I VOTI DI STAGI. DUMOULIN BRINDA CON NIBALI, PINOT E QUINTANA NO

GIRO D'ITALIA | 16/05/2017 | 20:17
di Pier Augusto Stagi    -

Tom DUMOULIN. 10. La “farfalla di Maastricht” si beve in un sol sorso la crono del Sagrantino. Tutto d’un fiato, senza dare segni evidenti di sbornia. Le gambe tengono, la testa pure. Alla fine, attaccato alla damigiana, festeggia una vittoria che pesa. Il ragazzo olandese non è proprio un pollo, in salita ha un ottimo passo, difficilmente si fa prendere dalla foga e procede sempre con grande lucidità. Certo che questo Giro non è chiuso e lui può essere attaccato, ma va fatto subito e bene. Perché il tulipano ha a propria disposizione ancora un bonus, alla fine, da Monza a Milano. Una crono che sembra essere per lui un calcio di rigore.

Geraint THOMAS. 9. Se non fosse stato travolto domenica poco prima del Blockhaus, sarebbe lì a lottare per la rosa, e per quanto mi riguarda sarebbe il favorito numero uno di questo Giro d’Italia. Forte in salita, fortissimo a crono, il suo unico punto interrogativo è dato dalla tenuta nella terza settimana: temo che si sia giocato molto, forse pure troppo, nella prima.
 
Vincenzo NIBALI. 8. Temeva di prendere una ciucca triste, invece alla fine festeggia con un bel brindisi a base di Sagrantino. Voleva delle risposte, le ha trovate. Voleva dare un segno, l’ha dato. Voleva ricordare che non è un campione in disarmo: lo sapevamo.

Bob JUNGELS. 8. Parte a razzo, chiude a missile. Il ragazzo nelle prove contro il tempo ci sa fare, ora deve dimostrare di sapersi gestire anche in montagna.

Luis Leon SANCHEZ. 8. Fa una crono pazzesca, il celeste Astana. Almeno oggi, è da applausi.

Vasil KIRYENKA. 7,5. Un quinto posto di assoluto livello, condizionato da una scivolata a 200 metri dal traguardo, che gli fa perdere qualcosa: sicuramente il podio.

Thibaut PINOT. 4. Dei big è quello che forse perde di più, in una giornata che poteva essere a lui favorevole. Nelle prove contro il tempo non è male, ma per Pinot il Sagrantino è un vino troppo amaro.

Bauke MOLLEMA. 6. Parte forte, poi paga. Però è lì, ed è quello che più conta. Lui è un osso duro da abbattere. Non molla mai: ci farà divertire.

Ilnur ZAKARIN. 6,5. Almeno non cade, e porta in albergo una buona prestazione.

Adam YATES. 6,5. Anche lui ha botte da tutte le parti e potrebbe realizzare una prestazione migliore di quella che offre oggi sulle strade di Montefalco. Ma per il giovane britannico è già importante restare lì, nel vivo della corsa.

Nairo QUINTANA. 5. Nelle prove contro il tempo aveva dato dimostrazione di essere migliorato, di aver perfezionato l’esercizio. Oggi un passo indietro, ma non è un dramma.

Domenico POZZOVIVO. 5. È un peso piuma come Quintana, su queste strade rischia di prendere il volo. Di più non può.

Davide FORMOLO. 5. Non è mai stato un drago nelle prove contro il tempo, ma per sognare un Grande Giro non si può perdere così tanto. Crescerà.

Matteo PELUCCHI. S.V. Fine del Giro. Arriva con un ritardo di 16’18” da Tom Dumoulin: fuori tempo massimo. Matteo era incerottato dall’Etna, e lamentava ancora dolori. Oggi sperava di avere ancora del tempo per recuperare, il cronometro ha detto no. Alla prossima.  

Mikel LANDA. 8. Chiude con il tempo di 54’31”. Per lui un 38° posto a 4’02” dal vincitore. Nonostante sia rotto e acciaccato, mette sulla strada una prova di assoluto valore tecnico. Per la rincorsa di Thomas è fondamentale.

Pavel BRUTT. 7. Rischia davvero l’osso del collo. Brutta caduta per Pavel. Il portacolori della GazProm Colnago finisce a tutta velocità fuori strada, andando a finire in una recinzione da cantiere e sbatte contro dei tondini di ferro. Infrangibile.

Marcin BIALOBLOCKI. 7. È suo il primo miglior tempo della crono del Sagrantino. È anche il primo a cadere in questa giornata difficile e ventosa. Il corridore della CCC Sprandi fa fermare le lancette con il tempo di 53'51’’. Un po’ di gloria anche per lui.

Mario CIPOLLINI. 8. Re Leone si aggira attorno alla foresta del Giro, indolente e sereno, senza cacciare. Però ruggisce: «La caduta di domenica? Un tempo i corridori segnalavano i pericoli, oggi nemmeno i compagni di Kelderman hanno il buon gusto, l’accortezza e diciamo pure l’intelligenza di segnalare un pericolo. Ai tempi di Moser, Saronni o Argentin, se facevi una cosa del genere, non so cosa avrebbero detto alla sera ai loro compagni di squadra». Re Leone, con buon gusto, evita di dire quello che avrebbe fatto lui.

GIURIA. 5. È una tirata d’orecchie, con un pizzico di ritardo. Non voglio apparire pedante e ripetitivo, ma nella scalata sul Blockhaus, quando Quintana scatta e se ne va, non ha vicino il cambio ruote. Non è colpa di Vittoria e nemmeno della direzione di corsa, ma del collegio di giuria che manda avanti al colombiano una vettura, mentre l’altra è alle spalle di Pozzovivo. Per circa 8’ il capitano della Movistar resta solo e senza assistenza alle proprie spalle: se avesse avuto un problema sarebbero stati dolori. Complimenti vivissimi.

Francesco MOSER. 10. È tra i promotori della «pedalata per la Sibilla», in programma il prossimo 24 settembre, un’occasione aperta a ciclisti e amatori che vedrà il campione trentino in prima fila assieme a tanti suoi colleghi. La pedalata, alla prima edizione, nasce dall’amicizia tra il campione trentino, Maurizio Messersì e Pasquale Morini, due imprenditori del territorio marchigiano colpito dal sisma. «I monti Sibillini sono qualcosa di unico e fantastico - ha spiegato Francesco -. Su queste strade ho corso tantissimo e ho tanti amici. Sono una comunità fantastica, che il ciclismo ha il dovere di non dimenticare».
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