
Il corridore di Traversetolo, che venerdì tornerà in gara alla Vuelta Castilla y Leon, ha colto l’occasione per ricordare la sua storia, da vicecampione del mondo della cronometro al rischio concreto di non poter più avere una vita indipendente a causa della caduta nel corso di una tappa del Tour de San Luis 2016. «Ho dovuto riimparare a vivere. Ho percorso tanta strada, la mia storia ha fatto il giro del mondo, sono passato dall’invidiare un vecchietto con il bastone che riusciva a camminare ad arrabbiarmi perché pedalo sulla salita su cui mi testo con 10” in più rispetto al mio tempo record. Il mio recupero è stato quasi miracoloso, persone nelle mie condizioni ci mettono in media un anno e mezzo per tornare ad essere in condizioni decenti, io dopo 7 mesi ero in Canada a gareggiare. Nel periodo della riabilitazione ho visto tante persone soffrire, il messaggio che voglio trasmettere a chi si trova in difficoltà è che con il duro lavoro e la volontà ce la si può fare a superare qualsiasi ostacolo».
Infine una battuta con il CT Cassani sulla sua forma atletica: «Vediamo come risponde questa macchina scassata… Il mio sogno era partecipare ai Giochi Olimpici, a Rio non ci sono potuto andare e a Tokyo non ci voglio andare perchè non mi piace il sushi».
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