel valore dell’ematocrito, oltre il quale l’atleta sarebbe stato sospeso non per doping, ma per preservarlo da rischi contro la sua salute. Il sangue, troppo denso, avrebbe potuto provocargli ictus, infarto, embolia. Quindici giorni dopo un caso di positività (o non negatività), l’atleta si sarebbe dovuto sottoporre a un nuovo esame e se l’ematocrito fosse sceso sotto il 50 per cento, avrebbe potuto ricominciare a gareggiare, senza squalifica. Purtroppo era quello il sistema, e Pantani era dentro quel sistema, quel metodo, quella logica. Perversa.

Pregnolato ammette che la sera precedente il previsto controllo dei commissari lui e il Panta avevano “controllato il sangue”, che erano “tranquilli”, e ha spiegato addirittura che se Marco “aveva un problema, poteva camuffare come voleva”. Per Pregnolato, e anche per Pantani, la questione non era morale, ma pratica: era possibile “curarsi” e “aiutarsi” (questi i verbi usati dai corridori in quel periodo), cioè doparsi, ma solo fino a un certo punto, perché fino a quel punto esisteva una specie di permesso, di condono, di grazia. Si chiudeva un occhio. Pregnolato torna su quel giornalista che al telefono con la redazione disse “finalmente abbiamo incastrato il campione”, sulle scommesse denunciate dal bandito Renato Vallanzasca in prigione, sulle tattiche proposte dall’altro direttore sportivo Alessandro Giannelli (“Lasciamo andare via la fuga... sarebbe meglio... un problema se vinciamo tanto...”), ancora sulla Ronchi (“La manager lo ricattava”), ancora su Martinelli (“Non ha fatto niente per salvaguardarlo”), infine sulla cocaina (“Dopo Madonna di Campiglio... un piccolo problema... nato quando ha conosciuto la ragazza...”).

Pantani ha regalato emozioni incancellabili. Era un uomo semplice e generoso, forte in bici ma fragile giù dalla bici, amato dai compagni e rispettato dai colleghi, ebbe la sfortuna di vivere e correre negli anni di piombo del ciclismo (oggi la sensazione è che questo mondo sia molto più pulito) e che alla fine fu trattato come un Bancomat. Il suo ciclismo era inquinato da una ipocrisia generale, ma né lui né Pregnolato ne erano immuni o liberi.

La lunga intervista è comunque un documento importante. E merita di essere vista e discussa. Esponendosi, come ha fatto Pregnolato. E schierandosi, come ho fatto io.

 

 

Copyright © TBW
COMMENTI
tanti
29 marzo 2020 18:05 Line
saranno curiosi di sapere cosa racconterà , stando agli accenni dell articolo

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
C’è tanto pubblico a San Francesco al Campo, i tifosi acclamano i campioni e Tadej Pogačar in particolare. Tra i moltissimi fans che attendano che il fenomeno sloveno scenda dal bus della UAE Team Emirates per un selfie e un...


Robert Gesink saluta il Giro d’Italia dopo una sola tappa: il trentasettenne atleta della Visma Lease a Bike non prenderà il via oggi San Francesco al Campo a causa dei postumi della caduta che lo ha visto coinvolto ieri assieme...


Tadej Pogacar ieri a Torino non si è vestito di rosa: la sua UAE Emirates ha imposto il ritmo alla corsa per tutta la giornata, poi ualcosa non ha funzionato e sull’ultima salita a ruota dello sloveno sono rimasti Narvaez...


  La seconda tappa del Giro d’Italia 2024, da San Francesco al Campo, provincia di Torino sede di un attivo velodromo, pone il traguardo al Santuario di Oropa, sopra Biella. Tappa tutta piemontese, breve ma tosta, soprattutto nel finale con...


Dopo lo spettacolo della tappa inaugurale di Torino, il Giro entra nel vivo proponendo il primo arrivo in salita. La prima parte della San Francesco al Campo - Santuario di Oropa di 161 km si snoda pianeggiante attraverso il Canavese...


Oggi ci sarà uno degli arrivi più interessanti di questo Giro d’Italia numero 107 ed è tanta l’attesa per sapere il nome del vincitore. Il gruppo arriverà ad Oropa, dopo aver percorso 161 chilometri e la domanda che in tanti...


Arriva un altro appuntamento con il grande ciclismo giovanile per tutti gli appassionati sulle pagine di tuttobiciweb: oggi, infatti, trasmetterenmo in diretta streaming le fasi finali del 57° Circuito del Porto Trofeo Arvedi, organizzato come sempre da Club Ciclistico Cremonese...


È decisamente una notizia poco piacevole quella che arriva da Endine Gaiano, nel cuore della Bergamasca. Dopo 40 anni di attività, infatti, la Orobica Cicli chiude e licenzia tutti e 51 i suoi dipendenti. Lo fa sapere la Fiom Cgil...


Dopo la grande partenza da Torino “Un Giro nel Giro”, il circuito di pedalate amatoriali, dedicato a clienti e appassionati ciclisti, sul percorso del Giro d’Italia organizzato da Banca Mediolanum, da ventidue anni sponsor ufficiale della Maglia Azzurra del Gran...


Si ritorna in sella dopo un eccezionale mese di aprile, che ha regalato 6 successi. A inaugurare la serie è stato Pavel Novak, che ha dominato il Trofeo Piva il 7 aprile, mentre Florian Kajamini ha trionfato sia a San...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi