IL CONVEGNO DI BOLOGNA: «LAVORARE TUTTI INSIEME PER LA SICUREZZA NELLE CORSE»

NEWS | 20/10/2019 | 07:50
di Silvano Antonelli

Un convegno poco pubblicizzato forse perché la sala che l’ospitava più di tanti non avrebbe potuto  contenere, ma certamente da pubblicizzare dopo averlo visto svolgere nella centralissima Bologna, presso l’Oratorio dei Fiorentini, sede di rappresentanza della Banca di Bologna.


Un convegno dal titolo “Organizzare oggi: security, safety e nuovo disciplinare delle scorte tecniche alle gare ciclistiche”, promosso dalla Federazione Ciclistica Italiana insieme a “Formula Bici”, l’Associazione che raccoglie le granfondo più importanti tra cui la Nove Colli e la Sportful Dolomiti Race.


Un appuntamento di alto profilo adeguato all’intenzione di compiere un significativo balzo in avanti in termini di qualità organizzativa e sicurezza nelle gare ciclistiche, in particolare delle fondo e granfondo, capace di raccogliere la presenza di figure prestigiose come il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il capo di gabinetto del ministro dell’interno Prefetto Matteo Piantedosi, insieme al Prefetto Roberto Sgalla, deus ex machina dell’evento, il Dott. Giandomenico Protospataro del Servizio Polizia Stradale, il presidente della FCI Renato Di Rocco, il Dott Luigi Altamura, referente Anci per la sicurezza, Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, Gianantonio Crisafulli, resposnsabile del settore amatoriale FCI, Alessandro Spada (GF Nove Colli) e Ivan Piol (GF Sporful Dolomiti Race), protagonisti di una serie di contributi coordinati dall’abilità e competenza di Luca Gialanella, della Gazzetta della Sport, conduttore dei lavori.

Dopo i saluti di rito da parte della portavoce della Banca di Bologna e del Prefetto di Bologna, i lavori hanno preso corpo con la relazione del Prefetto Sgalla, con la quale, trattando in modo integrato i vari segmenti della sicurezza (organizzazione, security, safety) ho posto l’accento sul nuovo disciplinare delle scorte tecniche e di come questo obblighi gli organizzatori di granfondo ad una vera svolta, organizzativa e culturale insieme, alzando in modo intransigente l’asticella degli standard organizzativi, scremando il calendario della 600 granfondo che annualmente vengono svolte in Italia,  di cui una discreta parte ancora con criteri non più accettabili.

Sgalla, ha inoltre rivendicato la necessità, possibilmente d’intesa con l’Anci, di ricondurre i temi della security e della safety a criteri applicativi di maggiore razionalità e misura rispetto all’entità degli eventi, senza imporre oneri alle gare ciclistiche ordinarie, che pur svolgendosi in luogo pubblico non sono comunque eventi di pubblico spettacolo.

Ha rivendicato infine, la necessità di interventi appropriati per portare la questione delle autorizzazioni e delle ordinanze a condizioni di semplificazione e uniformità.

Una ottima relazione, a cui ha fatto da supporto il saluto e l’intervento del presidente federale Di Rocco, che ha sottolineato quanto la FCI stia facendo sul fronte della qualità e della sicurezza, in particolare con la stipula di diversi protocolli, tra i quali quelli con gli Enti di promozione sportiva, al fine di ottenere il diffondersi di standard sempre più adeguati e omogenei.

Coinvolgente, preciso e  di grande sensibilità, l’intervento del Prefetto Piantedosi, il quale, dopo aver offerto tutto il proprio sostegno alla ricerca di livelli più alti di sicurezza sempre in chiave di razionalità e  gradualità delle misure, poneva l’esigenza di prestare molta attenzione alla ricerca del giusto punto di equilibrio tra sicurezza e promozione dell’attività sportiva, invitando i convenuti a riflettere che «il ciclismo è uno sport che viene dal basso, che il ciclismo vive in mezzo alla gente» per cui, oltre alle tante misure pratiche, serve soprattutto «una cultura della sicurezza».

Ed ecco l’intervento del capo della polizia Franco Gabrielli, una presenza straordinaria in sé, arricchita da affermazioni ed argomentazioni quasi da lectio magistralis, di sprone e di conforto per organizzatori di eventi e di gare ciclistiche, basata su concetti quali «facciamo prima piuttosto che presto», «sicurezza integrata», «sicurezza condivisa», agire in rapporto agli «scenari possibili» piuttosto che quelli «probabili», abbracciando in modo diffuso e convinto l’impegno alla responsabilità. Fosse per me, ha detto, sotto lo stemma della Repubblica Italiana, scriverei il motto «a ciascuno il suo».

Il Prefetto Gabrielli si è espresso anche nel merito delle gare ciclistiche, parlando addirittura di ASA e di scorte tecniche, determinando quasi stupore ma anche tanta soddisfazione tra i presenti.

Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, ha portato le sue esperienze organizzative, in particolare sottolineando le difficoltà a reperire ASA e le eccessive difformità procedurali esistenti tra i vari territori, a volte avvilenti e non certamente degne di un Paese che vuole essere moderno.

Al Dott. Giandomenico Protospataro il compito illustrare meglio alcuni aspetti del nuovo disciplinare tecnico, senza sottrarsi al compito di formulare nuove ipotesi di lavoro, come quella da lui suggerita di inserire nel codice della strada norme specifiche di salvaguardia dei ciclisti sportivi o degli atleti in allenamento, giacché per loro sono improponibili le piste ciclabili italiane, spesso da condividere con i pedoni.

Di sicuro apprezzamento il contributo di Luigi Altamura, comandante della polizia municipale di Verona e referente Anci per la sicurezza, che dopo aver offerto uno spaccato di come nella sua città si sia lavorato in perfetta sintonia fra tutti i soggetti interessati per l’arrivo conclusivo del Giro d’Italia, ha assicurato il proprio interessamento affinché l’Anci possa dare un significativo contributo alla ricerca di quell’uniformità delle procedure rivendicata dal Prefetto Sgalla nella sua relazione.

Alessandro Spada per la Nove Colli e Ivan Piol per la GF Sportful Dolomiti Race, hanno infine completato il quadro delle problematiche delle granfondo, condividendo lo spirito del nuovo disciplinare, con l’invito però a non demonizzare che in queste ci sia anche la parte cosiddetta competitiva, che non può essere separata dal successo che queste manifestazioni hanno acquisito negli anni.

 

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