PIEVE DI SOLIGO. Quanto piace il Giro d'Italia...

CONVEGNO | 15/11/2013 | 20:50
Il Giro d’Italia piace, piace sempre di più, piace tanto soprattutto all’estero ma la corsa rosa non perde mai di vista il contatto con il territorio italiano e la sua gente.
È questa l’estrema sintesi di una grande serata di ciclismo: a Pieve di Soligo si è parlato di Giro d’Italia con il direttore della corsa rosa, Mauro Vegni, che ha risposto alle domande di una platea attenta e numerosissima, che ha letteralmente riempito l’Auditorium della Biblioteca Civica per l’annuale convegno organizzato dal nostro mensile in collaborazione con il Gruppo Euromobil e La Gazzetta dello Sport.

Incalzato dalle domande del capo della redazione ciclismo de La Gazzetta dello Sport Luca Gialanella prima e del pubblico poi, Vegni ha sottolineato come il Giro, nella sua storia, abbia unito l’Italia più di Garibaldi, divenendo la rappresentazione dell’eccelenza del nostro paese. «Oggi, però, non possiamo più pensare a un semplice prodotto locale, ma ad un avvenimento internazionale che piace sempre di più».

NUMERI.
«Siamo già alle prenotazioni per il 2018... e più di un centinaio sono quelle per il triennio 2015/2017. Nel 2017 celebreremo l’edizione n° 100 e sicuramente la partenza avverrà dall’Italia. Le proposte più interessanti? Ho molti amici che ne fanno di interessanti, se proprio devo fare un nome c’è un friulano, alpino, che ci ha fatto scoprire una montagna diventata mitica come lo Zoncolan... si chiama Enzo Cainero».

GIRO 2014. «Lo abbiamo voluto più umano e con la massima attenzione rivolta ai corridori che sono i veri attori dello show. Forse negli anni scorsi abbiamo cercato troppo l’estremo, ma la realtà è che 21 giorni di corsa bastano da soli a garantire lo spettacolo».

PATRON. «Una figura che ormai è anacronistica, si lavora in squadra all’interno di un’azienda: avere al mio fianco ex corridori che magari hanno avuto anche esperienze come manager aiuta tanto. Io ho la fortuna di avere al mio fianco dei ragazzi fantastici: insieme siamo riusciti a superare alla grande un’edizione del Giro difficilissima come quella del 2013. La giornata più difficile? Quella del Galibier, perchè eravamo in territorio straniero e perché partivamo senza sapere dove saremmo arrivati».

ESTERO. «Il Giro nasce due anni prima della data di corsa. