TIRALONGO. «Vi racconto ARU dalla A alla Z»

PROFESSIONISTI | 30/06/2016 | 07:55
Paolo Tiralongo ci racconta Fabio Aru dalla A alla Z. L’esperto corridore siciliano, professionista dal 2000, che in carriera ha conquistato tre tappe al Giro d’Italia, ha preso sotto la sua ala il talento sardo fin dalle categorie giovanili e a tuttoBICI questo mese svela i segreti di questa “coppia di fatto” in casa Astana.

«Il Tour de France, già solo per il livello di partecipanti, è una corsa che non ha eguali. Ho analizzato e studiato bene il percorso dell’edizione 2016: si deciderà di sicuro negli ultimi 3/4 giorni, a cui bisognerà arrivare freschi (se così si può dire parlando della terza settimana di un grande giro) o meglio dire con tanta riserva. Nel finale bisogna essere al cento per cento, direi che sarà importante raggiungere il massimo della condizione dal Mont Ventoux in poi» esordisce il Tira dal ritiro di Sestriere dove ha trascorso 15 giorni con Fabio e gli altri compagni che stanno preparando l’assalto alla Grande Boucle.

«Sarà importante la squadra, da Fabio mi aspetto che viva la sua esperienza tranquillo. Si confronterà per la prima volta con una corsa a tappe unica, con i migliori in assoluto, tutti al top della condizione e con più esperienza di lui. Gente come Contador, Quintana e Froome partono per vincere, hanno già conquistato almeno un Tour, Fabio è giovane e ha ancora tanta strada da per­correre, non dobbiamo mettergli pressione. Ha vinto la Vuelta ma prima di arrivare sul gradino più alto ha do­vuto fare esperienza negli anni precedenti. Non andiamo in Francia per vincere la maglia gialla, ma per provare a conquistare qualche tappa con lui e ottenere il massimo alla nostra portata nella generale. Lo conosco bene, darà tutto quello che ha e riuscirà a ottenere un bel risultato. Poi si sa ci vuole an­che fortuna, basti pensare a ciò che è successo al Giro a Kruijswijk...».

A come ARIA.
«A Fabio piace stare all’aria aperta, non a caso ha scelto il ciclismo come lavoro. Tra il mare e la montagna sceglie senz’altro il primo, anche se è uno scalatore. Adora viaggiare, scoprire il mondo, non sopporta al contrario i posti chiusi».

B come BARBA.
«Ogni tanto se la fa crescere, soprattutto quando siamo in ritiro ed è concentrato sugli al­lenamenti. Per la serie: “non ho tem­po da perdere con il rasoio, ho cose più importanti a cui pensare che radermi”».

C come CAPELLI.
«Anche quelli ul­timamente se li è fatti crescere. Lo prendo in giro dicendogli che mi sembra Angelo Branduardi, da quanto sono vaporosi».

D come DINAMICO.
«Non sta mai fermo. Si allena molto, cura il fisico a 360°, dopo l’allenamento per esempio fa sempre stretching e quest’anno si sta dando molto da fare in palestra con gli esercizi a corpo libero».

E come ELEGANTE.
«Quando va a una cena o a qualche premiazione gli piace essere vestito bene. Ve lo ri­cordate alla Notte degli Oscar tutto­BICI l’anno scorso? Anche quando usciamo la sera con le nostre famiglie ci tiene ad essere in ordine».

F come FORTE.
«Sia di testa che fisicamente, l’avete visto e lo di­mostrerà anche al Tour».

G come GENTILE.
«È sempre pa­ca­to. Fabio è un ragazzo educato e colto, legato alla sua famiglia che ha affrontato tanti sacrifici per farlo correre nel nord Italia: mamma Antonella, papà Alessandro e il fratello minore Matteo».

H come HOTEL.
«Trascorriamo la nostra vita negli hotel, passiamo le giornate buttati tra un albergo e l’altro. Non condividiamo la camera, ognuno ha la sua stanza. Io mi sveglio presto, a lui piace stare a letto di più».

