| 01/03/2006 | 00:00 Abbiamo ricevuto questa lettera da parte di un gruppo di tifosi di Marco Pantani e ve la proponiamo.
Gentile redazione, voglio complimentarmi con voi per il vostro lavoro e per le precise e sempre attente notizie che fornite.
Siamo un gruppo di amici, fondato principalmente da me e dal mio socio, tifosi del Pirata. Abbiamo creato la scorsa estate «la Fabbrica delle idee» e collaboriamo con la Fondazione Pantani in ricordo di Marco per ridargli la dignità che merita. Noi a differenza del gruppo "nessunotocchipantani" non facciamo gli avvocati o gli investigatori, ma cerchiamo di portare l'amore per Marco in mezzo alla gente. Abbiamo un sito, un forum e molti di noi scrivono anche su quello ufficiale, io non più. Siamo quelli che sono spesso a molte tappe con striscioni, volantini e bandiere, quelli che continuano a portare con il cuore pieno di orgoglio il nome di Marco in giro.
I genitori ci conoscono e personalmente mi hanno detto che è un modo splendido di ricordare Marco.
Noi non abbiamo mai scritto a nessun giornale ma ci teniamo molto e crediamo in questo progetto per il nostro volantino che vi allego e riporto qui sotto. Non siamo quelli dei grossi paroloni o quelli che cercano giustizia, siamo tifosi che portano un gran campione nel cuore e che in sua memoria cercano di essere come il mio striscione, "Ovunquepresenti". Con la speranza di poter vedere pubblicato il volantino anche senza foto del Pirata, vi auguro buon proseguio di lavoro e vi saluto cordialmente.
Mao Veronesi
www.fabbricadelleidee.splinder.com
Ecco il volantino de «la Fabbrica delle idee»:
Sono passati due anni dalla scomparsa di Marco Pantani. L'avevamo innalzato sugli allori quando ci faceva sognare e portava alto il tricolore nel mondo; quando il sistema gli ha voltato le spalle nulla abbiamo fatto per non condannarlo e per garantirgli il diritto di difesa che ad ogni imputato deve essere garantito. E' stata la storia di un uomo che ha pagato con la vita la gogna mediatica che i giornali gli hanno imposto. In pochi giorni tutti siamo diventati esperti di ematocrito, di Epo e di doping, ignorando i motivi della squalifica, ignorando il clima inquisitorio che vivono gli atleti durante le gare, ignorando gli stati d'animo di una persona la cui unica colpa è stata di essere troppo fragile. Non mi sento vittima dell'ereditario buonismo all'italiana, ma solo della voglia di voler riaprire una pagina che è stata frettolosamente chiusa dall'opinione pubblica, voglia di comprendere la ragioni che hanno condotto alla morte una persona che ha emozionato tutti. Speriamo di non essere i soli ad essere animati da questo sentimento. Crediamo che sul doping ci sia una quantità di ipocrisia spaventosa, come su altre questioni del resto. Pantani è una vittima del sistema, ma rimane un grande campione. Ma quello che tanti tifosi si chiedono è questo: Marco era in pericolo di vita gia nel '99 dopo la squalifica a Madonna di Campiglio? Nella camera dell' Hotel Le Rose è accaduto qualcosa di strano? Di ciò sono certi i genitori che hanno ipotizzato una ricostruzione dell'accaduto.
Marco sarebbe stato aggredito alle spalle da una persona che gli fece ingerire la cocaina. Nessuno si è mai chiesto il motivo per cui la giustizia sportiva su Marco abbia continuamente sospettato la sua colpevolezza senza richiedere una prova certa come l'esame del DNA? Perchè nessuno ha chiesto al medico legale che eseguì l'autopsia sul corpo di Marco perchè abbia raccontato due versioni dei fatti? Perchè nessuno parla delle parole dell'ultima lettera di Marco, che scrive “i ragazzi che credono in me devono parlare” e nessuno parla, spiega, racconta, si unisce per dire cosa successe a Marco, nessuno dice a chi era scomodo per portarlo a farsi del male, a torturarlo con continui controlli fino ad arrivare al linciaggio mediatico? Domande a cui nessuno ha dato ancora spiegazioni, come accadde fin dalla trasmissione Porta a Porta di 2 anni, quando furono frettolosamente zittiti Marco Velo e Roberto Pregnolato che parlavano di come la sera prima del 5 giugno '99 gia' giravano voci sul fatto che Pantani sarebbe stato fermato il giorno dopo, e si è anche saputo che Marco doveva essere fermato già nella tappa di Oropa... Marco è stato ACCUSATO PROCESSATO E CONDANNATO DAPPERTUTTO: un atto meschino verso un uomo prima di tutto buono che amava e teneva ai suoi tifosi che non lo hanno mai abbandonato incitandolo fino all'ultimo Giro d'Italia e ricordandolo ora in ogni occasione. Non ci sono tempi, modi, gala' e raduni ciclistici, chi ama Marco lo ricorda sempre! Con Pantani abbiamo passato i più bei momenti di vero sport che forse mai più proveremo... Noi questo lo sappiamo, ed è per questo che chiunque continui a parlare di doping è solo una persona che non è riuscita ad entrare dentro l'uomo che si è fatto leggenda. Non facciamo gli avvocati o gli investigatori - LO SCOPO DI PRIMARIA IMPORTANZA E' PORTARE MARCO NEL CUORE DELLA GENTE -. La verità vorremmo saperla tutti, ma per questo compito ci sono magistrati e avvocati. Marco è stato un ragazzo speciale, un campione unico che ha lasciato un segno indelebile in questo amato sport. La Fabbrica delle Idee che collabora e aiuta la Fondazione Pantani ricorda l'amato campione in ogni occasione con iniziative e idee perchè il nome del Pirata sia ricordato con rispetto, amore e perchè gli venga ridata la dignità che merita. La voce dei tifosi on line di Marco Pantani
siti visibili: www.fondazionemarcopantani.it www.pantani.it
www.fabbricadelleidee.splinder.com www.spaces.msn.com/members/maoplanet www.milotyforpirata.blog.excite.it
www.marcopantani.cjb.net
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