ACQUA&SAPONE. Betancur, Di Luca e un'altra grande tappa

| 12/03/2012 | 18:44
Il team Acqua&Sapone ci teneva tantissimo ... e si è visto sin dall’inizio di questa sesta tappa della Tirreno – Adriatico: la corsa, con arrivo ad Offida, ha visto Carlos Betancur protagonista di una bellissima fuga insieme ad altri sei compagni di avventura e Danilo Di Luca ancora una volta protagonista di un bellissimo finale.
Betancur ha più volte rilanciato l’andatura dei fuggitivi prima di essere ripreso a meno  di 6 km dall’arrivo. La sua azione era stata preparata già dal mattino. La sua presenza nel gruppo di testa ha fatto si che la squadra potesse correre coperta fino ai km finali. Il colombiano, uno dei giovani più interessanti del plotone, ha già vinto lo scorso anno il giro dell’Emilia e, da under 23, ha conquistato un giro Bio e l’argento ai campionati del mondo.
Esaurita la fuga, Codol, Garzelli, Miholjevic, hanno fatto in modo di tenere alta l’andatura e al coperto Di Luca. “Sull’ultima salita – racconta Di Luca - a meno di due km dall’arrivo l’andatura si è alzata ulteriormente ed ho provato a portare via un gruppetto ristretto facendo un bel forcing. Siamo rimasti io e Nibali; dietro di noi hanno scollinato non troppo lontani una decina di corridori, e tra questi Sagan. Si è visto subito che Sagan lavorava per Nibali – continua Di Luca – e, visto come è andato in questi giorni, ho pensato avrebbe tenuto chiusa la corsa per consentire la volata a Nibali. Così quando è partito Rodriguez ho esitato, aspettando che si muovesse Sagan”. In realtà il corridore della Liquigas ha continuato in progressione, ma non ha chiuso subito il “buco”. Così Di Luca è stato costretto a fare una volata lunga per provare a chiudere il gap con lo spagnolo. “quando ho visto che Sagan non riusciva a chiudere sono partito lungo –conferma Di Luca – ma ormai il vantaggio era troppo”.
Per Di Luca, in questa Tirreno – Adriatico, due bei piazzamenti che, però, forse non rendono giustizia alla prestazione del corridore dell’Acqua&Sapone: “ho corso una buona Tirreno ma ho raccolto poco. Se per la tappa di oggi e quella di Chieti ho pochi rimpianti,  quella che invece mi lascia l’amaro in bocca è la tappa con arrivo a Prati di Tivo. Probabilmente è la tappa in cui sono andato più forte ed è stata proprio quella dove ho raccolto meno: a Prati di Tivo avevo un’ottima condizione ed ero determinatissimo. Una caduta poco davanti a me durante l’ultima discesa ha causato un “buco” dalla testa della corsa che mi ha portato ad iniziare la salita con un minuto e trenta di ritardo dai primi. Ho fatto la salita conclusiva fortissimo, ma ho perso un’occasione fantastica per vincere la tappa. Con ogni probabilità non avrei vinto la Tirreno -ammette Di Luca - perché ci sono altri corridori che a cronometro vanno più forte di me; ma per me sarebbe stata un’altra Tirreno Adriatico”.

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