Più incerto ma egualmente
emozionante il traguardo del campionato europeo di Nyon, con un altro successo di
Sofia Bertizzolo. “Sofferto fino
all’ultimo metro, in volata non si sa mai. Poi partivamo con le nostre sotto i
riflettori. Hanno saputo tener testa ad una concorrenza agguerrita, padrone
della corsa conquistata con un sprint serrato ma vincente».
Proprio nel
successo della Bertizzolo in terra elvetica, con il tricolore coperto dalla
maglia di campionessa europea, Casarotto trae motivo per un’altra arma vincente
della stagione. «Se il gruppo, la squadra
è stata fondamentale, altrettanto e forse di più è stata l’umiltà con cui
abbiamo affrontato tutta la stagione. Quando si conquistano obiettivi
importanti verrebbe facile sedersi, rilassarsi nei successi ottenuti. Invece ho
avuto la fortuna di lavorare con ragazze mature, capaci di darsi obiettivi e
raggiungerli, di rimettersi sempre in gioco, di imparare e cogliere spunti
importanti dalle esperienze ed anche dagli errori fatti. E’ stato così per
tutte, anche per le ragazze che magari si sono fatte vedere meno, ma che devo
ringraziare al pari di quelle che ci hanno regalato grandi gioie. Parlo di
Marchetti e Simeoni, grandi lavoratrici specie nelle fasi centrali di gara. Poi
Pillon e Campagnaro: quest’ultima partita molto bene, ha conquistato tanti
piazzamenti, pedina fondamentale nelle fasi finali di tante corse con compiti
delicati di controllo nei gruppetti delle inseguitrici».
Non una squadra a
due punte dunque ma Breganze Millenium si è mossa sempre a favore di chi stava
meglio e poteva cogliere l’occasione giusta. «A Valvasone Sara Pillon è andata a podio con il terzo posto e la
Beggin ha lavorato tutto il giorno – prosegue Casarotto – ed a Racconigi abbiamo vinto con la Strozzo,
con un grande lavoro ancora della Beggin, vincente otto giorni prima con un
grande finale in coppia con la Bertizzolo a Bottanuco. La vittoria della
Strozzo dimostra come lo spazio ci sia stato per tutte e la felicità per la
vittoria di Francesca è stata grande per tutti noi».
Due i capitoli a parte che hanno strappato a Casarotto qualche lacrima. «Le Olimpiadi giovanili in Cina ed il Mondiale. Avere una propria atleta che sale su un podio olimpico ripaga di tutto, come il campionato italiano di Varese. Sentire raccontare la Beggin dell’esperienza olimpica, le sue emozioni, i ricordi, qualche amarezza e le gioie provate è stato splendido. Non pensavo di arrivare a tanto, ad una medaglia d’oro che per noi ha un peso che va al di là della sostanza. Con una ragazza di primo anno come Sofia Beggin, davvero una soddisfazione immensa. Poi il Mondiale di Ponferrada. E lì, dietro le transenne, l’ultimo chilometro l’ho quasi pedalato con la Bertizzolo. Con un pizzico in più di esperienza e di scaltrezza forse avrebbe potuto farcela, forse quel bell’argento sarebbe potuto diventare oro. Ma abbiamo dimostrato anche in Spagna di essere ai migliori livelli mondiali, soprattutto quando c’è da fare selezione importante sulla testa della corsa. Tornare dai Mondiali con un argento mi ha fatto sentire orgoglioso».
Se le prestazioni e
l’interpretazione della corsa sono state spesso corali, l’entourage ha seguito
questa filosofia. «Le responsabilità
delle scelte tecniche in corsa me le sono sempre prese in prima persona ma una
stagione così – ci tiene a precisare Casarotto – è stata possibile grazie a splendidi collaboratori che hanno speso
tanto tempo libero e tante domeniche per lavorare con noi, seguire e gioire per
le belle vittorie ottenute. A loro un grazie speciale per la dedizione e la
professionalità».
E’ tempo di guardare avanti, pensare al 2015 con la stessa filosofia di sport, la stessa organizzazione e la stessa squadra. «Ripartiremo con la stessa squadra, con i due soliti importanti concetti basilari con cui ricominciare già dall’inverno: il gruppo e l’umiltà. Ripartiremo da zero, riproponendoci nuovi obiettivi, con qualche nuovo innesto. E nei momenti duri faremo affidamento ai ricordi ed ai risultati di tutta questa bellissima stagione!».