Editoriale

di Pier Augusto Stagi

CASO UNICO. Sentenza unica oltre che storica. Unica perché non sarà facile che si ripeta, storica perché la decisione del Tribunale Nazionale Antidoping non so se potrà fare giurisprudenza, ma ha il merito di aver anteposto ai codici e ai nanogrammi il buon senso, comportandosi da buon padre, dopo aver ascoltato una madre.
La vicenda è quella che ha visto come protagonista M.C. - ha solo 15 anni - risultato positivo ad uno steroide anabolizzante al termine di una corsa. La sua assoluzione, decretata dal Tribunale Nazionale Antidoping, ha fatto quasi gridare allo scandalo, perché per la prima volta un ciclista risultato positivo e che in sede processuale aveva ammesso l’utilizzo della sostanza in questione, è stato assolto per inconsapevolezza.
Il merito di questa sentenza è chiaramente dell’avvocato Celestino Salami e dei suoi periti che hanno redatto la memoria difensiva, ma anche e soprattutto del TNA che ha messo sul tavolo, oltre al codice, anche il cuore, provando a capire, a ragionare, visto che di fronte non aveva un atleta fatto e finito, con alle spalle decine e decine di controlli antidoping , ma un ragazzo al primo controllo in carriera.
I fatti sono stati ricostruiti un po’ da tutti i quotidiani e dai siti che hanno ripreso la notizia. Un anno fa la mamma di M.C. dopo essersi ustionata con il ferro da stiro, aveva fatto ricorso al Trofodermin, unica pomata che contiene il Clostebol: la sostanza incriminata e rilevata nelle urine del figlio.
È bene ricordare che sulla scatola del prodotto incriminato appare chiaramente il bollino rosso, ma avendo gettato la confezione, al momento di farne nuovamente uso per il ragazzo vittima di una brutta caduta, la mamma non se n’è ricordata. Molti hanno gridato alla negligenza. Negligenza di un ragazzino di 15 anni al suo primo controllo? Io grido alla grandezza di un tribunale che per una volta fa lo sforzo di capire e di immedesimarsi e non chiude gli occhi, ma li apre. La Procura si appellerà? È molto probabile. Ma i meriti del TNA sono evidenti quanti inappellabili. Farà giurisprudenza? Certo che sì, ma a queste condizioni: un ragazzino di 15 anni, al suo primo controllo della vita, che dopo una caduta si affida alle cure amorevoli di una mamma. Un caso unico.

LA DICE LUNGA. Ha già visionato le tappe dello Stelvio e di Madonna di Campiglio e ha in serbo di provarne altre, per arrivare sulle nostre strade più preparato che mai. Romain Bardet fa quello che dovrebbero fare molti suoi colleghi: prendere coscienza. Capire quali sono i propri limiti e, di conseguenza, rivedere e adeguare le proprie ambizioni. Ha sempre puntato al Tour, Romain. Era e per certi versi resta la grande speranza francese per i Grandi Giri, ma è anche vero che non si può continuare ad investire solo e soltanto su un Grande Giro all’anno per poi rischiare di rimanere sempre senza fiches in mano.
Ora la scommessa si chiama Giro d’Italia. Bardet riparte da se stesso e dalla nostra corsa, che non è chiaramente il Tour e probabilmente non lo sarà mai, ma è pur sempre un Grande Giro che può essere corso da protagonista, lui che lo è stato almeno in un paio di edizioni anche sulle strade di Francia.
Punta al Giro d’Italia e poi alla Vuelta, mettendo nel mirino pure a Olimpiade e Mondiale (farà anche Strade Bianche, Tirreno-Adriatico e Tour of the Alps). Era tempo di provare qualche cosa di diverso, ha detto il galletto dell’Ag2r. Era ora di uscire da una comfort zone per provare l’esperienza al Giro: dovrebbero farlo tanti altri corridori, che si accontentano ogni anno di inseguire un “esimo” in Francia, anziché provare almeno a salire sul podio della nostra corsa regina. C’è chi ribatte che tutto questo la dice lunga sulla considerazione che il mondo del ciclismo ha sulla “corsa rosa”, sempre più distante dalle ambizioni di team e dei corridori di rango. Per quanto mi riguarda, mi fa riflettere sulle scelte scellerate di certi team manager e corridori.

