DAINESE. «SITUAZIONE INCREDIBILE, MA SONO PRONTO A RINCORRERE NUOVE VITTORIE»

PROFESSIONISTI | 14/06/2020 | 08:15
di Valerio Zeccato

Alberto Dainese, ventiduenne padovano di Abano Terme, mai avrebbe potuto immaginare di essere uno dei pochi professionisti ad aver alzato le mani al cielo in questo anomalo 2020. Il Covid-19 ha stoppato le gare ciclistiche dal quel fatidico 14 marzo quando la corsa a tappe Parigi-Nizza chiuse con una giornata di anticipo. Dainese, campione europeo su strada negli Under 23 ad Alkmaar in Olanda il 10 agosto del 2019, approdato tra i pro’ con i tedeschi del Team Sunweb, si era come si suol dire «portato avanti» col lavoro. Pronti via e il 5 febbraio in Australia al Jayco Herald Sun nella prima tappa (Nagambie-Shepparton) Alberto sfoggia una volata da manuale e timbra il primo successo della sua giovanissima carriera nei professionisti. Vittoria poi sfiorata di nuovo col secondo posto nella terza tappa. I segnali c’erano già stati, sempre sulle strade australiane, il 30 gennaio nel Race Torquay dove Dainese era salito sul terzo gradino del podio alle spalle di due velocisti del calibro di Bennet e Nizzolo.


18 giorni in corsa per oltre 2500 km. Poi tutto è finito per la pandemia…
«E’ davvero successa una cosa incredibile! Ci sono alcuni miei compagni di squadra che non hanno ancora fatto un solo giorno in gara. Io dovevo partire subito forte e mi sono preparato per arrivare in condizione nelle prime corse: mi è andata bene vincendo e almeno qualcosa ho già fatto. E anche il morale è alto avendo già centrato un successo, sarà utile per quando ripartiremo».


Come te la passi in un team tedesco dove non c’è nessun italiano nemmeno nello staff?
«Ho passato più di un anno in Olanda con la squadra Continental SEG Racing Academy, all’inizio era stata dura perché il mio inglese era solo scolastico, poi pian piano ho affinato la lingua e adesso me la cavo discretamente. Di tedesco non ne so nulla, con il Team Sunweb parliamo in inglese e ci intendiamo».

Nella Sunweb hanno corso e vinto velocisti del calibro di Marcel Kittel o John Degenkolb...
«Tutti nomi importanti che hanno lasciato il segno, così come Tom Dumoulin che ha vinto il Giro d’Italia. Siamo stati a visitare un magazzino in Olanda dove c’erano tutte le bici, i trofei vinti da questi ed altri corridori: ti senti veramente un bambino vedendo le maglie appese… Il team è improntato sui giovani, l’età media è di 24 anni quest’anno, hanno sempre avuto la cultura di prendere un velocista giovane e provare a costruire qualcosa di buono. Se penso a Kittel o Degenkolb, mi basterebbe meno della metà delle loro vittorie...»

10 agosto 2019, neanche un anno fa hai indossato la maglia di campione continentale. Ci pensi ancora a quello che hai «combinato» in Olanda?
«L’altro giorno ero sui rulli e mi annoiavo, allora ho messo il video dell’Europeo e mi viene ancora la pelle d’oca. Ripensandoci ancora oggi mi convinco sempre di più che è stata una gran vittoria di squadra, che è stata una giornata perfetta. Ricordo che si partiva alle 9,30 e al mattino presto, quando mi sono svegliato, ho visto che c’era un vento fortissimo, poi ci hanno detto che è arrivato fino a 62 km/h. A colazione ho detto ai compagni azzurri che sarebbe stata una corsa molto dura, con tanti ventagli. Ricordo ogni fotogramma del finale e di quella nazionale perfetta».

Il velocista deve stare coperto nel gruppo e attendere l’ultimo chilometro, prima di lanciarsi nei metri finali che vanno al traguardo. Acrobazie ad alta velocità su due ruote, a volte pura follia…
«Quando ero nella categoria Allievi avevo già uno spunto veloce ma avevo una gran paura: non riuscivo a fare la volata bene perché o partivo troppo da dietro o perché tiravo i freni. Questa cosa mi è più o meno rimasta dentro fino al secondo anno negli Under 23 dove la squadra era organizzata per gli sprint e quindi li affrontavo più tranquillo. Sono ancora giovane ma con gli anni ho fatto esperienza, ora so «limare» di più in gruppo, ho più malizia: non devi pensare a nulla nell’ultimo chilometro, e rischiare nel consentito naturalmente. C’è follia nei velocisti? Sì, ma nel disordine di una volata devi trovare il tuo ordine che ti fa trovare il varco in cui passare. Diciamo che ho fatto fuori un bel po’ di telai prima di capire, un po’ alla volta, quali sono i limiti nel fare lo sprint. Non devi essere rilassato ma nemmeno super teso quando arriva il momento: l’agitazione non aiuta e anche se un po’ di paura c’è sempre, quando vedi il triangolo rosso la dimentichi. E nella maturazione, nell’equilibrio che sto trovando, ha inciso molto l’esperienza fatta con la SEG Racing Academy con la quale già nel 2019 avevo fatto qualche corsa con i professionisti».

