Profilo Basso

FIGURE E FIGURINE | 26/05/2014 | 16:17
di Angelo Costa          -

Comincia bene l’ultima settimana di Ivan Basso: il Giro gli regala un po’ di riposo. Oltre a tirare il fiato, può anche occuparsi di faccende domestiche: ‘Oggi celebro Santiago’. Lo dice pensando al compleanno del figlio, non al suo santo protettore. Ne avrebbe bisogno: fin qui il suo Giro tende al Basso, nel senso di asfalto. E’ caduto alla rotonda di Montecassino, è caduto nella crono dei vini, picchiando sempre il fianco. Quando gli hanno chiesto cosa gli facesse male, ha risposto: ‘Un po’ l’anca’. Non l’hanno preso sul serio: pensavano che chiedesse di ascoltare un cantante dei suoi tempi.

Avviato ai 37 anni,  l’ottimo Ivan è inevitabilmente come la borsa di Milano: tende al riBasso. Ma l’uomo ha ancora lo spirito del guerriero: aspetta il suo terreno prima di dichiararsi battuto. Anche se ammette di esser poco brillante: a sentir la moglie, è anche poco diamante e per nulla perla. Dice anche che questo è un Giro da sfinimento: a forza di ripeterlo a tutti, si è sfinito. Non lo fa per cercare alleati e tantomeno aiuti: quando un ammiraglia, vedendolo in difficoltà su una salita, gli ha proposto di attaccarsi, ha replicato stizzito ‘sarò anche Basso, ma non cedo alle bassezze’.

E’ un Giro in salita per Ivan: non solo in corsa. Due mattine fa, alla partenza, ha dovuto dribblare Saturnino, storico musicista di Jovanotti: sapendo che suona il basso ha commentato ‘In Giro ce ne sono già troppi che mi suonano’. Oltre che sull’esperienza, può contare su un incrollabile fede, non solo in se stesso: lo aiuta la presenza di un tecnico che sembra un’esortazione, Amadio. Per questo non si sente pronto per la pensione: ‘Quando parlo di bassorilievo mi riferisco a una montagna adatta a me, non che mi sento un reperto da museo’.

Alla settimana decisiva, Basso si presenta con una convinzione: ‘E' un Giro più duro di quello che ci si possa aspettare guardando la cartina’, dice con la saggezza di chi sa che i Giri non si vincono sulla carta, ma sulla strada. Sa di dover soffrire, anche come un cane: sarà per questo che si fa chiamare Bassotto. E’ anche un modo per continuare a viaggiare rasoterra: il suo motto resta Volare Basso. A spingerlo saranno in tanti, anche se si ritroverà da solo a difendere la sua politica di corsa: in tempi di spending review, sarà l’unico in Giro per l’Italia contrario al taglio dell’Ivan.
 
La frase del giorno. «Posso vincere il Giro nelle prossime tappe» (Nairo Quintana, quinto in classifica, ha capito che la corsa va avanti e non indietro).
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COMMENTI
basta
27 maggio 2014 09:47 geo
Ma questa rubrica deve continuare ancora per molto?

non sono d'accordo
27 maggio 2014 09:53 excalibur
e dagli all'untore, tutti contro costa! a me la sua rubrica piace, qualche articolo di più, altri di meno, come è normale che sia, ma mi piace il suo modo di raccontare la genete di ciclismo. e, scusatemi se mi permetto, non l'ha ordinato il medico di legegrlo: se non piace, basta passare oltre. con buona pace di tutti

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