LE STORIE DEL FIGIO. MASSEUR DE LILLO

STORIA | 17/02/2017 | 07:55
E’ indubbiamente un bel salto all’indietro che si compie per ricordare Pasquale De Lillo, nato a Trinitapoli, provincia di Foggia, nel 1910. Per il ciclismo il paese si ricorda solo per Damiano Capodivento qui nato nel 1943, discreto professionista per quattro anni poi, trasferitosi a Caronno Pertusella, nei pressi di Saronno, dove fra l’altro gestisce un negozio di biciclette. E’ anche un assiduo cicloamatore.

Non ha valenze proprie di ciclismo attivo, pedalato, Pasquale De Lillo ma nel mondo delle due ruote lo ricordano soprattutto per la sua lunga attività di bravo massaggiatore. Il cognome è ripreso negli annuari ciclistici per merito del figlio, Domenico “Nico” De Lillo, nato a Milano nel 1937, corridore professionista dal 1962 al 1973, un pistard di vaglia - specialità dietro motori - con titoli tricolori e iridati, conquistati sia pedalando, sia guidando poi la moto, tecnico FCI per gli stayer, direttore sportivo e poi sempre attiva presenza in varie posizioni di enti e associazioni sportive e pure con diverse e varie attività negli accessori ciclo. Ancora adesso pedala con lo stile che, ai suoi bei dì, giovanissimo, gli valse il soprannome di “bela andadura” (bella andatura) profferito in meneghino da un certo Antonio Maspes quando lo vide girare al Vigorelli. Stile sì, da limatore provetto qual è sempre stato, ma con potenza e durata non sorrette da molti “watt”. Il carattere, la grinta, la vivacità, sono però sempre quelli del “monello” (il copyright della definizione spetta ad Alcide Cerato, suo riferimento d’amicizia e di vita, da una vita), orgoglioso del prestigioso riconoscimento dell’Ambrogino d’Oro che la municipalità di Milano gli ha attribuito nel 2015.

Non è però di Nico De Lillo che vogliamo parlare e quindi lo accantoniamo, lo “archiviamo” un po’, operazione invero difficile, difficilissima.
Torniamo a suo papà Pasquale che, già da giovanissimo, manifestò buona predisposizione alla pittura collaborando con la dinastia dei pittori Bacchetta ad affrescare chiese. La passione per la pittura lo accompagnerà sempre e la sua abilità con tele e pennelli gli consentirà di vincere vari concorsi (in uno è stato Pippo Baudo a premiarlo) e proporre i suoi dipinti in mostre personali.

Nel 1930, a vent’anni, lascia Trinitapoli, si trasferisce a Milano e trova un lavoro alla piscina comunale Cozzi quale bagnino. Piccolo, trascurabile, particolare: non sapeva nuotare. Rimane comunque quale dipendente comunale e, piuttosto che imparare a nuotare, frequenta un corso di preparatore di medicinali per lavorare nelle farmacie. Qui, quasi di pari passo, scopre le attività del massaggio alle quali s’interessa in modo particolare e si applica con determinazione e passione.

Frequenta corsi, collabora con medici specialisti del settore in modo assiduo e inizia una propria attività individuando nel campo del massaggio un modo e un mezzo per realizzare e per realizzarsi nel lavoro e incrementare le entrate della famiglia con mamma Emma (fresca centenaria, complimenti ancora), il primogenito Nico seguito dalle sorelle Annamaria e Barbara. La base era nella casa del quartiere milanese dell’Isola, precisamente in via Garigliano 3, ora zona di vivaci attività, molto prossima all’attuale, avveniristica, sky-line di Porta Nuova con i suoi svettanti grattacieli e edifici “firmati”, allora zona molto popolare con notevole presenza di “ligera”, in gergo sono i malviventi di basso rango che vivevano alla giornata.

Papà De Lillo ha sempre nutrito passione per il ciclismo e portava la famiglia a vedere le gare in pista. Il piccolo Nico, all’età di due anni, pedalava già su una biciclettina con manubrio da corsa.
Nel secondo dopoguerra è il Vigorelli, con la sua intensa attività, il luogo dove Pasquale De Lillo svolgeva il suo lavoro sui muscoli, in affiancamento al medico dei ciclisti e dei pugili, il dottore, originario di Reggio Emilia, Giuseppe “Pepp” Frattini che, professionalmente, operava nell’Ufficio d’Igiene del Comune di Milano. La figura di Pasquale De Lillo era subito individuabile per l’eretto portamento, per la sempre bianca giacca professionale che indossava e per la sua disponibilità verso i corridori, famosi e no, che facevano ricorso all’abilità delle sue mani e ai suoi consigli.

