REBELLIN. Assolto per le accuse di frode fiscale e doping

GIUSTIZIA | 30/04/2015 | 21:29
Non gli verrà restituita la medaglia olimpica di Pechino, e neanche saranno cancellati i duri verdetti della giustizia sportiva. Ma la decisione dei giudici di Padova gli toglie molti problemi. La giustizia italiana ha assolto Davide Rebellina.

Doveva rispondere delle accuse di evasione fiscale, ovvero estero vestizione per non reale residenza all'estero, e per doping. Assoluzione in primo grado e ora potra' solo esserci impugnazione da parte del Pm.

In attesa delle motivazioni, l'avvocato Antonino De Silvestri spiega che l'assoluzione è stata su tutta la linea: "Ho dimostrato che la residenza reale di Rebellin è a Monaco, dove peraltro possiede numerosi immobili. L'accusa diceva che era residente a Galliera perché lì vive la moglie, ma abbiamo dimostrato che lui è all'estero per la metà dell'anno".

Poi il capitolo doping, sul quale c'è il particolare curioso che il Coni, che chiedeva la condanna e 500 mila euro di risarcimento, non ha prodotto il lodo del Tas. La difesa tecnica dell'imputato è stata principalmente contro l'automatica trasposizione del lodo nel diritto italiano: "Quella è una sentenza di un ente non governativo e di diritto svizzero - argomenta De Silvestri a Il Gazzettino - e non si può far valere nel nostro diritto penale. Inoltre il principio della colpevolezza, per il giudice italiano, è da affermare 'al di là di ogni ragionevole dubbio', quando invece per un giudizio del Cio può bastare un 'confortante convincimento'. In più al processo il lodo del Tas nemmeno si è visto".

Nel merito del doping inoltre il legale ha sollevato molte obiezioni sulla catena di custodia dei campioni di sangue del ciclista, che hanno viaggiato da Pechino a Losanna a Parigi. Quindi altre obiezioni sulla mancanza di prove certe.

È stata assoluzione. Che farà risparmiare forti risarcimenti e accertamenti della Gdf all'atleta, oltre all'anno di pena previsto per ciascuno dei due reati e alle sanzioni pecuniarie.
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COMMENTI
A-S-S-O-L-T-O!
1 maggio 2015 03:17 schwoch83
A-S-S-O-L-T-O (e non per prescrizione!)! Questo vuol dire che: a) Davide Rebellin non è un evasore fiscale; b) non si era dopato per le olimpiadi di pechino. Nessuno gli restituirà la medaglia vinta, nessuno gli restituirà questi 6 anni terribili di gogna mediatica e di porte ripetutamente sbattute in faccia dal mondo del ciclismo a cui lui ha dato tantissimo, nessuno gli restituirà tutte le gare a cui non ha potuto partecipare in questi anni, ma mi auguro che qualcuno abbia almeno il coraggio di chiedere scusa e di ammettere di aver sbagliato sul suo conto.

La discriminazione.
1 maggio 2015 09:59 warrior
E' umano che una persona debba aspettare 7 anni per vedere riconosciuta la propria innocenza? E'umano essere discriminato per 7 anni?
E' stato escluso per 6 anni dalle corse più importanti, quante ne avrebbe potuto vincere non lo sapremo mai.
E' troppo chiedere le dimissioni di chi si è macchiato in maniera indelebile della vergogna di tale discriminazione?

Rebellin
1 maggio 2015 10:08 siluro1946
Comunque sia, un errore lo ha commesso, non andandosene dall'Italia, potendoselo permettere, una ventina di anni fa.

Non esageriamo!
1 maggio 2015 10:24 Bastiano
Va bene l\'assoluzione fiscale ma, quella sul doping è basata solo su una diversa interpretazione tra leggi e regolamenti. Pensare che tracce di EPO ci siano arrivate per grazia divina è un oltraggio all\'intelligenza.

LA STORIA SI RIPETE
1 maggio 2015 12:42 ewiwa
Ora tutti ad inneggiare all'assoluzione .....ma su questo blog c'è una concentrazione di giustizialisti che non si trova altrove che condannano a priori......sempre!!!!!!!!

ricordiamoci che...
1 maggio 2015 13:01 prcorsomisto
Basso corre e tanti altri senza menate.

vergogna
1 maggio 2015 14:27 zanzibar
Mi auguro che chi ha sbagliato,e sputtanato Rebellin ,non citiamo i giornalisti che oggi sei jn divo,domani mattina sei una me....a...........abbiano ALMENO l umiltà di chiederLe scusa!!!!

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