I CICLISTI FIGHETTI DI MAURO CORONA

di Cristiano Gatti

Piacerebbe conoscere l'opinione del Sindacato corridori, magari per bocca del presidente Salvato, sulla simpatica presa di posizione dello scrittore montanaro Mauro Corona, quello che Crozza meglio di tutti rappresenta, mentre si spazzola con una marmotta viva e decanta l'anima del pino mugo.

Dopo la famosa tappa inutilmente mutilata di Crans Montana, ma anche in vista dell'ultima crono sul monte Lussari, il cavernicolo del Vajont ha postato via social la foto di un antico ciclista che scavalca un mucchio di neve e ha aggiunto due inesorabili parole di commento: “Questo è ciclismo, fighetti a casa”.

Strani, questi giorni. Se qualcuno si azzarda a dire o a scrivere che nella tappa di Crans Montana i corridori hanno preso una decisione inutile e suicida, i corridori piantano il muso e tolgono il saluto. Adesso vediamo quanto sono a schiena dritta di fronte allo scrittore di grido, al cantore della montagna e della vita senza deodorante.

Questi corridori del Giro hanno gareggiato per due settimane sotto l'acqua, sono caduti ovunque, si sono presi anche il Covid e le altre versioni dell'influenza, eppure il rude non esita a definirli fighetti. Certo che quel giorno maledetto della mutilazione in Valle d'Aosta tutti (o quasi) li abbiamo pesantemente censurati, ma di sicuro non c'era bisogno che arrivasse l'irsuto del Vajont a far notare la cosa con l'insulto da superuomo.

E comunque, anche se Salvato e l'Assocorridori non si sentono in dovere di rispondere, voglio togliermi io il piacere di ricordare a Corona che dopo tutto fare il ciclista, su certe strade a certe velocità, resta un maledetto affare, riservato a gente particolare, certo non ai fighetti che intende lui.

E già che ci sono, vorrei anche rilevare come correre il Giro sia comunque meno fighetto che fare da spalla a Bianca Berlinguer nelle patetiche scenette per un punto in più di share, lui allusivo e allupato, lei vergine infilzata che simula fremiti e tremori, una cosa che arriva solo trent'anni dopo Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.

Anche se Corona mangia caprioli crudi, dopo averli inseguiti tutta la notte, questo non lo accredita come uomo delle nevi. Non più. I suoi libri per montanari fighetti e per avventurieri fighetti, con attico a Milano Life e seconda casa a Saint Moritz, non lo autorizzano a dare lezioni di virilità a nessuno. Stia seduto in canottiera nei salotti che lo pagano bene, si pulisca la bocca con l'avambraccio, faccia il cascamorto a gettone con la sua Bianchina, il truce Corona. Ma si metta tranquillo: neppure i ciclisti del giorno d'oggi, questi ventenni che vanno in Giro a sessanta orari, riusciranno mai a essere tanto fighetti. Non quanto un cavernicolo fighetto.



 

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