Alle Olimpiadi di Roma 1960 ha curato i muscoli del quartetto della 100 chilometri, vincitore dell’oro, con il laziale Livio Trapè e i lombardi Toni Bailetti, Ottavio Cogliati e Giacomo Fornoni. E con il corridore di Montefiascone, Livio Trapè, si stabilì un particolare rapporto d’affezione tanto che, ancora oggi, lo ricorda come un “papà”, come conferma pure Toni Bailetti. Altro “paziente” speciale, professionale per la possente, debordante muscolatura e per rapporto affettivo, è stato Sante Gaiardoni. “Gianni”, così è chiamato dagli amici il plurititolato e medagliato velocista veronese, conserva - e talvolta rivela – il ricordo di situazioni e aneddoti gustosi vissuti con Pasquale De Lillo, in maglia azzurra, in giro per il mondo. Se ne potrebbe riparlare in un prossimo futuro.

Pasquale De Lillo, salvo qualche eccezione, non ha quasi mai abbandonato Milano e non ha mai operato per i gruppi sportivi nell’attività su strada. Era una scelta precisa, voluta, ritenendosi più un massaggiatore da studio che da campo. E nel suo studio sono passati molti personaggi che hanno lasciato testimonianze fotografiche e dediche di stima a Pasquale De Lillo, vere e proprie reliquie che il figlio Nico conserva con sempre vivo orgoglio. In ordine sparso si possono ricordare Wanda Osiris, Ornella Vanoni, il regista e scrittore Mario Soldati e altri personaggi della cultura e dello spettacolo. Gino Bartali, nei suoi soggiorni milanesi, era un suo cliente-paziente – oltre che amico – e poi l’organizzatore Vittorio Strumolo, gran capo della S.I.S. – Società Imprese Sportive – che ha gestito il Vigorelli, il Palazzo dello Sport, le più importanti riunioni pugilistiche ed eventi sportivi in varie discipline, collare d’oro del CONI nel 1972 per le sue attività svolte anche nello sci di fondo e nel nuoto. E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Pasquale De Lillo è mancato nel 1976 ma la sua memoria, il suo ricordo, sono mantenuti costanti, quasi attuali, dal figlio Nico – sempre simpaticamente “monello” e che, superate le ottanta primavere, preferisce che i nipoti abbiano ad accreditarlo come “zio” invece che nonno, com’è - e dal sempre vivido spirito, sebbene ultra-centenario, di mamma Emma.

Giuseppe Figini
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Mario Cipollini è un acuto osservatore delle cose del ciclismo e ha postato su Facebook una riflessione interessante, scaturita dall'osservazione della foto che vedete, scattata pochi metri dopo il traguardo della Gand-Wevelgem di domenica scorsa. Ci sembra giusto poroporla all'attenzione...


Il Fiandre di Pasqua grande protagonista a Radiocorsa questa sera alle 19.30 su Raisport. Ne parleremo con Matteo Trentin, Michele Bartoli e con Gianluca Bortolami. E poi tutte le immagini delle classiche del Nord che hanno preceduto il Fiandre,...


Matteo Jorgenson è un ragazzo schietto, con le idee chiare e nessun timore del confronto. Ieri - dopo il suo splendido trionfo alla Dwars door Vlaanderen al termine di una corsa emotivamente complicata per ovvie ragioni - ha ricevuto anche...


L’incidente di Wout van Aert, avvenuto  durante la corsa Attraverso le Fiandre, è ancora più serio rispetto a quanto riferito nel tardo pomeriggio di ieri e oltre alla clavicola e sette costole, al belga è stata riscontrata anche una frattura...


La Dwars door Vlaanderen ha mostrato i due volti della medaglia alla Visma-Lease a Bike, perché da una parte c’è stato il successo di Jorgenson, ma dall’altra parte il dramma di Van Aert. La Attraverso le Fiandre ha donato la...


Purtroppo anche Michele Gazzoli si è rialzato letteralmente "con le ossa rotte" dalla caduta di ieri alla Dwars door Vlaanderen. Il venticinquenne bresciano della Astana Qazaqstan è stato portato in ospedale subito dopo il ritiro e gli esami radiografici hanno...


Battagliera in gara, sorridente e soddisfatta sul podio. Possiamo usare queste poche per descrive la Letizia Paternoster che abbiamo visto ieri alla Dwars door Vlaanderen. La ventiquattrenne atleta della Liv AlUla Jayco ha concluso i 114 chilometri di gara alle...


In casa Hutchinson la annunciano come quella che è la copertura più veloce di sempre, ecco a voi il nuovo pneumatico da strada ad alte prestazioni chiamato Blackbird. Realizzato a mano in Francia e pensato per stabilire solo nuovi record, Blackbirds...


Alla fine, non è sempre il più forte a vincere. Certamente non nel ciclismo, e sicuramente non nella Parigi-Roubaix. Sulle strade dell'Inferno del Nord, i "più forti" possono arrivare primi nel leggendario velodromo con la stessa facilità con cui si...


Decisamente non verrà dimenticata presto la giornata della Dwars door Vlaanderen 2024. Dopo aver prestato assistenza ai corridori coinvolti nel terribile incidente della corsa maschile, l'auto di un medico della corsa - che stava rientrando al punto di soccorso -...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi