ELEZIONI FEDERALI. Di Rocco verso il terzo regno

| 12/01/2013 | 11:11
Oggi pomeriggio a Levico Terme, in Trentino, la Federciclismo eleggerà il nuovo presidente per il quadriennio 2013-2016. E tutto fa pensare che si vada verso il terzo mandato consecutivo di Renato Di Rocco. I delegati con diritto di voto sono 264: 211 in rappresentanza degli affiliati (società), 24 degli atleti e 29 dei tecnici. Per la legge Melandri, quando un presidente di federazione corre per il tris, i quorum da raggiungere sono diversi: 55% dei votanti per Di Rocco, 50% più uno per i suoi cinque sfidanti.

Sondaggi Di Rocco, vicepresidente dell'Uci (la federazione mondiale), guida la Fci dal 2005 e ha riportato il ciclismo nella Giunta Coni. I sondaggi delle due ruote lo danno molto sicuro della riconferma al primo scrutinio. Il terzo mandato consecutivo, dopo la lotta al doping culminata nello sbarramento alla maglia azzurra a chi è soltanto citato nelle inchieste dei magistrati, coinciderebbe con l'ora dello sviluppo e della nuova Struttura tecnica, nel nome di Paolo Bettini e del nuovo c.t. Maximilian Sciandri.

Gli sfidanti I cinque candidati, alcuni dei quali hanno lavorato fino a pochi mesi fa nella squadra di Di Rocco, sono Rocco Marchegiano, presidente del comitato regionale piemontese e già responsabile del settore pista Fci; Davide D'Alto, milanese, vicepresidente nel 2001 e 2005, che si è occupato soprattutto della mountain bike; Claudio Santi, piacentino, già capodelegazione della Nazionale ai Mondiali di Lisbona, Zolder, Hamilton e Verona, organizzatore della Sei Giorni di Fiorenzuola; Gianni Sommariva, bergamasco, vicepresidente della Federazione e organizzatore della Settimana Lombarda; Salvatore Bianco, leccese, presidente del Comitato regionale pugliese fino al commissariamento, per tre volte in passato candidato alla presidenza.

Le regole Qual è la legge che regola l'elezione? Di Rocco deve raggiungere il 55% dei votanti, gli altri il 50% più uno. Nel caso in cui Di Rocco si fermi, per esempio, al 54%, allora si va alla seconda votazione, ancora con tutti e 6 i candidati. Per Di Rocco, anche al secondo turno il quorum è del 55%, per gli altri 50% più uno. Se anche in questo caso non ci fosse un presidente, l'assemblea verrebbe aggiornata e Di Rocco, come presidente in carica, la riconvocherà entro 90 giorni. In questo caso sarebbe comunque lui a votare il 19 febbraio l'elezione del nuovo presidente del Coni e il 1° marzo, a Parigi, il nuovo vertice dell'Unione Europea del ciclismo.

Il bilancio «Io sono molto sereno, questo quadriennio si è chiuso bene, con i settori della Federazione che ormai parlano un linguaggio unico — spiega Di Rocco, 66 anni — . Se penso che il secondo mandato si era aperto con il caso di Basso... Abbiamo pedalato sempre in salita, non è stato facile reagire, il Coni è stato il nostro maggior accusatore, ma alla fine ha riconosciuto quanto abbiamo fatto contro il doping, con azioni forti che nessuno ha mai messo in discussione. Abbiamo risanato il bilancio, creato 80 ciclodromi per far giocare i bambini e 14 piste di Bmx, aperto il velodromo di Montichiari, messo le basi per lanciare quello di Assago».

Premiazioni Una delle decisioni più forti è stata quella di non prevedere più le premiazioni individuali nei giovanissimi, a favore dei riconoscimenti al team: «Ha fatto molto scalpore nella base, un terzo delle nostre società sono di giovanissimi. Ma dovevamo combattere l'agonismo precoce, bambini di 6 anni che fanno i rulli come riscaldamento prima di una corsetta. Alfredo Martini, un giorno, ha detto: "I giovani hanno il diritto di perdere". E poi ho cercato di interrompere la dipendenza dalla strada, con una domenica al mese dedicata a un'altra disciplina. Abbiamo dovuto contrastare una visione che diceva "si è sempre fatto così". Nel mio programma, il centro della struttura tecnica sarà Paolo Bettini: più che commissario tecnico, uomo di relazione tra i settori, direttore generale della struttura. Ruolo che tutti gli riconoscono in quanto leader naturale».

da «La Gazzetta dello Sport» del 12 gennaio 2013 a firma Luca Gialanella
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COMMENTI
Esercizio del tradimento
12 gennaio 2013 12:23 cesco381
È stato certamente l'esercizio più diffuso nella nottata che ha preceduto le votazioni di oggi pomeriggio. Il presidente e' maestro nella gestioni dei più reconditi desideri dei vari delegati! Ho letto che vuole costituire un consiglio di amministrazione e non un consiglio federale,espressione politica non della base ma dei suoi accordi pre-elettorali., che nulla hanno a che vedere con l'interesse del ciclismo.

Ha ragione cesco381
12 gennaio 2013 13:30 magico47
C'è del torbido nel Ciclismo dirigenziale....molto di più che in una fogna di calcutta!

Loriano Gragnoli DCI
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Futuro presidente
12 gennaio 2013 13:45 The rider
Io mi auguro che vinca CLAUDIO SANTI!

Pontimau.

12 gennaio 2013 14:24 LampoJet
Tre mandati non dovrebbero essere permessi in nessuna carica. Mi chiedo come mai sia possibile una simile cosa. Per Di Rocco basterebbe applicare le (sottovalutate) teorie del Lombroso per capire che persona sia.

Gli italiani
12 gennaio 2013 15:35 teos
Maestri indiscussi di autolesionismo & masochismo. Come noi nessuno mai.

scelta
12 gennaio 2013 15:41 sasa
Quanti voteranno per Di Rocco, poi, in futuro abbiano il pudore di non lamentarsi della scelta fatta e tenersi caro caro il presidente tris che, forse del tri-consenso potrà fare davvero tutto ciò che vuole!!!

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