Editoriale

di Pier Augusto Stagi

SOLO QUESTO. È volato via questo Tour, velocissimo, alla media record di 42,102 km/h, che ha polverizzato il record precedente datato 2005, quando la Grande Boucle si corse a 41,654 km/h, con la firma poi revocata e cancellata di Lance Armstrong. Altri tempi e altro tempo, ma quelli che stiamo vivendo, ciclisticamente parlando, sono bellissimi. È da quattro anni, da Julian Alaphilippe in giallo e dalla vittoria finale di Egan Bernal, che viviamo qualcosa di diverso, per approccio ad un evento che ha qualcosa di più, molto di più: i campioni.
Il nostro Giro è bello, ma manca la partecipazione corale dei migliori interpreti del mondo, e non solo e soltanto perché il Giro viene prima e si corre a primavera, mentre il Tour in estate: sul finire degli Anni Ottanta la nostra corsa era di pari livello, se non addirittura superiore a quella transalpina. È vero, c’era la Vuelta ad aprile ad anticipare la “corsa rosa”, ma basta parlare con Davide Boifava o Gianluigi Stanga, con Giancarlo Ferretti o chi volete voi, per sentire i racconti sull’allora patron del Tour Jean Marie Leblanc che piombava da noi a implorare i nostri team di varcare il confine. Per convincerli, mille attenzioni, non ultimo far trovare loro le ammiraglie già brendizzate al di là del confine. C’era però da pagare, perché i cugini monetizzavano anche la partecipazione dei team con circa 100 milioni di vecchie lire a squadra, e anche per questo molti club di casa nostra ci pensavano tre volte prima di oltrepassare il confine.
Era chiaramente un altro ciclismo, con un calendario nazionale ricco e intenso, soprattutto seguito e proposto adeguatamente bene sia dalla tivù che dalla carta stampata. Però Leblanc non si perse d’animo e riuscì a far comprendere ai nostri team manager che il Tour era il Tour e Stanga, da presidente internazionale dei gruppi sportivi, ben presto riuscì a far capire al gran capo francese e ai suoi accoliti che era necessario cassare quella fastidiosa e anacronistica “gabella”.
Insomma, sul finire degli Anni Ottanta il Tour non era appetibile e i cugini hanno incominciato una lenta ma inesorabile rincorsa, che ha riportato in pochi anni la Grande Boucle al centro del mondo. Come? Rendendo il loro evento planetario, appetibile e prelibato a sponsor che cominciavano ad essere multinazionali. Il Tour ha compreso, anticipato e accompagnato la globalizzazione, vendendo il prodotto alle televisioni del pianeta, interessate a irradiare un evento che aveva tutti i più forti interpreti del mondo. A noi cosa manca? I più forti interpreti. Solo questo.

NON SVEGLIATECI. Ha perso per una crisi di fame, ma è bene sottolineare che anche nel primo giorno nero della sua giovane carriera, Taddeo ha dimostrato di essere un fuoriclasse. Un altro, al suo posto, sarebbe probabilmente colato a picco. Con le crisi di fame non si scherza, generalmente quando le si patisce si va in bambola e si finisce a schifio: lui è stato anche capace di limitare i danni.
Ha perso per una crisi di fame, eppure affamato lo è sempre stato e lo sarà ancora: statene pur certi. Il talento di Tadej Pogacar non si mette in discussione, deve solo ripartire dagli errori fatti. È proprio vero, non si perde mai: o si vince o si impara. E il “re bambino” qualcosa imparerà di sicuro da questa inusuale esperienza. Una cosa però non dobbiamo dimenticarla: Tadej è un uomo per tutte le stagioni, da febbraio a ottobre, non so se il “re pescatore” Vingegaard potrà e vorrà esserlo. Se il danese ci ricondurrà ad un ciclismo pre-Sky o se proseguirà nel solco di questi ultimi anni, dove squadre e corridori hanno per certi versi abbandonato la frequenza di pedalata per privilegiare l’imprevedibilità e l’attacco.
Il pericolo è che questa battuta d’arresto possa indurre lo stesso Pogacar a rivedere la propria natura di corridore, a mettersi in discussione e assieme deporre nel cassetto l’istinto preferendo l’attesa. Se questo Tour rimarrà memorabile è grazie a Taddeo che non si è dato per vinto e ha accettato la sfida a viso aperto, ma un grazie va anche a Wout Van Aert, agonista nato e fuoriclasse assoluto. Così come il “re pescatore”, che ha messo nella rete lo sloveno e ha poi risposto colpo su colpo a Taddeo, sferrandogli il colpo finale e letale senza abboccare ai tranelli portati dal “re bambino”. Che Dio ce li conservi così, baldanzosi e agguerriti: spregiudicati. L’augurio? Che non cambi mai il loro modo di interpretare il ciclismo. Lasciateci sognare ancora un po’: non svegliateci.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
È una startlist di livello più che buono quella che andrà a caratterizzare la sesta edizione del Tour of Guangxi, corsa che, come è consuetudine degli ultimi anni, concluderà la stagione World Tour e che, rispetto al 2025, vedrà...


La spagnola Mavi Garcia quest’anno, a 41 anni, ha vissuto la sua stagione migliore della carriera vincendo una tappa al Tour de France Femmes e recentemente la medaglia di bronzo ai Campionati del Mondo in Ruanda. Risultati che hanno convinto...


Dopo il doppio appuntamento a Oropa con il Trofeo Tessile e Moda con partenza dal Valdengo ecco le graduatorie aggiornate della Coppa Italia delle Regioni.  Classifica IndividualeFra gli uomini allunga Christian Scaroni (225 pt, XDS Astana Team), che guadagna 24...


Dopo essere stato protagonista al recente Tour de Langkawi -  che ha concluso piazzandosi quarto nella classifica generale - Nicolas Vinokurov ha firmato un prolungamento di contratto con la XDS Astana fino alla fine della stagione 2027.  Ventitré anni compiuti...


Con l’ultima prova canadese a Mont-Sainte-Anne si è chiusa la Coppa del Mondo 2025 e con essa anche la stagione di gare della Wilier-Vittoria MTB Factory Team. Un’annata costellata da viaggi in giro per il mondo, da grandi gioie e...


Dopo il notiziario di Paolo Broggi, questa settimana abbiamo deciso di farvi sentire integralmente le dichiarazioni di Elia Viviani nella video-conferenza stampa che ha seguito l'annuncio del suo ritiro da ciclista. Con la consueta proprietà dialettica e profondità di pensiero,...


È un tracciato nel segno della continuità quello che gli organizzatori del Tour of Guangxi hanno approntato per la 6ª edizione della corsa a tappe cinese. Per l’ultimo atto del World Tour 2025, in programma da martedì 14 a...


Al suo secondo anno da Under 23 nel club spagnolo Technosylva Maglia Rower Bembibre, Fabrizio Crozzolo ha vissuto una stagione spettacolare nel calendario iberico di categoria e si è guadagnato un contratto biennale col Team Polti VisitMalta. Proveniente da una...


Dalla Cina ecco la prima vittoria di Samuel Quaranta. Il portacolori della MBH Bank Ballan CSB Colpack si è infatti aggiudicato la seconda tappa del Tour of Mentougou International Road Cycling Race (2.2) che si è disputata nella città di...


 Geoffrey Soupe ha salutato il gruppo salendo per due volte sul podio di tappa del Tour de Kyushu. Il 37enne francese, secondo nella frazione con arrivo a Minamiaso e terzo oggi a Saiki, scende di sella dopo quindici stagioni da...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024