LEFEVERE RIVELA: «NEL 2018 SONO STATO AD UN PASSO DALL'ACCORDO CON LA ISRAEL. SU FROOME DICO CHE...»

PROFESSIONISTI | 20/06/2020 | 15:12
di Guido La Marca

Questo periodo di pandemia e prparazione in vista della ripresa ci regala un Patrick Lefevere con tanta voglia di raccontare e commentare. Anche oggi, nell arubrica settimanale che tiene su Het Nieuwsblad, il general manager della Deceunincl Quick Step ci regala la classica "chicca".


«Nel 2018 la Quick Step Floors ed io siamo stati vicinissimi all'accordo con Sylvan Adams, grande patron della Israel Cycling Academy. Avevamo trovato un accordo sulle quote della società che gli avremmo ceduto, sulle biciclette, sui corridori e anche sulla gestione della squadra. Io ero alla ricerca di uno sponsor, lui voleva fare il grande passo per approdare al World Tour: ci siamo incontrati a Londra, eravamo molto vicini a un accordo, anzi potrei dire che avevamo tutto pronto per firmare un accordo triennale».


E ancora: «Poi c'è stato l'interesse della Deceuninck, in poche ore abbiamo trovato un accordo e quindi uno sponsor nuovo che ha investito nel nostro team. A quel punto, l''intesa con Adams è saltata e il contratto non è mai stato firmato».

Al WorldTour Sylvan Adams e la sua Israel sono approdati quest'anno, rilevando la licenza della Katusha Cycling. E a proposito della Israel 2020 e del suo essere al centro delle manovre di mercato, Lefevere aggiunge: «Ho conosciuto bene Sylvan Adams, so che è un uomo molto ambizioso e che ha la forza finanziaria per sostenere il team e farlo crescere ancora. Froome? Non ho informazioni di primamano sull'armgomento, ma sono sicuro che le tasche israeliane sono abbastanza ricche per portare a termine l'affare, se ce ne sarà la possibilità».

Poi la stoccata finale: «Personalmente non investirei su Froome. A 35 anni, bisogna chiederselo, è ancora in grado di poter vincere il Tour? E poi c'è il fatto che il suo manager è anche sua moglie. Per esperienza, preferisco che i corridori separino vita famigliare e lavoro: ricordo il caso di Olano ma anche quello di Contador, che era assistito da suo fratello. Una volta ci siamo seduti per discutere con Fran ed il loro avvocato - Alberto non era presente -, ma uno non parlava inglese e l'altro non parlava francese, insomma non si andò da nessuna parte...».

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