Caro Vincenzo, questa è una lettera che non imbucherò mai, perché sono certo che la cestineresti senza leggerla. O magari sarebbero i tuoi stessi consiglieri a evitarti il fastidio, stracciandola preventivamente, per proteggerti dalle seccature. Com’è noto, quando le cose non girano è colpa dei giornalisti cornuti: il metodo di creare il clima di accerchiamento è piuttosto datato, sentirsi vittime è la scorciatoia più breve per scansare l’autocritica. Noto che attorno a te hanno già cominciato: non sono nè geniali, né tanto meno originali.
Come vedi, comunque, ci sono altri modi per raggiungerti. Sento l’urgenza di scriverti perché c’è qualcosa che purtroppo si sta rivelando più deludente della sconfitta di Nibali: il Nibali sconfitto. Per me, che sono giornalista, ma anche tifoso, è una scoperta. Sorprendente, non bellissima. E siccome mi piace la gente che mi parla chiaro, direttamente sul muso, faccio lo stesso con te.
Dopo le batoste dolomitiche, è apparso evidente a tutti che qualcosa non giri più come una volta. Se devo essere sincero, non gira più a meraviglia da molto prima: ti sembrerò esagerato, ma risalirei fino al tuo trionfale Tour 2014. Da allora, una sola giornata indimenticabile, nell’ultimo Lombardia. Una giornata eccezionale, che però conferma la regola. Da due anni siamo tutti alla ricerca del Nibali perduto.
Tranquillo, non mi rimetterò ad elencare le possibili cause – fisiche, tecniche, morali – che in queste ore stiamo tutti individuando. Ne avrai già abbastanza, non è proprio il caso. Mi soffermo invece sull’aspetto veramente nuovo, veramente sorprendente dell’intera faccenda: la tua reazione.
Lasciatelo dire: non è per niente nobile. Da un uomo come te, che ha lottato tutta la vita per arrivare, che ha molto sofferto e molto reagito, mai ci si sarebbe aspettati questi toni insofferenti, risentiti, rancorosi. Come da primadonna. Pretenderesti che tutti ti lasciassero in pace, al grido “cosa sarà mai, è una corsa ciclistica, c’è altro nella vita”. E chi può darti torto: il Giro non è la guerra mondiale, per fortuna resta una gara sportiva. C’è tutt’altro nella vita. Eppure, nel suo ambito e nel suo genere, attira tanti interessi e tante passioni. Non è il campionato sociale della Bocciofila Brianzola. Non è la fagiolata del Tavoliere. Il palcoscenico è molto importante, innumerevoli i riflettori puntati al centro. Lì, al centro, ci stai tu: il campione più atteso, il campione più amato. E allora dai, cosa pretendi, che tante speranze e tanti sogni popolari svaniscano come niente fosse dopo una simile disillusione? E’ normale, comprensibile, umano, tutto questo interesse sul tuo conto. E’ un segnale d’innamoramento. Dovrebbe solo farti piacere, perché è la misura di quanto affetto ti circondi in giro per il tuo Paese.
Rinfacci ai giornalisti di averti criticato. Anche qui: ringrazia il Cielo. Ti capiterà, spero il più tardi possibile, che un giorno nessuno si preoccupi più di te. Delle tue condizioni fisiche, del tuo benessere spirituale. Ignorato nella più totale indifferenza. Il primo giorno, magari, ti sembrerà una situazione ideale, sentirai finalmente di poter correre in santa pace, come pretendi adesso. Ma dopo qualche giorno, realizzerai compiutamente che quello si chiama semplicemente inizio della fine. Nessuno parlerà più di te, nessuno ti chiederà più niente, perché a nessuno importerà più niente di te.
Sono le regole del gioco, caro Vincenzo. Spietate e antipatiche fin che vuoi, ma queste sono. E non c’è verso di cambiarle. Allora chi ti dice che proprio in quei momenti non finirai per rimpiangere l’opprimente attenzione di queste ore, l’attenzione quasi morbosa dei tifosi e dei media preoccupati per te.
E comunque, più brutalmente: quando si è campioni, quando si è numeri uno, certi ingaggi stellari pagano anche questo. La cosiddetta sovraesposizione. Occhi sempre addosso, gente sempre attorno, giornalisti sempre attenti. Pensa un po’ ai Balotelli e ai Valentini Rossi: non credi, sinceramente, che a te vada ancora di lusso? Devi accettarla, questa pressione. Anche e soprattutto nei momenti difficili. Vivere al centro del sistema solare quando tutto va a gonfie vele è più facile, nessuno lo discute. Ma bisogna imparare a starci, senza sclerare, anche nei momenti neri.
Tanti auguri Vincenzo. Non sono auguri di circostanza: sono di sincero affetto. Neppure sono auguri per chissà quali vittorie. Sono gli auguri più importanti che ti si possano fare, in questo periodo infame: gli auguri perchè tu riesca al più presto a fare pace con il mondo. Un mondo che continua a volerti bene, più di quanto tu pensi. Ma prima di fare pace col mondo, è necessario che tu faccia pace con te stesso. Spesso noi cerchiamo fuori di noi, attorno a noi, vicino a noi, le ragioni del fallimento. Capita però che le cause siano solo apparentemente nelle cose e nelle persone esterne. Perché anche quelle, le cose e le persone, dipendono ancora dalle nostre scelte. E’ allora che bisogna compiere il passo decisivo: ammettere, serenamente e onestamente, che le ragioni del fallimento, il più delle volte, sono dentro di noi. Siamo noi.
