STORIA | 17/02/2018 | 11:47
Ai Giochi Olimpici invernali non c'è ancora nessuna gara dedicata alle due ruote, anche se in tanti vorrebbero che il ciclocross entrasse nel programma a cinque cerchi, ma dalla Corea ci arriva una bella storia che ha a che fare con la bicicletta.
Guido e Rita Gasser hanno percorso oltre 17mila chilometri in sella per poter assistere dal vivo alla gara del figlio Mischa, che partecipa ai Giochi di PyeongChang 2018 nella specialità freestyle. La coppia svizzera è partita lo scorso 17 marzo, quasi un anno fa, da Olten, nel Canton Soletta: dopo aver attraversato 20 Paesi è riuscita ad arrivare in Corea del Sud quattro giorni prima della gara di Mischa.
Durante il tragitto non sono mancati imprevisti: «A causa delle restrizioni locali, dal Kazakistan non siamo riusciti ad entrare in Cina, quindi abbiamo preso un aereo per andare nel sudest asiatico» ha spiegato papà Guido, che a febbraio del 2017 ha lasciato il lavoro come architetto. «Poi abbiamo preso un altro aereo verso Seul, da dove ci siamo rimessi in marcia». Una delle difficoltà maggiori è stato l'attraversamento dell'autostrada del Pamir, in Asia centrale. «Siamo arrivati a circa 4.750 metri sopra il livello del mare. L'aria sottile e la mancanza di buon cibo hanno reso complicata la situazione» ha spiegato ai media locali.
Tre giorni fa la famiglia si è finalmente ritrovata al Phoenix Snow Park, sede dello snowboard. «Sono felice di vedere mio figlio, è stato fantastico e ce l’abbiamo fatta» ha commentato Rita, grande appassionata di viaggi quanto il marito. I genitori dell’atleta svizzero, già presente alle Olimpiadi di Sochi 2014 dove si piazzò 18esimo, in Corea hanno trovato vento e freddo e adesso soggiornano in hotel dopo essere stati anche in motel, per strada o in tenda durante il loro cammino. «Qui fa veramente freddo. È stato difficile passare dai 30 gradi ai -15» ha chiosato mamma Rita.
Ma ormai l'impresa è fatta. Oggi tocca a Mischa.
Giulia De Maio
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