VALVERDE e ALAPHILIPPE IMMENSI, NIBALI AFFAMATO

I VOTI DEL DIRETTORE | 26/04/2015 | 18:25
Sarà la corsa più giusta perché è la più dura, ma quella di oggi è stata anche una delle più noiose e prevedibili. Non ne ha colpa Valverde, che parte dalla città ardente con i favori del pronostico e arriva ad Ans da dominatore assoluto. È una “Doyenne” dolente, poco palpitante, priva di grandi emozioni. Chi ne ha sta davanti, chi non ha scivola nelle retrovie. Pochi acuti, pochi colpi ad effetto. Voto 5,5.

Alejandro VALVERDE. 10. Poche parole, tanta sostanza. Questo è ciò che a fine corsa dice Unzue e che vale anche per il fuoriclasse murciano che si porta a casa la terza Liegi di una carriera stellare: 88° vittoria, sesta stagionale. La Movistar non si fa mai prendere dall’ansia di prestazione, a differenza della Europcar (voto 3), che lavora come se dovesse spaccare il mondo e, alla fine, va in frantumi. Come gli Astana, a lungo i padroni della corsa, che alla fine però pagano pesantemente dazio (voto 5,5). Valverde controlla con una lucidità eccezionale. Non una pedalata in più, mai un’esitazone. Scatta a 500 metri dal traguardo per andare a stoppare Moreno, che intelligentemente aveva preso il largo per favorire Rodriguez. Valverde piomba sul connazionale, con Rodriguez a ruota. Tira il fiato, prima della volata finale. Prima di un trionfo che lo proietta tra i grandissimi di sempre e per sempre.

Julian ALAPHILIPPE. 9. È la vera novità delle classiche delle Ardenne. Ha soli 22 anni, ma è davvero un prodigio questo talento francese. Settimo all’Amstel, secondo alla Freccia, secondo oggi. Alla faccia della multidisciplinarietà, della maturazione fisica, delle esperienze da fare. Quando uno ha talento, anche in questa epoca, lo fa vedere. Il resto sono solo elucubrazioni per giustificare la mancanza di talenti.

Joaquin RODRIGUEZ. 7. I suoi compagni di squadra lo portano in zona di sparo come meglio non potrebbero, però Joaquin ha le polveri un tantino bagnate.

Valerio CONTI. 6. Pronti via e lui va subito all’attacco, ma subito viene ripreso. Beata incoscienza.

Diego ULISSI. 7. È tornato alle corse dopo un lungo periodo di inattività. Si getta nella fuga più importante di giornata con  Cesare Benedetti e Matteo Montaguti. Otto Vergaerde, Clement Chevrier. Marco Minnaard, Anthony Turgis e Rasmus Quaade. A tutti un plauso e il voto di Diego.

Enrico GASPAROTTO. 6. Sono le sue corse, lo sappiamo e non da oggi. È lì, sempre nel vivo della corsa, fin quando la fiammella agonistica si fa sempre più piccina e debole.

Giampaolo CARUSO. 7. Protagonista un anno fa, protagonista oggi. Uno degli uomini più intelligenti e attivi della Katusha. Grande uomo squadra. Grande davvero.

Roman KREUZIGER. 6,5. Fa forse vedere l’attacco più bello di giornata, con una progressione degna di nota (assieme a Caruso) sulla Roche aux Faucons che mette paura a tutti. Alla fine ottiene anche un buonissimo quinto posto.

Jakob FUGLSANG. 6. Sta bene, nel finale diventa di fatto l’ultima vera punta degli Astana, ma arriva anche lui un po’ in riserva.

Michele SCARPONI. 6. Se ne va con Tanel Kangert, Estaeban Chavez, Manuele Boaro, Juliàn Arredondo. Fa un ottimo lavoro di  preparazione, per il gran finale, che non ci sarà.

Simon GERRANS. 5.  Anche oggi colleziona solo cadute. Per l’ultimo vincitore della Liegi, non è chiaramente giornata.

Vincenzo NIBALI. 5,5. Nella caduta che coinvolge una decina di corridori nel finale, Vincenzo evita per un soffio di finire gambe all’aria, ma è costretto a mettere prima piede a terra e poi ad inseguire in un fase di corsa molto delicata. Getta alle ortiche energie preziose e capiamo a dieci chilometri dal traguardo che non sarebbe giornata perché fa ricorso al “ciucciotto” (crisi di fame). Poi scatta, ma la progressione è quella di chi ha più forza mentale che  gambe. Aveva ragione lui: gli sarebbe servita una settimana di lavoro in più.

Rui COSTA. 6,5. Si vede poco, ma è sempre lì, con i migliori.

