L'ORA DEL PASTO. IMPAREGGIABILE IDRIO

STORIA | 26/12/2018 | 07:22
di Marco Pastonesi

Il cognome è inadatto: Bui, un paradosso per uno chiaro, trasparente, solare come lui. Invece il nome è profetico: Idrio, perfetto per chi, nella sua vita da corridore, professionista dalla fine del 1957 al 1964, avrebbe fatto il gregario fermandosi alle fontane, assalendo i camion, portando borracce, rifornendo acqua.


Idrio Bui ha 86 anni invidiabili: non solo perché cammina diritto, ragiona svelto e ricorda tutto, ma perché ha ancora la forza di amare, il coraggio di appassionarsi, il privilegio di guardare al presente, se non al futuro, con fiducia, ottimismo e, soprattutto, gratitudine. “Vengo dalla povertà – ripete come in un mantra –, e tutto quello che è venuto, è stato come un regalo”. Così da definire “casina d’oro” la sua abitazione a Sinalunga, nell’Aretino.


Il nome: “Cinque sorelle e tre fratelli, totale otto. La prima della serie fu battezzata Idris. Poi vennero Idriana, Idria e io, il primo maschio, Idrio. Poi arrivarono Iva, Ivo e Impero. Per l’ultimo fu scelto il nome, anzi, il cognome di un primo: Brunero, che vinse il Giro d’Italia nel 1921, 1922 e 1926. Grazie al ciclismo, e grazie alle mie gambe, chi bene chi meno bene, i miei fratelli e le mie sorelle li ho sistemati tutti”.

La bicicletta: “Mio padre faceva il fornaciaio e anch’io cominciai a lavorare da fornaciaio, alle fornaci, e quel poco che guadagnavo lo davo in casa. La mia prima bici era quella di mia madre, da donna. Per trasformarla da uomo, perché da donna me ne vergognavo, misi un’assicella tra manubrio e sella. E con quella bici sfidavo i miei amici. E li battevo. La mia seconda bici fu quella di un corridore locale, Mario Ravagni, di cui ero tifoso, e che andava così forte che tutti lo chiamavamo ‘Bottecchia’. Con quella bici andavo da casa al lavoro e dal lavoro a casa: quattro chilometri ad andare e quattro a tornare, il mio primo allenamento”.

Le corse: “Piccolo e leggero, andavo bene in salita. Vincevo da allievo, vincevo da dilettante, provai a correre, da indipendente, tra i professionisti, al Giro dell’Appennino del 1957. Mi dissi: se va bene, bene, e se va male, smetto. Avevo venticinque anni: era tempo di scegliere. Strada facendo, mi feci notare sulle salite. E lì ce ne sono parecchie. All’arrivo, mentre mi lavavo a una fontanella, Ettore Milano mi disse che Fausto Coppi voleva parlarmi. Era in un albergo e mi aspettava. Io non ci potevo credere. Andai nell’albergo, ma il portiere non voleva farmi entrare. Per mia fortuna c’era Ettore Milano, che gli spiegò la situazione. Andai da Coppi e lui mi chiese se volevo correre nella Ghigi-Coppi per il 1958: trentamila lire al mese, la paga di un operaio, per dieci mesi, perché i due mesi che non si correva non erano pagati, però almeno nelle trasferte ero spesato. Accettai al volo”.

Coppi, ma anche Bartali: “Smesso di correre, aprii un negozio di ferramenta. Anni più tardi Gino mi spedì una cartolina in cui aveva scritto: ‘All’amico Idrio, che se avesse voluto sarebbe diventato un grande campione, è invece è diventato un cacciavite’. E cacciavite, in gergo ciclistico, significa scarso. Bartali era un sant’uomo, ma diceva una bugia. Quella della borraccia. Che l’aveva data lui a Coppi. La verità me la rivelò Alfredo Binda, che in quel Tour de France era il commissario tecnico della squadra italiana. Li seguiva da vicino, in macchina, e confermò che era stato Coppi a dare la borraccia a Bartali, cui si seccava la gola per il gran caldo. E se si guarda la fotografia, non può che essere così: chi dà la borraccia, lo può fare anche senza guardare. Come fece Coppi”.

E Jacques Anquetil: “Un giorno, in corsa, gli allungai una borraccia d’acqua anche se non era della mia squadra. La sera un suo gregario mi portò centomila lire. Un’enormità”.

E gli altri: “Guardo le vecchie foto del ciclismo. Le partenze, gli arrivi, le squadre, i corridori. Quello è Cleto Maule, quello è Gastone Nencini, quello è Miguel Poblet, quello è Vito Taccone. Ma sono tutti morti. O quasi”.

Impareggiabile, imbattibile, insuperabile. Tonico, minerale, idrico. Idrio. Idrio Bui.

 



Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Terzo successo su quattro prove per Lucinda Brand nella Coppa del Mondo di Ciclocross donne elite. La regina olandese, già vincente a Tabor e a Terralba domenica scorsa in Sardegna (non ha disputato la manche di Flamanville) oggi si è...


Sappiamo che al Giro non ci saranno Pogacar e Del Toro, Evenepoel e Antonio Tiberi, si spera possa esserci Jonas Vingegaard, che da nostre fonti risulterebbe avviato ad un importante sì. Un punto di domanda, grande quanto una nazione, grande...


È il tempo di festeggiare una fine e un nuovo inizio. È il tempo dei bilanci e delle valutazioni, dei ricordi e dei sogni. È il tempo di un brindisi che si fa augurio e di candeline che si fanno...


Si è conclusa nella peggiore maniera possibile l'avventura di Giovanni Carboni con la Unibet Rose Rockets. Il corridore si era unito alla squadra belga quest'anno a ma a settembre è stato sospeso dall'UCI a causa di anomalie inspiegabili nel suo...


La consueta cena sociale di fine stagione del Team F.lli Giorgi si è svolta lo scorso venerdì al ristorante Pio Nono di Erbusco, nel Bresciano, dove il presidente Carlo Giorgi ha radunato tutta la squadra, amici, sponsor, autorità per festeggiare...


La maggior parte delle squadre si trova in ritiro in Spagna, tra Costa Blanca e Isole Baleari e ieri a incontrare la stampa, per il consueto media day a Benidorm, è stata la UAE Emirates XRG che ha svelato obiettivi...


Capita di prendere freddo, inutile girarci tanto attorno. Anzi, in tutta franchezza, il freddo fa quasi parte dei giochi se prevedete di affrontare una discesa o uscite presto alla mattina. Ecco, se cercate una protezione aggiuntiva, una sorta di asso...


È stata un’annata davvero speciale per il comitato provinciale di Lecco che nel 2025 ha spento 30 candeline, tanti affiliati, tanti successi e la ciliegina sulla torta regalata da Filippo Conca con il suo titolo italiano su strada. Ieri sono...


È una pubblicazione che nel titolo e nel sottotitolo - "Il ciclismo giovanile,  Il valore delle relazioni nel ciclismo moderno" - rappresenta con evidenza didascalica i temi trattati dall’autore, il dottor Davide Marceca con la collaborazione del prof. Sergio Introzzi, autore...


È arrivata la sentenza della giustizia ordinaria sul caso del team W52-FC Porto: l'ex allenatore Adriano Quintanilha è stato condannato a quattro anni di carcere mentre il direttore sportivo Nuno Ribeiro dovrà scontare una pena di nove mesi. Il team...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024