LA NUOVA GEOGRAFIA

TUTTOBICI | 27/04/2024 | 08:15
di Gian Paolo Ormezzano

Le corse di primavera ce lo stanno anticipando, per non dire imponendo: fra poco arriva il tem­po delle grandi corse a tappe e dovremo scegliere se tifare sloveno o danese, con forte acrobazia di natura mentale, sentimentale, storica, geografica. Lo faremo allenati peraltro benino da questi ultimissimi anni.


Ricordo che quando (1959, preistoria) se­guii da giornalista il pri­mo dei miei 29 Giri d’I­ta­lia giocavo al gioco di fare l’anticonformista, e forte di de­coroso fresco passato agonistico di nuotatore e di buone frequentazioni scolastiche nell’atletica leggera di mezzofondo, nonché forte della libertà e della fiducia che il giornale mi concedeva, scrivevo che la pre­ponderanza nelle corse a tappe dei pedalatori del peraltro vasto e nobile villaggio italofrancobelga, con intromissioni sporadiche di altra Eu­ropa olandese, spagnola, tedesca, svizzera, svedese e persino lussemburghese, era dovuta anche al fatto che in tanti pae­si fortissimamente sportivi la meglio gioventù si dava ad al­tre discipline.


Scrivevo, per farmi bello con la pratica dell’anticonformismo, come peraltro accade da sempre nel­la meglio cioè anche peggio storia dell’umanità, che quando i favolosi fisici dei californiani (uno stato Usa per il tut­to, ma assai emblematico) si fossero casomai trasferiti sulla bi­cicletta, peraltro molto americonewyorkese ai suoi primordi in velodromo, sarebbe stata la fine del ciclismo miracolistico, romantico, fachiresco, sensazionale ma anche pa­tetico degli euro scorfani, esaltabili esteticatleticamente solo qando si collocavano sul velocipede, su tutti l’immenso Cam­pionissimo dalle ossa fragili e dal torace “appuntito”, da uccello.

Forzavo magari anche gaglioffamente ipotesi, previsioni e paragoni, cercando e talora trovando lo choc, anche perché si stava estinguendo la schiatta dei celeberrimi giornalisti cantori, anziani handicappati dal­la frenesia della concorrenza, delle edizioni per la stampa scritta in piena diffusione dopo la guerra, con il lavoro sempre più arduo, specialmente per chi era abituato a pontificare tranquillo per iscritto interpretando gli ordini d’arrivo, dopo essere fuggito davanti ai corridori lasciando appena in tempo il solenne ristorante di metà tap­pa. Avevo un certo successo che at­tribuivo con falsa modestia all’anticonformismo: ma­gari seguivo addirittura la cor­sa in motocicletta facendomi irrorare (pioggia lustrale, scrivevo) dalle nuvole di pipì dei corridori, magari provavo ad assumere con tante cautele certe pastigliette per capire cosa si provava da dopati, da drogati. Non ero solo, si capisce, eravamo uno sfacciato manipolo di verdi anagrafici, il fatto che volessimo raccontare i corridori in azione risultava quasi sconvolgente, e accattivante per i lettori. Ricordo che per il mio primo Giro feci comunque forte e utile ipocrita professione di umiltà: al raduno di partenza andavo sempre a omaggiare il più de­cano dei decani, il più cantore dei cantori, “buona tappa, direttore” gli dicevo, e lui “grazie caro, ti leggo” (ovviamente non sapeva chi io fossi).

Restando al Giro, vero che si sono succeduti negli ultimi o - meglio - penultimi tempi vincitori di Colombia, Ecuador, Russia, Canada, Usa, Inghil­ter­ra, ma sempre è parsa roba sporadica, occasionale, spesso casuale. Invece gli sloveni e il danese hanno già instaurato una sorta di dominazione. E dire che gli sloveni sono pochi gatti, casomai si poteva supporre, dopo la diaspora della Jugoslavia, un forte arrivo dei loro grossi vicini croati, che hanno lunghi femori, utili da sempre per le loro grandi prestazioni in basket e pallanuoto. Gli sloveni erano magari promettenti nello sci da discesa, la Danimarca si appoggiava storicamente ad un solo grande corridore (Ritter, tanto per fare infine un nome, record mondiale dell’ora). Adesso Pogacar, Roglic, Vingegaard ecc. sono nomi persistenti ai vertici (e a proposito di persistenza Sagan, slovacco/novità, non ha vinto il Giro e il Tour ma ha segnato tanto anche del ciclismo italiano).