I come INTUITIVO.
«Riesce a captare le cose prima che gliele chiedi. Tra le sue abilità metterei la capacità di ascoltare e la curiosità, impara guardando gli altri e prima di accettare qualcosa devi convincerlo che sia la soluzione migliore».

J come AJO’.
«L’incitamento dei suoi tifosi? Inizia con la A però quindi non vale. Mi concedi un “passaparola”? Con la J non mi viene in mente proprio niente».

K come KILOGRAMMO.
«Sale sul­la bilancia ogni mattina. Gli piace mangiare la pasta, la carbonara in modo particolare. Va matto per la pizza e la carne, ma quando ha un obiettivo importante da raggiungere, come in questo periodo, rinuncia senza problemi ai cibi non indicati dalla dieta da ciclista».

L come LUCIDO.
«È vigile in ogni momento, sia in corsa che fuori. In più gli piace essere aggiornato su tutto, tenersi informato quindi legge parecchio».

M come METICOLOSO. «In tut­to, ma in particolare nel suo la­voro. Non vuole che nulla sia lasciato al caso. Fa molta attenzione alla posizione in bici, all’alimentazione, alle ore di sonno... È un vero professionista».

N come NATURALE.
«È così come lo vedete: genuino, vero, con i suoi pregi e difetti».

O come OLIMPIADE.
«Dopo il Tour de France il suo grande obiettivo è farsi trovare pronto per volare a Rio de Janeiro e ben figurare in maglia azzurra. Il percorso olimpico si addice alla nostra nazionale, farò il tifo per lui e per Vincenzo».

P come PAOLO.
«Paolo, io! Sono sempre con lui. Insieme siamo andati in ricognizione delle tappe chiave del Tour. Abbiamo visto la cronoloscalata e le frazioni più dure, quella con arrivo a Morzine sarà davvero estrema, così come la precedente che finisce sotto il Monte Bianco. Questa edizione nel finale presenta in serie tappe corte con tanto dislivello, come gli ultimi giorni del Giro vinto da Vin­cenzo. Fabio si è fatto un’idea delle Alpi francesi, gli sono piaciute».

Q come QUADRO.
«In casa ne ha tanti con le sue vittorie, così come ha tanti poster che raffigurano i mo­menti chiave della sua carriera».

R come RARO.
«Ho corso con grandi campioni, ma ne ho visti pochi con la sua tenacia. Al Giro d’I­ta­lia dell’anno scorso l’ho visto rinascere quando sembrava morto».

S come SOLARE.
«È sempre sorridente».

T come TESTARDO.
«È un sardo, serve che aggiungo altro?».

U come UMILE.
«Ha tutte le qualità che abbiamo elencato e sta ottenendo grandi risultati in sella, ma resta un ragazzo con i piedi per terra e alla mano».

V come VALENTINA.
«La sua fi­danzata è una ragazza d’oro. Per il lavoro che facciamo, starci dietro non è facile, siamo sempre via e super impegnati, di corsa e con ritmi diversi ri­spetto all’orario di lavoro di una persona normale. Per una donna stare con un ciclista non è facile».

W come WILLIAM.
«È uno dei suoi amici storici, bergamasco, è il figlio di Tironi della Palazzago, squadra in cui è cresciuto da Under 23. Per lui l’amicizia è un valore molto importante. Nonostante la distanza resta le­gato agli amici storici che ha in Sar­degna: Antonio, Gian Franco, Franco, Marcello... ».

X come XS.
«La sua taglia di pantaloncini».

Y come YOGURT.
«Ovviamente magro, preferibilmente ai mirtilli. Lo mangia a colazione con i cereali o quello che capita».

Z come ZUCCHERO.
«Non lo usa nemmeno nel caffè, ma vi assicuro che è buono come lo zucchero. Sono felice di essere un punto di riferimento per lui, un compagno di squadra e un amico fidato. Non vedo l’ora di correre il Tour al suo fianco».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di giugno

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