NIBALI: «Darò l'anima fino alla fine, pensando a Michele». AUDIO
GIRO D'ITALIA | 23/05/2017 | 17:16 Finalmente Italia. Con chi, se non con Nibali? Vincenzo show a Bormio. In salita e in discesa lo Squalo ha dimostrato ancora una volta il suo talento e ha regalato al nostro Paese il primo successo in questo Giro100. «Non me l’aspettavo. Sono contento e convinto che con Nairo abbiamo regalato un bello spettacolo. Ho forzato tanto in discesa, ogni curva è stata una una volata. In volata non è stato semplice. L’ultima curva era difficile, dall’ammiraglia mi dicevano di prenderla in testa, ma non riuscivo a superare Landa. Alla fine l’ho presa stretta e sono riuscito a farcela, solo all’ultimo, tanto che non sono riuscito ad alzare le braccia» è il commento di Vincenzo Nibali a caldo.
«In questo Giro in tanti arrivi ho sofferto e pagato, oggi è stata una tappa davvero lunga e dura, abbiamo affrontato passi importanti. Il pubblico dal primo giorno è fantastico, devo ringraziare i tifosi per il sostegno. Sono felice di questo successo ma bisogna restare con i piedi per terra. Quintana resta forte, Dumoulin si è difeso molto bene e ha ancora l’ultima crono dalla sua. Fino alla fine non si potrà abbassare la testa, nell’economia di 21 giorni alla fine conta tutto».
Infine un commosso ricordo di Scarponi, a cui oggi il Giro d’Italia ha dedicato il passaggio dal Mortirolo: «Ieri era un mese dalla morte di Michele, siamo tutti davvero dispiaciuti e ancora provati da questa perdita. Ieri sera mi ha mandato un messaggio Anna, recitava “mi raccomando per domani, pensaci” e anche i miei compagni mi ripetono “quando sei a tutta, quando ti sembra di non avere più un briciolo di energia pensa a lui”. Anche Landa so che voleva vincere per dedicargli la tappa, fino a poco tempo fa eravamo compagni di squadra e fratelli. Per mantenere vivo il mio Michele, riguardo i video in cui scherzava, voglio ricordarlo così. Credo sia bellissimo che il pubblico lo ricordi a ogni metro della corsa rosa con cartelli e striscioni. Ci manca».
Ecco le risposte alle domande alle domande in conferenza stampa, a fondo pagina il file audio da ascoltare.
Come ti senti?
«Sono veramente felice di avere vinto questa bellissima tappa, spettacolare, dura, con le vette più alte come lo Stelvio. L’unico dispiacere è quello di non avere alzato le mani all’arrivo ma non c’è stata la possibilità».
Cosa ne pensi del commento di Dumoulin
«Il gruppetto inseguitore della fuga aveva circa due minuti, appena prima di una svolta a sinistra è arrivata la notizia che la maglia rosa si era fermata. Eravamo stupiti, non l’avevamo visto. Si andava molto forte in quel momento, tirava la Orica e alcuni uomini Trek. Quando abbiamo preso la salita ci siamo fermati per un momento, ma il vantaggio della fuga davanti stava crescendo. E quando il ritmo è calato sono scattati alcuni corridori. Difficile dire ora cosa si poteva fare, se tutto il gruppo doveva fermarsi o no. Non era un problema dovuto da una caduta, ma a, forse, una non corretta alimentazione o forse non si era coperto molto bene, perché in discesa è facile prendere freddo. Succede spesso in gara. Anche a Sagan al Mondiale di Geelong e nessuno si è fermato ad aspettarlo».
Tu quando ti fermeresti?
«Onestamente, per me nessuno si è fermato ad aspettarmi quando mi è capitato di cadere o quando ho bucato. Se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo snaturare il ciclismo mettendo ad esempio un arbitro che ferma la corsa davanti o dietro. Se andiamo a vedere la storia del ciclismo, in tante occasioni sono capitate occasioni simili. So che questo mio punto di vista può non piacere a molti colleghi, ma io la penso così».
Al posto di Tom con la maglia rosa ti saresti fermato?
«Non mi è capitato. Ma mi è capitato di vedere qualcuno che non si è fermato (Ride, NDR)».
In Sardegna parlavi di obiettivo podio, ora che ci sei sul podio?
«Il podio vero è quello di Milano, bisogna lottare fino alla fine. Ma è molto difficile. Ci saranno terreni adatti a determinati corridori per attaccare. Primo di tutti Nairo, che vuole accorciare il gap da Dumoulin».
Cosa ti sei detto con Quintana?
«Ci ho parlato brevemente. Ho attacco prima io non fortissimo, poi la seconda volta un po' più forte. Ha risposto Nairo e ci siamo sganciati ai -5km dalla vetta. C’era molto vento, tante volte andavamo a ventaglio in salita, è stato complicato. Ma per riprendere terreno e sulla fuga davanti dovevamo collaborare. Conoscevo questo versante, Purito Rodriguez mi aveva detto di provare sul pezzo finale che era quello più duro e così ho fatto».
Ora è Quintana che rincorre te?
«Questa è stata una tappa differente rispetto alle passate perché lunga con tante salite e non una con sola e secca. Io ho fatto più fatica ad esempio su Blockhaus o a Oropa, ma frazioni come questa si adattano più alle mie caratteristiche».
Il problema di Tom può avere natura nervosa, magari per lo stress?
«Fortunatamente a me è capitato solo quando ero molto giovane. Quando ho vestito la maglia di leader non mi è mai successo, di sicuro è un evento molto brutto. Ma credo che sia dovuto a una cattiva alimentazione più che altro».
Una delle più belle tue vittorie?
«La doppia scalata dello Stelvio con Mortirolo è una frazione che si ricorda. Oggi tutti quanti abbiamo dato spettacolo. Questo successo si aggiunge a tanti altri, per me è difficile collocare una singola vittoria in una ideale classifica. Se mi giro indietro e guardo ciò che ho ottenuto, tutte le vittorie sono molto belle, anche se qualcuna di più di altre».
Dedica per Michele Scarponi?
«La dedico di sicuro a lui, ma anche alla squadra e alla sua famiglia. E anche chi è a casa e segue il Giro. Volevo, però, dedicarla anche a quella che considero la mia seconda mamma ossia Bruna Franceschi che non sta passando un momento bellissimo, spero di averle regalato una giornata di gioia, alleviando il suo dolore».
Vi siete parlati con Landa quando vi siete ricongiunti in discesa?
«No, tutto quel che è successo è stato spontaneo, non abbiamo avuto tempo di parlarci. La discesa era molto pendente e complicata. Lui è stato bravo a entrare nelle curve finali davanti. Paolo Slongo mi aveva detto di prendere l’ultima curva in testa. Non era semplice ma ci sono riuscito girando molto stretto».
In genere quando un ciclista vince 4 grandi Giri e ci abbina 8 podi, viene classificato come \"Fuoriclasse\", in Italia invece abbiamo pseudo esperti che hanno da ridire.
Io consiglierei a costoro di dedicarsi ad altri sport!!!!
Ai ragione Nibali e un campione un Fuoriclasse
23 maggio 2017 20:38Vincent
Ai Ragione Bastiano , purtroppo molti non sono esperti ma hanno la parola facile. Meglio di cosi che ce persone che hanno dubbi oggi Nibali a fatto capire se cera ancora bisogno come si fa a vincere la classe non e acqua . Forza Vincenzo il giro e tuo .
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