Diciamo che grazie al ciclismo si impara tan­ta geografia nuova, va­ria interessante. In at­tesa del primo africano (ma ci sono i prodromi) e, speciale per noi italiani, di qualche no­stro dirimpettaio albanese.

da tuttoBICI di Aprile

Copyright © TBW
COMMENTI
Ormezzano
27 aprile 2024 09:35 Alverman
Grande Ormezzano,penso che sia l'ultimo cantore e poeta dello sport.I suoi pezzi andrebbero raccolti in un'antologia scolastica da fare leggere anche ai nostri ragazzi,forse è chiedere troppo,oramai della nostra storia sportiva ai giovani e anche adulti di adesso non gliene frega più niente ,troppi presi dai social e fesserie connesse.Peccato,la storia di un paese si racconta anche con lo sport.

Opinione
27 aprile 2024 14:09 italia
Ai tempi di Ormezzano nella società,' era importante il passato per costruire il futuro; oggi e' importante solo il presente

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Una bicicletta degli anni '50 a marchio Bartali e restaurata con un telaio e altri pezzi d'epoca, in dono al Museo della Memoria. La consegna si è svolta nel corso di un pomeriggio a cui hanno partecipato monsignor Attilio Nostro,...


Nuovo arrivo in casa del Team Jayco AlUla: il giovane scalatore britannico Finlay Pickering ha firmato infatti un contratto biennale con la formazione australiana. A 22 anni, il ciclista britannico ha già trascorso due stagioni gareggiando e crescendo a livello...


Alessandro Verre è il 21° corridore del team MBH Bank Ballan CSB Colpack per il 2026. Nato a Marsicovetere (Basilicata) il 17 novembre 2001, oggi festeggia nel modo migliore il suo 24° compleanno. Nel 2025 Verre ha sfiorato il successo nella tappa regina del Giro d’Italia,...


La paraciclista australiana Paige Greco, medaglia d'oro paralimpica a Tokyo 2020, è morta ieri a causa di un "improvviso episodio medico" nella sua casa di Adelaide, nell'Australia Meridionale, come annunciato dalla sua famiglia in un comunicato diffuso dalla federazione ciclistica...


Sono due gli azzurri che sabato, alla Space 42 Arena di Abu Dhabi, hanno difeso i colori dell’Italia agli UCI Cycling Esports World Championships 2025 organizzati da MyWhoosh. Tra i 44 partecipanti totali (22 donne e 22 uomini) Francesca Tommasi,...


Manca poco meno di una settimana alla consegna del Kristallen Fiets, il rinomato premio giornalistico che ogni anno il Belgio assegna al miglior ciclista dell’anno. Tra i favoriti c’è Remco Evenepoel, che questo premio lo ha vinto già 4 volte...


Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


Il passaggio di Said Cisneros dalla A.R. Monex Pro Cycling Team alla Soudal Quick-Step Devo Team non può essere facilmente derubricato a semplice cambio di casacca, al termine del percorso della categoria juniores. Vero è che il ciclismo messicano vive...


Sono ben 5 le vittorie griffate dall’Ale Colnago Team che nei molteplici appuntamenti del fine settimana ha trionfato in Italia e all’estero. Nella gara internazionale in Svizzera nell’Eagle Cross Aigle (quarta prova della Coppa Svizzera di ciclocross) terzo successo di fila per...


Aveva concluso la stagione ciclistica con un bellissimo secondo posto nella Chrono des Nations e meno di un mese dopo Alessia Vigilia ha tagliato un altro importantissimo traguardo: si è laureata in Scienze Motorie completando così il suo percorso di...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024