Nella tappa più dura del Giro di Turchia Alessandro Petacchi ritrova il sorriso. Dopo 207 km sotto una pioggia a tratti torrenziale e con strade d'altri tempi, lo spezino regola il gruppo e fa riapparire il sole tra le nuvole di Pamukkale.  «Oggi mi sentivo davvero bene nonostante la pioggia e la tanta fatica accumulata lungo la strada. Considerando le mie caratteristiche, la prestazione di oggi dimostra che sono in condizione. Qualche volta riesco ad andare bene in salita. Ho seguito le mosse del corridore della FDJ che ha fatto un gran lavoro nel finale e sono entrato in azione ai 300 mt, in extremis ho superato l'ultimo atleta che mi precedeva [Bartosz Huzarski]. Ringrazio tutta la squadra per il gran lavoro fatto, in particolare i due compagni, che erano con me nel primo gruppo [Aitor Perez Arrieta e Denys Kostyuk]. A un certo punto avevo detto loro di non tirare più perché credevo non saremmo riusciti a rientrare sui due in fuga, ma non mi hanno ascoltato e hanno continuato a fare l'andatura. Sono stati grandiosi». Davvero impressionante il rush finale dello sprinter della Lampre Isd, che ha impallinato il polacco Bartosz Huzarski (NetApp), il quale può consolarsi con la conquista della maglia di leader della classifica generale, e il russo Alexander Efimkin (Team Type 1). Ancora più impressionante il distacco accumulato dal gruppone dei ritardatari: in un centinaio hanno tagliato il traguardo ben 46'54" dopo il "Peta". Ritirati, tra gli altri, gli italiani Viviani (caduto), Belletti e Frapporti (influenzati), Ginanni, Solari e Grendene. Petacchi ha da festeggiare oltre che per il successo odierno, per l'evidente buona forma: «La corsa è stata davvero impegnativa soprattutto per la lunga salita iniziale che ha fatto grande selezione. Sono riuscito a stare davanti e non so quasi come sia stato possibile. Anzi lo so: prima del Giro di Turchia mi sono allenato parecchio sull'Etna con il mio compagno Michele Scarponi in vista del Giro d'Italia. Ho scalato tante salite, l'Etna almeno sei volte in undici giorni, solamente per tornare in albergo. Sono dimagrito e sono migliorato in tenuta, al momento forse mi manca un po' di esplosività ma la gamba c'è». Non ha nessun rimpianto nemmeno per quanto accaduto nella prima tappa: senza il minuto di penalità commissionatogli dalla giuria per comportamento antisportivo oggi sarebbe primo in classifica. «Indossare la maglia simbolo del primato nella generale fa sempre piacere, ma ormai è andata così. In più ho già in mente di non prendere parte all'ultima tappa per tornare a casa e avere almeno il tempo per rifare la valigia prima di rimettermi in viaggio per il Giro...».

da Pamukkale, Giulia De Maio