Donne. Il Trentino cerca l'erede di Fabiana Luperini
| 03/06/2010 | 12:53 Anche ora che non pedala più in gruppo ed ha deciso al termine della passata stagione di chiudere con l’attività agonistica, Fabiana Luperini rimane sempre la protagonista assoluta nelle diciassette edizioni del Giro del Trentino che, dal 18 al 20 giugno prossimo, si presenterà al pubblico degli appassionati per la diciassettesima volta. La fuoriclasse pisana ha firmato ben sei volte con il proprio nome l’albo d’oro portando al termine della corsa sulle proprie spalle la maglia di leader della classifica generale. Da giovanissima, a soli ventuno anni ed in coincidenza con la sua esplosione a livello internazionale, la Luperini, allora in casacca Sanson e diretta dall’ex professionista e commissario tecnico Marino Amadori, face suo il Giro del Trentino. Per poi replicare prontamente l’anno successivo, nel 1996, sempre in maglia Sanson e sempre con il vuoto alle sue spalle. La scalatrice toscana si ripeterà alla grande nel 1999 con la vicentina Gas Sport Team, primo dello storico poker nel 2001 con la squadra Edilsavino Anusca diretta dall’indimenticato Davide Savino. Il resto di una favola meravigliosa appartiene al passato recente. Nel 2002 arriva il quinto successo sempre con la Edilsavino. E quando parrebbe passato il bel tempo per la Luperini, nel 2008, a pochi giorni dalla conquista del suo quarto tricolore e del suo quinto Giro d’Italia, arriva la sesta, storica, inaspettata vittoria. Ottenuta, come le precedenti, di forza, staccando le avversarie sulla salita verso Coredo, nel cuore della Val di Non. “Il Giro del Trentino è proprio una corsa adatta a me – aveva dichiarato la Luperini in conferenza stampa pochi minuti dopo la sesta vittoria nel 2008 – perché negli anni mantiene intatto il suo valore tecnico e privilegia tracciati severi, difficili, in grado di provocare la selezione. Mi lega a questa corsa un rispetto profondo ma anche una serie di ricordi che hanno accompagnato la mia carriera. Vittorie di tappa, successi finali ed un pensiero ad Audenzio Tiengo che ha avuto la geniale intuizione di inventare una gara come questa e di farla vivere negli anni!”.
Ma la storia sportiva del Giro del Trentino è un rullare di campionesse sulle strade trentine ed un albo d’oro che parla da sé. Dal primo successo nella prima edizione ad opera di una atleta affermata, la lecchese Imelda Chiappa, che con i colori della storica As Merate, si fece interprete in quegli anni di un ciclismo femminile a suo modo all’avanguardia, capace di farsi sentire sulle strade del mondo. Ma anche la marcata presenza ed incidenza sulla corsa di patron Tiengo di un blocco straniero che negli anni si è fatto sentire sempre più. La prima non italiana ad imporsi arriva subito, nel 1997 ed è la finlandese Pia Sunsted, che proprio al Trentino riuscì ad imporsi all’attenzione del grande ciclismo prima di brillare in una carriera di fatica, devozione alla squadra ma anche con successi di valore. La doppietta della russa Svetlana Bubnenkova, grintosa russa che nel 2005 levò tutte di ruota alla prima tappa e chiuse subito i conti con distacchi abissali. Mentre nel 2006 dovette faticare e controllare, attaccare e soffrire sino all’ultimo prima di ripetersi nel giro di dodici mesi dal primo acuto. Il bel successo della lituana Edita Pucinskaite arriva nel 2007, con due successi di tappa e l’en plein conclusivo sull’erta di Faedo, prima di vestire la sua seconda maglia rosa consecutiva al Giro d’Italia. E l’iride, brillante e pronto a dar merito agli organizzatori trentini, della gallese Nicole Cooke, capace di sovvertire i pronostici, rompere gli indugi nella seconda ed ultima tappa della passata edizione, aggiudicarsi tappa e Giro sempre al culmine della temuta salita di Faedo. Una Cooke, nel 2009 fresca del titolo olimpico di Pechino e di quello mondiale di Varese, che centrò il primo successo in maglia iridata proprio al Giro del Trentino, che rimase il suo sigillo più bello della scorsa stagione.
Mai trascurata dagli sportivi, tanto meno dal Giro del Trentino, la madrina e testimonial della corsa, l’enfant du pays Luisa Tamanini, che il Giro nella sua terra riuscì a vincerlo nel 2003 in un’altra edizione sofferta e ricca di agonismo. Oggi la Tamanini è un’atleta matura, capace di vincere i Giochi del Mediterraneo nel 2008 e di divenire negli anni un sicuro punto di riferimento per la nazionale quando in palio c’è il campionato del mondo. Come nell’ultima edizione elvetica di Mendrisio, quando la trentina di Mattarello contribuì al successo della vicentina Tatiana Guderzo.
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