RIFORMA UCI 2020. CORRIDORI E DS UNITI: «INACCETTABILE»

PROFESSIONISTI | 29/06/2019 | 17:11
di Giulia De Maio

Alla vigilia del Campionato Italiano dei professionisti, il movimento tricolore si è riunito ad Albareto (PR) per discutere della Riforma UCI del 2020 e delle problematiche che comporterà per il mondo delle due ruote di vertice del nostro paese. Sono stati affrontati aspetti sportivi, tecnici, economici e legali con i rappresentanti delle varie componenti.


Oltre ai team manager di squadre World Tour e Professional, sono intervenuti il presidente dell’Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani (ACCPI) Cristian Salvato e il presidente dei direttori sportivi (ADISPRO) Davide Goetz.


«Meno squadre significano meno posti di lavoro, ma grazie al CPA siamo riusciti a limitare i danni in questo senso - esordisce Salvato. - Per salvarci dobbiamo ideare nuovi buoni progetti, come quello della Corendon Circus in Belgio. Il ciclismo francese è dall’85 che non vince il Tour, ma ha tante squadre World Tour, due professional, di cui una di sicuro farà il Tour, perchè ha uno Stato che sostiene l'intero movimento. Dobbiamo essere in grado di coinvolgere gruppi industriali forti, ma soprattutto le istituzioni. Il mio collega francese alza il telefono e parla senza problemi con il ministro del lavoro, il presidente non manca mai alla Grande Boucle. Noi italiani siamo bravi nel trovare soluzioni quando le cose si fanno difficili, ma con questa riforma rischiamo davvero di essere alla frutta» commenta Salvato, che nel pomeriggio si riunirà in assemblea con i professionisti italiani.

Goetz gli fa eco parlando di una riforma imposta ma inaccettabile. «La nostra associazione resta la più numerosa e forte a livello mondiale, ma la crisi si sente fortissimo. I tecnici e ds azzurri sono sempre meno e tra le nostre fila bbiamo tanti disoccupati. Questa riforma è un fallimento per il ciclismo italiano. Il tempo delle denunce è finito, è ora di avanzare proposte a livello di Federazione per avere più peso in ambito internazionale. Il vicepresidente dell’UCI è italiano, la nostra voce deve avere un peso».

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COMMENTI
Francia batte Italia
29 giugno 2019 17:28 limatore
non possiamo paragonare il movimento Italiano con quello Francese. I francese sono lavoratori a tempo indeterminato a cui vengono pagati contributi direttamente dalla società di gestione (Francese). Come lavoratori durante un GT hanno diritto a 3 giorni di riposo (vanno da Hotel a Hotel non possono nemmeno vestire abbigliamento del team). I loro camion sono controllati dall'ente nazionale prevenzione infortuni (sono gli unici con il passamano alle scale zona meccanici e zona massaggiatori. E chiaro che poi se alza il telefono parla con il ministro del lavoro.

Forse qualche domanda dobbiamo porcela.
30 giugno 2019 02:27 Farnese
Abbiamo un presidente federale, eletto con il compito di difendere e far crescere il movimento. La stessa persona, è vice presidente UCI ma, ha subito una riforma che è il funerale del settore, senza confrontarsi mai con i team e, tra alcuni mesi, avrà il coraggio di ricandidarsi. Cosa dirà ai suoi elettori? Votatemi perché mi e' rimasto ancora qualcosa da distruggere????
Di questo passo, il ciclismo lo vedremo solo in TV oppure all'estero ma, cosa più grave, il movimento giovanile, si ridurrà sempre di più, per mancanza di prospettive. Senza parole, in un azienda privata, lo avrebbero già mandato a dare un lavoro più adeguato.

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