La lettera. Di Leo: «uniamoci, se vogliamo salvare il ciclismo»
| 01/03/2010 | 11:16 Riceviamo e pubblichiamo una lettera che è un drammatico grido d'allarme e provine diretamente da "dentro" il mondo del ciclismo:
Buongiorno a tutti, mi chiamo Rossella Dileo e vorrei solo proporre il mio punto di vista al "femminile" visto che purtroppo ho l'impressione che il mondo del ciclismo si stia spegnendo o meglio... autodistruggendo. Ho guardato il filmato del Team Rodella che ha rappresentato in modo molto particolare questo primo week end di corse tra i dilettanti: il filmato inizia con un bel gruppo di anatre... dove va una vanno tutte e noi facciamo proprio cosi; poi le immagini sono capovolte... proprio come stiamo andando noi, a gambe per aria. E' iniziata la San Geo con il problema della radioline e solo alla riunione Ds abbiamo potuto renderci conto della nostra unione e soprattutto del fatto che tutti parlano ma poi ognuno se ne va, come se non fosse loro interesse o un loro problema: le radioline servono, ma non per far divertire i direttori sportivi; servono perché le strade sono cambiate in questi ultimi 10 anni e soprattutto il traffico è aumentato di un buon 100% e le persone in macchina sono tutte nervose, specialmente il sabato e la domenica, e molte volte non si fermano al segnale delle motostaffette. Se l'UCI vuole togliere tutte le radioline entro un paio d'anni perché ha dei suoi progetti ambiziosi, dobbiamo noi aspettare e subire tensioni, incidenti o altre per le scelte operate da persone che non vivono il nostro mondo? Le gare dilettantistiche non sono quelle professionistiche dove il traffico è bloccato, dove l'atleta chiama l'ammiraglia per un guasto e poi parla tranquillamente con il ds: per noi non è così, il traffico è bloccato da volontari che molte volte non riescono a fermare le auto di alcuni autisti frettolosi, è fatto di direttori sportivi che ormai sono in ammiraglia da molti anni e magari superano i 70 anni, è fatto di volontari che senza prendere una lira tutte le domeniche rischiano la vita ma soprattutto è fatto di giovani atleti che sono tesserati alla Federazione Ciclistica Italiana e hanno un assicurazione minima che in caso di gravi problemi te ne crea altri Tutti lo sappiamo ma... il mondo che pedala tace. Ero presente alla riunione dei diesse alla San Geo e ho sentito ripetere la stessa cosa che sento ripetere ormai da 30 anni: l'associazione squadre dilettantistiche non fa nulla, l'ACCPI non fa nulla, nessuno fa nulla... MA QUALCUNO SI RENDE CONTO CHE TUTTE LE ASSOCIAZIONI SONO COMPOSTE DA PERSONE E QUELLE PERSONE SONO I DS E LE SQUADRE, SONO GLI ATLETI... LE ASSOCIAZIONI NON FANNO AVANTI DA SOLE! E CHE CAVOLO CI VUOLE PER CAPIRLO?!? Io sono in ammiraglia tutte le domeniche e mi chiedo sempre una cosa: quando troveremo il modo di essere uniti e di seguire la logica del buon senso? Lotto anche con i miei superiori e i miei dirigenti tutte le domeniche perché - forse grazie al fatto di essere donna e mamma - vedo gli aspetti da un punto di vista femminile, decisamente più concreto e rivolto alla vita e alla sicurezza dei miei atleti... anzi di tutti gli atleti. Ormai sono nel ciclismo da 42 anni e ho vissuto tutti i ruoli di questo mondo: figlia di Presidente di società, fidanzata di un corridore, moglie di un professionista, mamma di atleti che hanno vissuto a casa per 20 anni, dirigente di società, direttore sportivo, procuratore, segretaria di società ma arrivata a questo punto sono giunta ad una triste conclusione: il ciclismo sta morendo e se nessuno se ne accorto basta leggere gli articoli di Tuttobiciweb di stamattina... Tutti sanno ma si fa avanti e fino a quando? fino alla prossima tragedia? La cosa bella da sottolineare è che qualcuno da Lassù ci guarda e ci dà una mano... e quando dico questo non dico una scemenza, credetemi. Io vorrei fare un appello a tutti i Dirigenti e a tutti i direttori sportivi della categoria che seguo da anni: cerchiamo di UNIRE le forze e i cervelli per arrivare a conclusioni logiche e sensate per il nostro sport perch altrimenti fra una decina d' anni non avremo più ciclismo da vivere e da raccontare. Come dico sempre sui comunicati della mia squadra, “sperem” che in terra bergamasca vuol dire " speriamo" viso che la speranza è sempre l'ultima a morire.
