La corsa rosa delle "Dolomiti Friulane". GALLERY

GIRO D'ITALIA | 27/05/2015 | 12:00
Il Giro d’Italia, nella sua itinerante straordinario viaggio secolare attraverso le regioni d’Italia, porta con sé storia e storie di vario genere che offrono spunti di notevole interesse, in vari ambiti, anche aldilà del primario fatto sportivo. E’ una prerogativa speciale, quasi unica, della corsa rosa, da sempre, di proporsi anche quale straordinario volano di trasmissione di conoscenze di realtà territoriali, per conoscere e apprezzare persone, personaggi, luoghi e attività.
E’ in questa visione che si colloca la partecipazione alle attività promozionali connesse al Giro d’Italia, in molteplici forme e da diversi anni, delle “Dolomiti Friulane” che comprendono i territori di Piancavallo, delle Valli Pordenonesi e della zona dei Magredi. E’ un’attività spinta e favorita da Enzo Cainero, punta (e non portiere, il suo antico ruolo di calciatore professionista), alpino e, soprattutto, innamorato a tutto tondo del suo Friuli e dei valori collegati alla bicicletta. Una partecipazione che è coordinata “in itinere” da Luciano Modolo.
Piancavallo, nel comune di Aviano, è un altopiano a quota m. 1260 con vista aperta che spazia fino all’Adriatico, stazione di turismo invernale ed estivo con varie attività, già valorizzata dal ciclismo con vari arrivi del Giro del Friuli e la vittoria, nel Giro d’Italia 1998, di Marco Pantani nella Schio-Piancavallo.
Le Valli Pordenonesi identificano la Valcellina, la Val Cosa, la Val d’Arzino e la Val Tramontina che riprendono i nomi dei torrenti che le percorrono e presentano paesaggi incontaminati fra gole, orridi e cascate.
Infine i Magredi, ossia le “Terre Magre”, un fenomeno naturale, una sorta di fiume di pietre che affiorano dove i fiumi Meduna e Cellina s’inabissano con caratteristica “carsica” e che fioriscono a primavera.
La cittadina di Maniago, ai piedi del Piancavallo, depositaria di una lunga, secolare storia, che ha già ospitato nel 2014 la partenza di una tappa con conclusione al “kaiser” Monte Zoncolan, vinta da Michael Rogers, è in prima linea in questa presenza itinerante della corsa rosa con il suo tratto identificativo e distintivo, da oltre cinquecento anni: la coltelleria. Un’attività che vede Maniago leader, a livello mondiale, per la produzione di coltelli da tavola e da cucina, forbici, cavatappi, coltelli per lo sport e il tempo libero e lame da taglio che, oltre a coprire i fabbisogni del mercato italiano, raggiunge quelli internazionali di tutti i continenti. Sono una settantina le aziende che operano nel settore e, fra queste, ventotto si possono fregiare del marchio QM-Qualità Maniago che distingue l’eccellenza assoluta della produzione. Un marchio di riconoscibilità qualitativa che è inciso su tutti i generi di coltelli prodotti dalle aziende con il marchio QM.
E’ un’attività industriale che si basa su specifiche, peculiari conoscenze ed esperienze derivanti da una grande artigianalità e che sa “fare squadra”, nel contesto delle altre varie attività del territorio, in armonica sinergia. Un lavoro armonico e armonizzato dall’Agenzia per lo sviluppo del Distretto Industriale del Coltello.
E chissà se un cantore del ciclismo quale fu il grande Bruno Raschi che definiva la volata finale delle tappe di pianura “il lungo prologo di una coltellata” pensava anche ai coltelli di Maniago….

g.f.

per informazioni ulteriori: www.distrettocoltello.it  e www.maniagodistrict.eu
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