VAN GARDEREN: «AVEVO BISOGNO DI RISCATTARMI». AUDIO
GIRO D'ITALIA | 25/05/2017 | 17:10 Tejay Van Garderen riscatta un Giro d’Italia deludente vincendo la tappa dolomitica. L’americano capitano della BMC, che nei giorni scorsi, aveva addirittura pensato di appendere la bici al chiodo, commenta così il suo successo con le lacrime agli occhi: «Ero partito da Alghero puntando alla classifica generale, ma il mio corpo nei primi giorni non rispondeva come avrei voluto. Per me è stato molto frustrante, ma la vittoria di oggi mi regala una bellissima sensazione. Sono felice di aver tirato fuori qualcosa di buono da questo giro per me e la squadra che mi continua a dare fiducia».
Le sue parole in conferenza stampa:
Perché non sei riuscito a fare classifica?
«Non saprei bene, ma qualcosa è successo. Ho avuto un paio di giorni negativi e in un grande giro non te lo puoi permettere. È stato deludente fallire con la classifica generale, ma quando capitano queste cose è anche bello provare la fuga e ottenere una vittoria di tappa».
C’è stato un momento preciso quando hai deciso di andare all’attacco quasi ogni giorno?
«Quando la classifica generale è andata è quasi naturale andare all’attacco nelle tappe, perché è il piano B. Però non è facile al Giro. Di certo in queste tappe di montagna è un po’ più facile saltare nei tentativi per provare a portarsi a casa la frazione. E sono contento di esserci riuscito».
Pensi ancora di essere un corridore da corse a tappe?
«Credo ancora di essere in grado di competere per la classifica finale di un grande giro, non abbandono ancora l’idea. Forse non avrò tutta una squadra per me e non potrò rimanere con Quintana in cima al Blockhaus, ma se voglio diventare come Dumoulin, rispetto al quale mi sento più affine, devo cercare di eliminare queste giornate negative che mi sono capitate.
Eri contento di essere in fuga con Landa?
«Ero contento di essere con lui perché Landa è un ottimo corridore, così ho cercato di rimanere con lui. Sapevo che l’arrivo era in discesa e dovevo prendere l’ultima curva in testa, lui mi ha un po’ chiuso, io ho pensato che non avrei frenato, anche col rischio di cadere, perché era l’unico modo per vincere».
Il Giro potrebbe essere un tuo obiettivo nel futuro, visto che ti sei appassionato al nostro paese guardando Pantani e Simoni?
«Amo il Giro e l’Italia, ho iniziato a correre qui a Lucca, sono stato per anni in altura ad allenarmi in un adorabile hotel proprio qui sopra l’arrivo chiamato Chalet Gerard. Queste zone le conosco quasi come fossero la mia casa, in ogni centimetro, perché ci vengo spesso ad allenarmi. Amo gli italiani, sono persone positive. Mi sorprende che solo ora ho raggiunto una vittoria al Giro, ma tornerò sicuramente».
Come pensi finirà questo Giro?
«Dumoulin è davvero molto forte secondo me, a maggior ragione con la crono finale. Ma se Nibali e Quintana vogliono vincere devono attaccare ogni montagna il più forte possibile. Devono sfruttare ogni centimetro possibile in salita».
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