Le donne come sempre sono avanti....... Brava Rossella abbasso le "anatre"
CON RENATO DI ROCCO ALLA GUIDA, INUTILE ILLUDERSI ANCORA
1 marzo 2010 15:03renzobarde
Nobile appello, dal fronte del ciclismo appassionato e vissuto con animo pulito. Purtroppo le recenti dichiarazioni anche su "Tuttobici" dell'ineffabile Renato Di Rocco non lasciano speranza : la nave senza guida non ha avvenire. Stupisce che questo personaggio non avverta l'esigenza di farsi da parte e meraviglia che la massa delle società tollerino il suo immobilsmo la sua incapacità è pari solo al suo menefreghismo nell'affrontare i nodi dello sport più bello del mondo. Renzo Bardelli
brava Rossella...
1 marzo 2010 15:10luca65
.....ma come leggiamo sulla gazzetta tutti concordi nel parlare del week end rischioso , ma poi si riparte (magari Cunego ha avuto paura di stare a piedi come Bruseghin).
Ma nessuno ha parlato delle radio per tutto l'inverno (almeno nn si è sentito)...quando un Direttore di Organizzazione ha detto ai ns responsabili romani che noi appoggiavamo l'uso delle radio per la sicurezza gli è stato risposto che è un problema che non è di ns competenza......qui ognuno coltiva l'orticello , i regolamenti vengono scritti da politici senza consultarsi coi tecnici....e poi chi approva le gare?una volta esisteva la Commissione Tecnica....e si andava a visionare i percorsi...oggi nessuno lo fà....ditemi il contrario...nel 2008 organizzando i Campionati Italiani Giovanili mi sono trovato a contatto con la Stf....ed un giorno che non era presente il Sig Elli......una persona addetta all'approvazione delle gare non conosceva la differenza tra altimetria e planimetria...non sò se mi spiego...Muoviamoci ma non aspettiamo gli incidenti o le imposizioni dei politici siamo propositivi tutti quanti perchè come dici giustamente nel giro di 10 anni qui si finisce di correre...speruma(che è sperem in piemontese)
Non sono d'accordo
1 marzo 2010 23:03under23
Secondo me le radioline non sono indispensabili in corsa. Io corro nei dilettanti in una squadra che come altre non le usa e ne a me ne a nessun altro mio compagno è mai capitato un incidente che con la radiolina all'orecchio avrebbe potuto evitare. Io sono d'accordo con coloro (come Cassani) che spingono per l'abolizione dell'uso delle radioline almeno nella categoria dilettanti (anche nelle gare nazionali e regionali) in quanto a mio parere non vengono usate per segnalare buche improvvise sulla strada o macchine impazzite ma utilizzate in taluni casi da ds che ne fanno strumento di potere sui corridori comandando gli atleti a bacchetta. Comunque i rischi che ci sono in una gara dilettanti possono benissimo anche esserci in una corsa juniores o allievi, categorie nelle quali le radioline sono vietate e non credo che in quest'ultime ci siano più incidenti rispetto agli under.
caro under 23
2 marzo 2010 09:49luca65
...quando sei comodo ti porto a fare un giro su una macchina dell'organizzazzione....così magari riesci a renderti conto dei motivi che ci spingono a tali richieste.....poi che i direttori sportivi (tanti o pochi le usino per radiocomandare) è un altro discorso....voglio vedere se radio o no non collabori col tuo team quanto duri....negli allievi possono non esser utili ....(gare corte e più gestibili) ma dagli junior secondo me posson essere utili....e se non ti è ancora capitato nessun incidente....buon per te....ma ti prego non fare come quelli che escon senza casco finchè non sbattono la testa....buone corse...
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