GHISALLO, PAOLO BETTINI SI METTE IN MOSTRA

INIZIATIVE | 24/04/2018 | 07:58
Paolo Bettini torna al Ghisallo per inaugurare una mostra a lui dedicata, promossa e curata da Fondazione Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio (Como) che vuole omaggiare il grande campione toscano, autore di una carriera magnifica ricca di doppiette “eccezionali” come quella del Giro di Lombardia. Indimenticabile. Tornare al Ghisallo, adesso con una mostra di ricordi, maglie, biciclette, fotografie, ritagli di giornale, è una promessa mantenuta di Paolo Bettini al Museo voluto da Fiorenzo Magni: “dovevo mettere in fila i ricordi e rappresentarli lì, accanto al Santuario dove c’è la Madonnina che protegge i ciclisti e dove è sorta la Casa dei ciclisti. Ne abbiamo parlato nel corso dell’ultimo Giro di Lombardia ed eccoci qui”.

Tutti i colori della vittoria è il titolo della rassegna presentata stamani all’Upcycle Cafè di Milano, dedicata a Paolo Bettini campione pigliatutto che viene raccontato in tre sale piene zeppe di ricordi e di trofei: un’intera area museale riluce, anzi si colora per una promessa mantenuta. Così l’area del Museo del Ghisallo dedicata alle mostre temporanee diventa il percorso che ricostruisce la storia magnifica di un Grillo campione e asso pigliatutto. Un uomo del ciclismo moderno che le vince tutte e di tutti i colori. E le sue vittorie sono rappresentate qui. Una alla volta, come le grandi emozioni che ha regalato a tutti noi.


 


Ecco i colori di Paolo Bettini, di una straordinaria carriera da Campione che ti conquista ancora andando a ritroso nel tempo. Ci saranno proprio tutti i colori della vittoria. E del sacrificio. Di un Grillo nato a La California, in Toscana, che diventa Paolo Bettini per il Mondo del ciclismo e dello sport olimpico. Che diventa Campione Tricolore, Iridato, d’Oro, Azzurro: guarda caso i colori amati da Fiorenzo Magni per disegnare di emozioni la Casa dei Ciclisti. 

 

Dopo il successo del NibaliDay che ha sancito la riapertura stagionale, il Museo propone questa rassegna come la più importante mostra temporanea dell’anno che raggiungerà il suo culmine con il passaggio del Giro di Lombardia 2018. La mostra è realizzata grazie al sostegno degli sponsor ufficiali del Museo Alcar Italia, Valsecchi Armamenti Ferroviari, Faema e con la collaborazione di Rcs Mediagroup,  La Gazzetta dello Sport.

 

Ha detto Paolo Bettini in conferenza stampa: “Diciamo che è bello ogni tanto tirare fuori i ricordi, diciamo pure che mentre lo facevo per dare vita a questa rassegna concordata con gli amici del Museo del Ghisallo mi sono reso conto di quanta roba c’è da mettere in mostra. Diciamo che ne vedrete tanta ma ce ne sarebbe anche di più. Quello che mi fa particolarmente piacere è comunque aver messo in sequenza tutte le tappe della carriera e sorridere di tanti ricordi, delle corse vinte e anche di quelle perse. E dare un valore assoluto anche in questa Mostra, a quella Maglia Azzurra che ho vestito e cercato di onorare sempre che ha caratterizzato la mia carriera tanto da essere la Nazionale la Squadra con cui ho detto addio alle corse. Lo feci 10 anni fa e lo decisi in 10 minuti. Senza rimpianti anzi. Così in 10 minuti con Antonio Molteni presidente della Fondazione  Museo del Ghisallo abbiamo deciso di allestire questo bel progetto e vi invito tutti ad esserci sabato 28 per l’inaugurazione e poi fino a quando ci sarà la mostra. E magari anche per quella successiva…”

Paolo Bettini in conferenza stampa si è lasciato andare a ricordi aneddoti e battute sul suo ciclismo, di ieri e anche di oggi, scambiando battute con tutti, con un momento molto toccante in cui si è commosso quando sono state lette le parole scritte per lui ed inviate direttamente dalla Liegi di ieri, da parte di quello che allora era il suo portavoce, Alessandro Tegner, oggi marketing manager affermato nel mondo del ciclismo. Tegner ha ricordato i giorni difficili ed emozionanti che hanno preceduto il secondo Giro di Lombardia, quello del 2006, a soli 12 giorni dalla scomparsa tragica del fratello Sauro a cui Paolo ha dedicato questa grande vittoria da tutti inaspettata.  Ha scritto Tegner: “… Difficile anche per chi non è credente non pensare che qualcuno da lassù lo ha guidato, gli ha dato la forza di compiere un capolavoro che per me rimane la più bella vittoria di una carriera unica. Doveva fermarsi ma non lo ha fatto, come è successo tante altre volte nella sua vita. Un uomo sui pedali, sempre” e ha concluso il suo saluto così: … perché  Paolo appartiene al Ghisallo e perché il Ghisallo e Paolo appartengono un po’ anche a tutti noi che quel giorno di ottobre eravamo sulle strade del Lombardia a soffrire e gioire con lui.”

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