Domenico POZZOVIVO. 6,5. Vale il discorso fatto per Rui Costa: si vede poco, ma c’è. Sempre.

Michal KWIATKOWSKI. 4. Ad un certo punto gli si spegne la luce. E pensare che lo consideravo il favorito numero uno: quattro anche a me!

Davide FORMOLO. 6. Il giovane della Cannondale arriva 32° a 1’10” da Valverde. Per un ragazzo così non è molto, ma è già qualcosa. Alla Liegi non si scherza. Basta poco per andare alla deriva, e lui non ci va.

Wilko KELDERMAN. 4. Potrebbe essere la sua corsa. Potrebbe.

Michael ALBASINI. 4. Dopo una grandissima Freccia, oggi non si vede.

Carlos BEYANCUR. 4. Arriva 69° a più di otto minuti. Che dire?

Bob JUNGELS. 4. Forse gli abbiamo detto troppe volte che è un potenziale talento.

Pierre ROLLAND. 3. Lui e gli Europcar sono un disastro.

Frank SCHLECK. 3. C’era anche lui.

Romain BARDET. 7. Il giovanotto dell’Ag2r ottiene un ottimo sesto posto finale. Arriva lì, con il Gotha di questa Liegi, e se la gioca da veterano.

di Pier Augusto Stagi

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COMMENTI
Specialmente con....
26 aprile 2015 18:54 jaguar
Sono daccordo con il Direttore su tutto ma specialmente su una cosa ancora di più ed ovvero sul giudizio ad Alaphilippe.
Questo vale per tutti gli sport ciclismo compreso se sei un campione sei un campione punto e basta.....e sento sempre è giovane deve fare esperienza se no si brucia...ma che Gimondi si è bruciato vincendo a 22 anni un Tour?
Queste protezioni sono deleterie...se vali devi andare e gettarti nella mischia altrimenti sei solo "una bambolina" da mettere come soprammobile.

Repetita iuvant
26 aprile 2015 19:10 Cerbero
Alaphilippe, come dissi qualche giorno fa, è un fenomeno, pazzesco, un talento così non si vedeva da parecchio tempo, vedremo cosa saprà fare.
Non capisco invece come mai Formolo e Conti, secondo me due grandissimi talenti, quest'anno non riescano a mettere il turbo; mi appello a Cassani, ne sa qualcosa?

visconti
26 aprile 2015 21:39 ELIOT
come mai non date voto avisconti mi sembra abbia fatto una ottima campagna del nord ultimo movistar vicino a valverde

Valverde, Alaphilippe e altre valutazioni
27 aprile 2015 10:03 Bartoli64
Mah, io su Valverde avrei da fare una mia valutazione.

Ieri in TV ho sentito lodi sperticate di “capolavoro tattico” mentre - secondo me - l’asso spagnolo, con quel suo atteggiamento che lo porta a non sprecare neppure una pedalata a ridosso dei traguardi, ce l’ha messa tutta anche stavolta per perdere la gara… soltanto che la gamba-super che aveva proprio non glielo ha concesso.

Con quella condizione non ti fai mandar via praticamente dalla tua ruota uno come Moreno che, tra l’altro, ha ancora un paio di compagni con se!

Diciamo che se tatticismo c’è stato, è stato quello di valutare bene a che velocità stesse procedendo Moreno, e da li “calcolare” con le proprie gambe quanto “attendismo” ancora potesse concedersi prima di sparare tutto chiudendo prima il buco e poi fare ancora lo sprint (e quella di sapersi ascoltare così bene è sicuramente prerogativa dei Campioni).

Paradossalmente, se un avversario fosse scattato all’inseguimento di Moreno, da una accelerazione ne sarebbe quasi certamente scaturito un rallentamento e, forse, il corridore di Katuscia poteva anche giungere al traguardo. Ma siamo sempre nel campo delle ipotesi, anche se questi, con Valverde, sono film già visti un sacco di volte e che altettante volte gli hanno fatto perdere gare importanti.

Quanto a Alaphilippe non c’è che dire, un talento vero che i francesi possono affiancare ai vari Demare e Pinot, per questo ricordo (e faccio anche qui una valutazione) su quello che successe ai Mondiali U23 di Firenze, allorquando, in fuga con Mohoric il francesino fu praticamente umiliato in salita dallo sloveno.

Già… ma dov’è finito Mohoric?

Bartoli64

Bartoli64
27 aprile 2015 12:48 Cerbero
Si, ho "dimenticato" Mohoric, ma perchè sullo sloveno non so quanto ne possa sapere il nostro Ct; comunque anch'io me lo chiedo...perchè non la muove più?

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