Il ciclocross alle Olimpiadi invernali del 2030? La scelta delle cosiddette discipline opzionali avverrà nel giugno del 2026 e non subito dopo Milano Cortina. È quanto riporta Le Dauphiné libéré, dando conto di quanto annunciato il 10 dicembre dalla nuova presidente del Comitato Olimpico Internazionale, Kirsty Coventry.
Ai Giochi nelle Alpi Francesi guarda da vicino Torino, che spera di vincere il ballottaggio con gli olandesi di Heerenveen per ciò che riguarda il pattinaggio di velocità. I “tulipani” ci metterebbero tradizione ed impianto, all’ombra della Mole è lecito ambire ad un coinvolgimento (cosa che avverrà di fatto per ciò che riguarda piste d’allenamento dello sci, aeroporto di Torino Caselle, sistema ricettivo a ridosso del confine).
Quanto al ciclocross, insieme al freeride, trail o gravel finiranno nel novero dei Cinque Cerchi? Il 9 dicembre scorso, la ministra dello Sport francese Marina Ferrari, originaria della Savoia, ha risposto durante un’audizione parlamentare: «A mio personale parere perché non aprirsi, come programma olmpico, al fine di mostrare la montagna di domani?». Le Dauphiné riprende ancora le parole di Coventry: «Abbiamo riunito il comitato organizzatore e abbiamo deciso di affrontare l’intero dossier delle discipline opzionali in un’unica occasione, piuttosto che procedere tappa dopo tappa».
Una cosa è certa, come dimostrano Val di Sole e Zoncolan mica il ciclocross... in quota può considerarsi eresia, quando il mondo della montagna affronta inevitabilmente la sfida della destagionalizzazione.
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