Nardodipace, piccolo comune calabrese in provincia di Vibo Valentia, è al centro centro del Progetto ciclismo scuola ambiente «Pinocchio in Bicicletta» giunto alla 22^ edizione.
Per raccontare questa avventura, occorre parlare prima di Giuseppe Neto, un uomo che a forza di provarci ha dimostrato che è possibile fare ciò che in tanti credevano essere impossibile.
I tentativi di Giuseppe sono come piccole gocce d’acqua che cadono sulla roccia: subito non lasciano traccia ma alla lunga scavano solchi profondi. Così, in maniera ostinata - ripetizione dopo ripetizione - impariamo da questo guerriero calabrese che credere nel ciclismo giovanile vuol dire credere e soprattutto costruire il futuro.
Fresco dell’onorificenza attribuitagli dal presidente Cordiano Dagnoni, Giuseppe è riuscito ancora una volta a sorprendere tutti, portando un icona del ciclismo, un testimonial eccezionale come Francesco Moser, che si è prestato con grande gioia, umiltà e cuore a rappresentare il ciclismo.
“Un passo alla volta con i piedi ben piantati per terra, nessuna meta e irraggiungibile, Sacrificio, Umiltà, Intraprendenza: ecco quali sono stati i miei compagni di viaggio” ha detto il campione trentino ai piccoli che stavano ad ascoltarlo.
Francesco è stato un grande dei pedali, ma è sempre rimasto umile, alla mano e disponibile. Vino, terra e ciclismo, un esempio di dedizione ai valori che l’accompagnano e lo sostengono, imparati li dove il profumo della terra forgia carattere, cuore e ossa.
Una grande festa, una Gimkana, alla quale sono intervenuti il vice presidente della FCI Carmine Acquasanta, il Vescovo di Mileto Mons. Attilio Nostro, l’orafo Gerardo Sacco (leone d’oro alla carriera), il commissario del parco on. Alfonso Grillo, il sindaco di Nardodipace Romano Loielo, Mimmo Bulzomì, Gino Quatrone con Peppe Gatto, ex corridore
La sportività si fonda sulla consapevolezza, sul coraggio e il rispetto di essere coerenti con lo sport che più si ama. Negli occhi di Giuseppe Neto possiamo vedere riflessi gioia, passione, cuore, sofferenza e sana competizione che illuminano il nostro sguardo quando veniamo a confronto con Pino. E allora tutti noi siamo chiamati al rispetto, per questo eterno, umile condottiero che tanto ha dato al ciclismo in Calabria.
Moser e Neto sono l’emblema, due icone straordinarie che rappresentano in toto i valori sempiterni del ciclismo.
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