PROFESSIONISTI | 20/03/2018 | 08:27 In vista della Settimana Coppi&Bartali, prima corsa a tappe della
Ciclismo Cup 2018, vi proponiamo le interviste realizzate con i tecnici
delle formazioni Professional italiane per il numero di marzo di
tuttoBICI. Oggi è la volta di Stefano Zanatta, direttore sportivo della Bardiani CSF.
Crescere. È la parola d’ordine per la stagione 2018 in casa Bardiani CSF. Non cambia la filosofia del team della famiglia Reverberi - che resta tutto italiano e continua a puntare sui giovani - ma si alza l’asticella delle ambizioni. «Gli obiettivi di questa stagione - ci spiega Stefano Zanatta, direttore sportivo di lungo corso del team reggiano - sono diversi: ovviamente far bene al Giro d’Italia cercando di vincere una tappa, poi vogliamo lottare per la conquista della Ciclismo Cup e tornare a vincere in Italia. E più in generale fare bella figura in tutte le corse, onorando la maglia e mostrando di meritarci gli inviti ricevuti e la fiducia degli organizzatori».
Per inseguire questi obiettivi avete cambiato anche strategia di mercato: non solo giovani arrivi ma anche due corridori come Guardini e Senni. «Intanto va detto che di giovani ne avevamo già tanti e comunque ne sono arrivati e sono di buon valore, quanto ad Andrea e Manuel hanno accettato di mettersi in gioco e sono convinto che faranno bene».
Partiamo da Guardini. «Andrea è arrivato in Bardiani Csf con grande umiltà, si è inserito molto bene nel gruppo fin dal primo ritiro e non ha fatto pesare ai compagni il fatto di arrivare da un team di WorldTour. Lui sa che non potrà avere uno squadrone a sua disposizione, ma si è dimostrato subito molto disponibile con i compagni più giovani: il suo approccio è stato buono, i compagni sono contenti di lui e lui è contento di loro. I primi piazzamenti colti in Colombia e ad Abu Dhabi ci lasciano ben sperare in vista dei momenti clou della stagione».
Ed eccoci a Manuel Senni. «Per ora con Manuel ci siamo visti poco, perché i suoi obiettivi sono più avanti nella stagione: comincerà proprio in questo mese di marzo, con il Giro di Rodi, poi la Coppi&Bartali e quindi il Tour of the Alps in vista del Giro d’Italia. È un ragazzo molto diligente, che ha grande passione ed è innamorato del mestiere. Manuel ha una grande esperienza accumulata nel WorldTour, sa come si gestiscno i grandi appuntamenti e ha dimostrato che il suo punto forte nelle gare a tappe più impegnative è la continuità. Sono convinto che possa far bene in qualche tappa al Giro d’Italia, lavorando fianco a fianco con Giulio Ciccone».
La Bardiani Csf viene da un 2017 non entusiasmante, condizionato dalla brutta storia di doping di due corridori al Giro d’Italia e soprattutto da risultati al di sotto delle aspettative. Avete cambiato qualcosa per invertire la tendenza? «Naturalmente sì, abbiamo analizzato gli errori commessi cercando di aggiustare il tiro, come si suol dire. Io stesso ho impararto molto dal mio arrivo in un team di questo livello e affronto il 2018 con un importante bagaglio di esperienza e lo stesso vale anche per il nostro preparatore Claudio Cucinotta, un giovane che sta crescendo insieme a noi. Dal punto di vista del lavoro, abbiamo corretto alcuni particolari nella preparazione, partendo più lentamente e accelerando poi a gennaio con alcuni ragazzi mentre corridori come Senni e Ciccone sono chiamati ad entrare in forma più avanti. In generale, il gruppo oggi ha una consapevolezza maggiore nei propri mezzi e nella filosofia del lavoro, stiamo crescendo tutti insieme giorno dopo giorno».
Dati alla mano, il divario tra team di WorldTour e formazioni Professional si fa sempre più ampio: è ragionevole pensare di poter vincere una tappa al Giro d’Italia o in altri appuntamenti di altissimo livello? «Di sicuro il divario aumenta e per i team Professional ci sono sempre meno occasioni, ma noi abbiamo il dovere di provarci. Abbiamo tanti giovani e lavorare con loro ci dà grande soddisfazione. Tra di loro c’è chi ha le capacità per centrare il bersaglio grosso e non mi riferisco solo ai corridori più quotati, ma anche a ragazzi come Marco Maronese che può puntare a vincere certe corse. Posso aggiungere una cosa?»
Certo, dica pure. «Non sono d’accordo con la partecipazione della Nazionale con fior di professionisiti alle gare della Ciclismo Cup. Ne abbiamo già parlato, ma la situazione non cambia e ci troviamo con Moreno Moser che ha vinto il Laigueglia, condizionando con il suo successo anche i risultati della prima prova di Coppa Italia. Io resto del parere che in queste gare Cassani dovrebbe schierare ragazzi Under 23 permettendo loro di fare esperienza, mentre i professionisti dovrebbero indossare la maglia azzurra solo nelle occasioni ufficiali, quindi Europei e Mondiali».
Torniamo alla Bardiani CSF: da quale dei suoi ragazzi si aspetta qualcosa in più in questa stagione? «Ci sono tre nomi in particolare: Andreetta, Barbin e Rota».
Andiamo in ordine alfabetico e cominciamo con Andreetta. «Simone è un ragazzo che si è già messo in luce in corse importanti, che non ha paura di andare all’attacco e che sono convinto possa crescere ancora e arrivare a conquistare risultati significativi».
Passiamo a Barbin. «Deve ancora compiere 28 anni anche se è il veterano della squadra, visto che è al suo sesto anno in seno al team. È un po’ il punto di riferimento per i più giovani e può regalarci qualcosa di bello».
Ed eccoci a Rota. «Un ragazzo che ha buoni numeri ma pochi risultati. Lorenzo paga il fatto di essere passato subito in una Continental e di non aver corso tra i dilettanti. Ha accumulato esperienza, ma ha perso confidenza con la vittoria o almeno con il lottare per vincere. Ha fatto molto bene nel finale della stagione scorsa, spero che sappia trovare maggiore consapevolezza nei suoi mezzi».
Concludiamo facendo noi due nomi: Albanese e Ciccone. «Vincenzo è giovanissimo, ha ottime doti, si è già fatto vedere lo scorso anno e gli chiediamo solo di continuare a crescere. Giulio ha vinto due anni fa una tappa al Giro d’Italia, lo scorso anno ha dovuto superare un po’ di problemi ma ora sta lavorando bene e sono convinto che possa darci sostanza nelle corse più dure».
l'anno scorso l'hanno inserito in organico con grandi aspettative rallentate da un virus, se valorizzato potrebbe dargli grande soddisfazioni anche in prospettiva Giro
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