Il vero campione deve umile sempre a disposizione dei giornalisti e soprattutto dei tifosi. ...Perché quest\'ultimi portano in alto il l\'atleta. ..Quando volti le spalle a tutti, anche gli sponsor iniziano a lamentarsi.Vedesi Contador, campione di umiltà e soprattutto sempre all\'apice della forma,mai un cedimento....e soprattutto sempre disponibile con tifosi e giornalisti.
A proposito di Nibali
25 maggio 2016 18:58Luas
Penso che atleti umili come Vincenzo Nibali ce ne sono pochi e vorrei vedere chi al suo posto in questo momento si comportasse diversamente da lui . Penso che bisognerebbe essere meno sul carro del vincitore al momento della vittoria e non assillarlo nei momenti con meno vittorie .
scherzate?
25 maggio 2016 19:03giroetour85
caro utente "Girobaby",ma veramente stai dicendo che Nibali non è disponibile con i tifosi o con i giornalisti?
Forse vi siete dimenticati Pantani:Pantani non aveva un grande rapporto ne con i giornalisti ne con i tifosi,Pantani alla partenza e all'arrivo filava dritto(giustamente)
E faceva bene perchè questi atleti devono essere un pò più cinici,ma non perchè ci sia qualcosa di male,ma perchè se ne vanno energie preziose....e chi corre in bici anche a livello amatoriale lo sa...
Al Giro del Trentino
25 maggio 2016 19:15Girobaby
Quando si è staccato in salita se ricordi bene si è arrabbiato con il cameraman della Rai perchè lo stava riprendendo, invitandolo di andare avanti dai primi....in queste circostanze bisogna essere umili. ..e soprattutto dopo l\'arrivo anche da ritardatario, essere disponibile nei confronti dei giornalisti.
solo 31 anni
25 maggio 2016 19:48bric
A 31 anni un campione non può considerarsi finito, ci sono evidentemente ragioni importanti che assillano Nibali e siccome un campione è pubblico caro Nibali tira fuori "il rospo"
Il Centro di Gatti
25 maggio 2016 22:25memeo68
Spero che il prossimo anno questa rubrico possa chiamarsi "il Centro di Gatti".....mai come in questa circostanza hai fatto centro, con l'amara constatazione di averlo io stesso previsto già lo scorso anno, sottolineo purtroppo!!!
Sinceramente non mi importa molto di
25 maggio 2016 22:32Leonk80
quello che Nibali (o Messi o altro sportivo) dice dopo la gara.
A me interessa quello che fa in corsa.
Capisco che tutto attorno ci sia un mondo di altre persone che vivono e che per loro è lavoro ( giornalisti e tv in primis) ma a me come tifoso, se Nibali andasse in silenzio stampa non mi danneggerebbe minimamente.
e diciamo la verità il 99% delle interviste agli sportivi (di qualunque sport) sono banalità all'insegna del politically correct volte a evitare qualsiasi polemica, quindo non è una grande perdita se stanno zitti.
Nel caso specifico Nibali ha già detto che non sa perchè va così piano. l'ha già detto l'anno scorso al tour. cos'altro deve dire? Lui ha tutte le ragioni di essere stufo di ripetere le stesse cose e io sono stufo di sentirle. Chi sbaglia sono quelli che invece continuano a fare sempre le stesse domande.
e se anche si accorgesse che ha fatto qualche sbaglio (tipo restare all'astana) non avrebbe nessun motivo per ammetterlo pubblicamente e per sputare nel piatto dove sta mangiando.
Tutti ricordano Caravaggio per le opere d'arte nessuno perchè era un mezzo delinquente!
Lasciate in pace Vincenzo !.
25 maggio 2016 23:42TIME
Ho ancora vivo il ricordo di un altro campione del ciclismo un certo Indurain, plurivincitore di ben 5 Tour de France dal ‘91 al ’95 e poi dal ‘96 all’età di soli 32 anni cominciò dapprima a “balbettare” alla Milano San Remo arrivando disperso nell’ultimo gruppo ed al Tour solo 11° a quasi 15 minuti da Riis che vinse l’edizione del 1996. Alla Vuelta si ritirò dopo solo poche tappe. Che dire, un grandissimo campione insuperabile come potenza muscolare fino alla stagione precedente, poi un improvviso e inspiegabile calo fisico per non dire crollo fisico, coinciso da motivi per lui rimasti sconosciuti.
Quindi non ci si deve meravigliare più di tanto che ciclisti di grosso calibro come Vincenzo Nibali per motivi di vario genere (testa, gambe, capacità aerobica e sistema endocrino) gli si spenga gradualmente la luce.
Speriamo che non sia così e ci possa regalare altre competizioni ad alto livello, ma gli indizi purtroppo ci sono tutti per presagire.
Sciacallaggio........
26 maggio 2016 08:34passion
....... è l'unico termine che mi viene in mente in questo momento...... paragonare Nibali a Balotelli poi,....... è proprio il massimo!!!
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