Rebellin: oggi Schleck è stato il più forte

| 13/10/2007 | 00:00
Questo pomeriggio sul San Luca, l'alfiere della CSC, il più grande dei fratelli Schleck, non c'è stato al gioco di farsi battere da un corridore italiano, come già gli era successo alla Liegi-Bastogne-Liegi con Di Luca ed appena due giorni fa con Visconti, sull'erta finale della Cioppa Sabatini. «Oggi Schleck ha fatto davvero la differenza. Quando ha attaccato subito dopo lo striscione dell'ultimo chilometro, nel tratto più impegnativo, ho cercato di tenere duro, ma non c'è stato niente da fare» - ha commentato Davide Rebellin sul traguardo, in una tribuna caotica riservata oltre che per le premiazioni, anche da scomoda sala stampa -. Pensavo di fare una bella corsa, sentivo di stare bene. Uno che come me ha fatto tanti piazzamenti in carriera, un altro secondo posto lascia un po' d'amaro in bocca. Sono tuttavia convinto che quest'oggi Schleck era davvero il più forte». Al prossimo Lombardia, Rebellin sarà sicuramente uno dei protagonisti. L'atleta della Gerolsteiner è abituato a tenere duro e l'amore verso la bicicletta è rimasto inalterato nel tempo. Nonostante i suoi 36 anni, non dà per scontato che la prossima stagione sia l'ultima: «Ho firmato un altro anno con la Gerolsteiner, ma finchè sentirò motivazioni, continuerò a pedalare». Il vincitore Frank Schleck, sia pure con la cortesia che gli è naturale, esprimeva un senso di rivalsa nel commentare la sua vittoria al Giro dell'Emilia: «Due giorni fa ho perso di una ruota. Oggi credo di avere vinto nettamente. Dopo il 4° posto al mondiale sono molto felice di questo successo. Il Giro dell'Emilia non fa parte del Pro-Tour, ma sono comunque soddisfatto che questa corsa sia entrato nel mio palmarès dopo che già due anni fa, ci ero andato vicino, piazzandomi dietro a Simoni». A chi gli fa notare se si fosse accorto in gara di essere il più forte, il corridore lussemburghese commenta così la sua performance: «Su una salita così difficile, le gambe fanno sempre molto male; non puoi pensare di essere il più forte. Forse oggi ero soltanto un po' più cattivo e determinato. Non tocca a me dirlo, ma sono felicissimo di questa mia stagione. Un altro piazzamento però, non lo avrei accettato troppo volentieri». Accantonato il Giro dell'Emilia, adesso occhi puntati sul prossimo week-end, con il Giro di Lombardia, la classica delle "foglie morte" che dovrà sancire anche il vincitore del Pro-Tour. Domani, Frank Schleck sarà impegnato al Beghelli, ma non si tira indietro per l'ultima classica, pur riconoscendo per questa, molti pretendenti: «Oggi Bettini si è riposato, ma sabato sarà sicuramente l'avversario più pericoloso. Abbiamo poi visto che Rebellin, Cunego, Di Luca, Riccò, stanno tutti veramente molto bene ed anche loro saranno sicuramente da tenere d'occhio. Per quanto mi riguarda, spero di avere fortuna e di tenere questo stato di forma almeno per un'altra settimana». L'albo d'oro del Giro dell'Emilia si arricchisce di un nome destinato a lasciare il segno nel ciclismo. Un piccolo Principato, nel cuore dell'Europa, in grado di consegnare allo sport delle due ruote nomi di spicco, due dei quali raccolti nella stessa famiglia: Frank ed Andy Schleck. Se per il secondo già si prospetta un futuro da protagonista nelle grandi gare a tappe, il maggiore non intende assolutamente, a tale proposito, tirarsi indietro: «Se ho dimostrato di andar bene nelle gare in linea, penso di poter cercare fortuna anche nelle grandi gare a tappe. Se sono riuscito ad avvicinarmi ai primi dieci del Tour, non è escluso che un giorno possa conquistare il podio». Dello stesso avviso anche il team manager Bjarne Rijs, che nelle affermazioni pone in evidenza le peculiarità di tutti e due i fratelli: «Penso che tutti e due siano atleti adatti a fare bene nelle grandi gare a tappe. Al momento forse, Frank sembra adattarsi meglio alle gare in linea ma se facesse una preparazione specifica, cercando di lavorare per far bene anche nelle cronometro, sono convinto che potrebbe togliersi delle belle soddisfazioni. Ha solo 27 anni ed ultimamente si è visto che nei grandi giri, si tende ad essere protagonisti soprattutto in età matura». Roberto Sardelli
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