Spagna, quei medici che continuano a far discutere

| 21/07/2008 | 11:07
Sono i medici spagnoli, in questi giorni ad essere al centro dell'attenzione per quanto riguarda i casi di doping. Secondo il quotidiano El Pais, Moises Duenas avrebbe pagato 2.000 euro al dottor Jesus Losa per le "cuure" ricevute: somma destinata ad aumentare in base ai risultati ottenuti. Lo stesso dottor Losa, a lungo impegnato come medico della Euskaltel, era stato chiamato in causa da David Millar come suo fornitore di EPO pendant al Tour 2003. E come allora era incredibilmente sfuggito alla disattenta giustizia spagnola, oggi Losa nega di aver dopato Moises Duenas, ammettendo soltanto di averlo consigliato. Alla ribalta è salito poi il dottor Marcos Maynar Marino della univesrità di Extremadura. Chiamato in causa dalla tv tedesca ARD, Marino fu indagato e poi esonerato nel 2004 quando prodotyti dopanti furono scoperti a casa sua. Recentemente, è stato coinvolto nella morte - dovuta a crisi cardiaca - del ventiseienne corridore portoghese Bruno Neves. Sostanze dopanti e materiale per trasfusioni è stato trovato nella sede della squadra in cui correva Neves e della quale Marino era il medico sociale. In una intervista concessa a El Periodico, Marcos Maynar riconosce di aver proprosto a varie squadre un programma per seguire i corridori, al costo di 100.000 euro. Ma - assicura - la sua attività si è sempre svolta all'interno dei confini dettati dal passaporto biologico Uci. E conferma di lavorare all'interno della Università di Extremadura e con il sostengo del Consiglio Superiore dello Sport Spagnolo. Sono solo alcuni esempi - peraltro molto gravi - della situazione spagnola, dove dal 2006 esiste una legge che punisce chi incita al doping, anche se finora mai nessuno è stato condannato. Se pensate che il segretario di stato allo sport Jaime Lissavetzky (nella foto), peraltro dottore in chimica, dopo le positività di Manuel Beltran e de Moises Duenas, ha pensato solo a lanciare l'allarme circa un possibile «ostracismo» verso i corridori spagnoli, allora potete capire il clima che si respira in Spagna e che voglia c'è nel paese iberico di fare lotta al doping... (fonte Le Monde)
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