PROVIAMO A CAMBIARE. La storia la conoscete perché tuttobiciweb ve l’ha narrata in tempo reale. È la storia di Andrea, ragazzino autistico di 16 anni che per le vigenti regole non può correre con gli altri, ma deve scattare dal via con qualche secondo di anticipo, in questo caso 30. La cosa bella è che nella gara di Serravalle Sesia, nel Vercellese, i dieci giovani ciclisti che avrebbero dovuto competere con Andrea, si sono ribellati al volere del collegio di giuria (sia ben chiaro, i giudici hanno applicato i regolamenti, ma questi possono anche essere rivisti, corretti, cambiati…): se non può correre con noi, allora ci ritiriamo tutti. Una scena degna de L’attimo fuggente e del professor John Kaeting che, cacciato dalla scuola, vede i suoi ragazzi ribellarsi, rendendogli omaggio. Vi ricordate? Uno dopo l’altro, salgono in piedi sul banco per gridare: «Capitano, mio capitano!». Una scena potente e universale, che ci dice che ognuno di noi ha assolutamente bisogno di buoni maestri. E anche la storia di Andrea qualcosa ci insegna, per provare a cambiare.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Seguendo la procedura di registrazione per le squadre professionistiche UCI (UCI Women's WorldTeam, UCI WorldTeam, UCI Women's ProTeam e UCI ProTeam), l'Unione Ciclistica Internazionale (UCI) annuncia oggi i nomi delle squadre a cui è stata concessa la licenza per il...


Il Red Bull Peloton Takeoff è realtà: un’impresa storica in cui la sola forza fisica e il lavoro di squadra hanno permesso di raggiungere un primato mondiale senza precedenti. Nove corridori Red Bull-BORA-hansgrohe, guidati da Florian Lipowitz (terzo classificato al...


De Rosa presenta la nuova 70 che accompagnerà il team VF Group-Bardiani CSF-Faizanè nel 2026. «La scorsa settimana mi ha chiamato un giornalista, stava facendo il giro dei brand per sapere delle bici dei team e mi ha chiesto il colore...


La stagione 2025, con le sue 54 vittorie, è già storia, e la Soudal Quick Step si sta preparando per il prossimo anno, che avrà nuovamente il via al Tour Down Under in Australia. Prima di partire per l'emisfero australe...


Non è mai un bel segnale quando una squadra, piccola o grande che sia, chiude. Ad annunciare l'addio alle competizioni stavolta è la Continental ungherese Karcag Cycling che ha dato l'annuncio sulle sue pagine social. Nella formazione magiara in questa...


Sì al Giro delle Fiandre, dove debutterà davanti al proprio pubblico, no alla Sanremo e al Giro d’Italia, obiettivo classiche delle Ardenne e poi Tour de France. È al sole dell’isola di Maiorca, dove è arrivato sabato, che Remco Evenepoel...


Davide Formolo è costretto a sottoporsi ad un intervento chirurgico per un banalissimo incidente domestico ed è lo stesso corridore veronese della Movistar che racconta l'accaduto: «Non c’è niente da fare, la vita è strana a volte: percorri circa 30k...


Che cosa unisce un critico d’arte a un ingegnere, che cosa collega un tecnico di laboratorio a un docente di geomatica, che cosa affratella un giornalista e un senatore? Che cosa c’entrano le politiche del territorio con l’ingegneria meccanica e...


In occasione della Beltrami TSA Open House di Reggio Emilia, ci siamo soffermati al termine dell'evento con Fabiano Fontanelli, che ci ha raccontato la genesi del suo libro che narra sia la sua vita ciclistica da vincitore e da gregario...


Campa Bros nasce nel 2004 con un solo obiettivo, ovvero portare nel mercato italiano e nelle mani di tutti gli appassionati componenti e accessori di ottima qualità per il mondo della mountain bike. Materie di prime ricercate e lavorazioni precise restano...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024