| 25/07/2009 | 18:17 Anche Andy Schleck ha il cuore sereno dopo il terzo posto odierno: «Lance oggi era fortissimo e noi abbiamo fatto di tutto per riportare Frank sul podio ma non ci siamo riusciti. Io mi sentivo bene, ho attaccato più volte, ma alla fine c’era sempre Contador che mi restava a ruota, non avrebbe mai collaborato, quindi era giusto provarre a fare il massimo per mio fratello. Avrei potuto andare a vincere la tappa, ma non bisogna essere tropop golosi e poi era giusto dare il massimo per cercare di aiutare Franck. Contador? È stato il più forte in questo Tour, non ha mai avuto un solo attimo di cedimento. Il prossimo anno batterlo sarà molto dura ma io ho solo ventiquattro anni e sto migliorando continuamente, sarà una bella sfida».
Sarà, ma a me i fratelli Schleck non convincono molto. Mi sembra che, nel volersi aiutare l'un l'altro, in realtà si annullino a vicenda. Oggi Andy (sicuramente il più dotato dei due) volendo aiutare Frank per il terzo posto, si è precluso la possibilità di vincere la tappa. Invece di fare otto/nove scattini telefonati e poi continuare a voltarsi per cercare il fratello (che non ne aveva), doveva farne uno solo, ma deciso, e senza voltarsi indietro. Forse (sottolineo forse) Contador, appagato dalla vittoria e dal vantaggio in classifica di 4 minuti, lo avrebbe lasciato. Mi rendo conto che si tratta di discorsi che lasciano il tempo che trovano, ma forse i due fratelli lussemburghesi renderebbero di più in squadre separate.
Flavio Gibertoni
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