L'ABC di COSTA. PELLEGRINAGGIO MACABRO ALLA STANZA 27

GIRO D'ITALIA | 25/05/2015 | 17:35
di Angelo Costa     -
 
L come Landa. Nel senso di Mikel, gregario di Aru. Vincendo la tappa di Campiglio, ha raccolto il premio per il lavoro svolto nelle prime due settimane: c’è riuscito anche perché, all’ultimo chilometro, Contador ha preferito lasciare via libera a lui e non al sardo, come da manuale del ciclismo. Fine della festa. E invece. E’ bastato che la maglia rosa dicesse di aver visto l’aiutante andar più forte del suo capitano per scatenare la più consumata delle fantasie: un cambio di ruoli all’interno dell’Astana. E come no: l’esperto Martinelli, il tecnico con più vittorie di grandi corse a tappe in Giro, dopo aver preparato per mesi il purosangue Aru si fa intererire dalla buona giornata di un promettente allievo. Meglio restare sulla realtà: da qui a Milano, a tentare di vincere il Giro sarà sempre il sardo. Con il suo fedele gregario a fargli Landatura.
 
S come stanza 27. Nel senso della camera d’hotel occupata da Pantani a Campiglio quando fu fermato per ematocrito alto al Giro del ’99. Sedici anni dopo, è diventato un luogo di pellegrinaggio da parte dei nostalgici in servizio permanente: al turismo di cattivo gusto in Italia non c’è limite. Chi ha voluto bene a Marco predilige i luoghi delle imprese, come Montecampione o il Mortirolo, anche se non ce ne sarebbe bisogno: i tanti che l’hanno conosciuto da vicino ne conservano silenziosamente il ricordo.

T come Tjallingii. Nel senso di Marteen, veterano olandese della Lotto Jumbo. A 38 anni sta correndo il suo quarto Giro, con risultati in linea col passato: è 132esimo a quasi tre ore da Contador. Non fa notizia in corsa, ma nel dopo corsa: quando va a tavola. E’ vegetariano, circostanza che in gruppo lo rende unico: mentre i colleghi divorano bistecche e branzini, lui si tuffa su verdura e tofu. Non è una scelta di vita né una filosofia speciale che ha deciso di abbracciare, così come Uran abbraccia le piante: semplicemente, i sapori di quegli alimenti gli fanno schifo. Da erbivoro, è riuscito a diventare ciclista, dopo aver superato ben altre prove: a due anni gli hanno tolto un rene per un tumore, ‘cosa che non mi ha impedito di fare sport: devo solo bere molto’, racconta l’olandese cresciuto fino a 13 anni in Mozambico, dove i genitori lavoravano per un’Organizzazione non governativa. Da ciclista, è stato terzo a una Parigi-Roubaix e si è fatto notare in un Tour solo per aver concluso una tappa pedalando gli ultimi trenta chilometri con un’anca rotta. Come caratteristiche, è perfettamente in linea con la sua dieta: né carne, né pesce.
 
Z come zavorra. Nel senso di Ppo, Punto di passaggio obbligatorio. Confidenzialmente, pi-pi-o: come spieghiamo da giorni, è la zona dalla quale bisogna tassativamente passare per raggiungere partenze e arrivi. Siccome non si trova, facciamo noi ciò che dovrebbero fare gli organizzatori: lo togliamo.
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COMMENTI
DOMANDE
26 maggio 2015 08:11 ewiwa
Ma ieri Aru era in grande difficoltà ( per me la malattia prima del Giro non ci voleva e gli ha sconvolto i piani)Landa era fortissimo e l'unico che poteva staccare Contador (che era stato portato in carrozza fin lì dall'Astana ma all'Astana c'è un CT?....mah io mica capisco come corrono!!!)e mi chiedo ma perchè Contador non ha dato la stoccata finale ed è rimasto con Aru? tutti a dire che è stata una sua scelta e non voleva far vincere Aru...per me non ne aveva più.

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