Hai un grande velocista di riferimento che da piccolo ti ha ispirato?
«In verità non è che vedevo molte corse in televisione, non ho mai avuto idoli o poster in camera. Ricordo Cavendish, Greipel, lo stesso Kittel, ma non tifavo in particolare per nessuno. Certo adesso è bellissimo essere in gruppo, stare fianco a fianco e parlare con i campioni che prima vedevo solo sullo schermo».

Dainese vive con la famiglia ad Abano Terme, cittadina famosa nel mondo per il benessere delle terme, ed è fidanzato con Sara anche lei aponense. Qual è il rapporto con la tua terra visto che comunque sei stato molto anche all’estero?
«Credo che se fossi nato più distante dai Colli Euganei non sarei mai andato in bici e non sarei mai diventato un corridore professionista. Da piccolo la bicicletta la utilizzavo per vedere e scoprire i colli e il rapporto di amore verso queste salite è nato da allora. Adesso mi avventuro anche nei Colli Berici, che sono molto vicini, è questa la mia palestra personale. Sono molto attaccato e legato anche alla città di Padova, sto proprio bene dove vivo».

Programmi e calendario stravolti dalla pandemia. Cosa si aspetta Alberto Dainese da agosto in avanti quando si dovrebbe tornare alle corse e ci saranno da affrontare tre mesi a tutto gas?
«E’ cambiato tutto per il Covid-19. Dopo l’inizio di stagione tra gli Emirati Arabi e l’Australia avevo un certo programma che ora è cambiato, proprio la prossima settimana il team dovrebbe dirmi qualcosa a riguardo. Non so a quali corse sono destinato, è chiaro che mi piacerebbe correre in Italia e fare il Giro d’Italia, tra l’altro c’è la tappa con arrivo a Monselice che è a due passi da casa mia e ci sarebbero tanti amici a vedermi. Però quella tappa presenta due salite toste e già sarebbe bello arrivare fino in fondo… Vediamo come sarà il mio programma, di certo - come ho già detto - aver già vinto una corsa è stata una sorta di “liberazione” e quindi riparto con serenità e morale alto. Ci proverò a vincere altri sprint, vedere tutti dietro di te è bellissimo, lo era nel ciclismo giovanile e lo è nei professionisti. Mettere dietro gli altri sul traguardo è bello anche in allenamento...»

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
In attesa di arrivare alla presentazione ufficiale del 1° dicembre a Roma, le indiscrezioni, le voci e i sussurri sul percorso del prossimo Giro d'Italia si susseguono a ritmo incalzante. DATA. Partiamo da una certezza: l'Uci ha concesso nuovamente la...


I successi ottenuti nel 2025 da Simon Yates, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard hanno confermato il trend per nazioni che ha caratterizzato l’ultimo decennio. Gran Bretagna, Slovenia e Danimarca hanno vinto insieme, infatti, 21 dei 30 Grandi Giri disputati dal...


Tutto è pronto a Gand per l'appuntamento più atteso dell'autunno, vale a dire quello con la Lotto Six Days of Flanders-Ghent. Da martedì 18 a domenica 23 sarà grande spettacolo al velodromo Kuipke! Per la prima volta dopo 13 anni,...


Dopo le recenti novità che riguardano la gamma di giacche invernali con Perfetto RoS 3 e Alpha 150, anch'esse prodotte da Polartec® AirCore®, è l’ora di prendere in considerazione due accessori indispensabili per l’inverno come l’Espresso 2 Glove ed l’Espresso 2 Shoecover,...


«È stato un anno di grande impegno, intenso e ricco di sfide ma anche di tanti momenti che ci hanno ricordato perché amiamo il ciclismo: la passione, la fatica ma anche il sorriso di un bambino che pedala per la...


Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


A Bulciago, due passi da Lecco, è andata in scena la terza manche del Circuito Lombardia-GP Cicli Francesconi-Memorial Claudia Bonfanti di Ciclocross. Sotto la pioggia si sono imposti, nelle rispettive categorie, lo juniores Brian Borgonovo (GC Montegrappa su Nicosia e...


È andato tutto come pianificato agli UCI Cycling Esports World Championships 2025 organizzati da MyWhoosh. Jason Osborne (Germania) e Mary Kate McCarthy (Nuova Zelanda) hanno vinto agevolmente il titolo mondiale, bissando (o triplicando nel caso di Jason) i titoli iridati...


Il Team UKYO annuncia cinque nuovi corridori giapponesi per il roster 2026. Dopo aver vinto il ranking a squadre dell’UCI Asian Tour ed essere stato il secondo team Continental al mondo nella classifica UCI, la squadra giapponese vuole mantenere alti...


È preoccupato David Lappartient, il numero uno del ciclismo mondiale. È preoccupato quanto noi e quanto chi è chiamato a trovare risorse sempre più esigenti per formare team che sono sempre più aziende. Tanto è vero che di aziende, ormai,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024