I CERCA CONTRATTO. Valerio Agnoli: «Non sono così vecchio»

PROFESSIONISTI | 02/11/2014 | 13:34
Compirà 30 anni il prossimo 6 gennaio, ma il regalo di un contratto spera di trovarlo un po' prima, non certo il giorno della Befana. Nove anni di professionismo alle spalle, una vittoria di tappa con la maglia della Naturino al Giro della Malesia. Corridore tosto, generoso, fedele, ma quest'anno Vinokourov è stato chiaro come pochi: «Valerio, tu sei un serio professionista, ma il nostro team ha bisogno di corridori più forti».

Valerio Agnoli non l'ha presa benissimo, ma ha accettato di buon grado il severo responso. Niente vacanze, il ragazzo di Fiuggi si è rifiugiato tra i suoi affetti, con sua moglie Maria Giovanna e la piccola Greta, che ha compiuto due anni lo scorso 25 ottobre.

«Giuseppe Acquadro, il mio procuratore, sta lavorando sodo per trovarmi una situazione - spiega a tuttobiciweb.it il corridore laziale. Ci sono tante cose che stanno bollendo in pentola, ma al momento non abbiamo ancora scelto niente. Io nel frattempo mi sto dedicato al bricolage: sistemo casa, in particolare sto rifacendo quasi di sana pianta tutto l'impianto elettricolo. Io sono un patito di tecnologia e l'impianto elettrico deve essere adeguato alle apparecchiature che uso. Con me stanno lavorando mio fratello maggiore, Marco, mio suocero Tonino e poi Roberto, il mio elettricista di fiducia: un vero mago».

Hai già ripreso gli allenamenti?
«Francamente no, sono ancora a riposo e penso di riprendere a fare palestra la prossima settimana. Dopo il Lombardia ho staccato la spina e mi sono riposato parecchio. Come ti ho detto mi sono concesso soltanto alla mia famiglia e ai lavori di casa, che per altro io amo fare».

Non hai paura della pensione anticipata?...
«Di questi tempi è una possibilità concreta, ma il mio procuratore mi invita a stare sereno, che una soluzione si trova. Il momento è chiaramente difficile, nella mia situazione si trovano anche corridori come Enrico Gasparotto e Francesco Gavazzi, dell'Astana, che mi risulta siano ancora in cerca di sistemazione. Ma sono tantissimi i ragazzi a spasso. Non è che la cosa mi faccia stare sereno, ma capisco che il momento è quello che è».

Ti sei mai trovato in una situazione come questa?...
«In verità sì. Nel 2007, al quarto anno di professionismo, quando la Aurum Hotel chiuse i battenti e io rimasi come tanti altri a spasso, In quell'occasione ebbi fortuna: grazie a Giovanni Lombardi e Stefano Zanatta approdai alla Liquigas del dottor Paolo Dal Lago, con la quale rimasi cinque stagioni. Un'esperienza bellissima».

Cosa ti senti di dire a quelle squadre che potrebbero essere interessate alla tua persona?
«Che sono ancora giovane, ho tanta voglia di far bene e penso di poter dare ancora tanto alla causa. Ho tanta passione e a 30 anni, un ciclista è nel pieno della sua maturazione psico-fisica. Io non sono ancora pronto per la pensione».
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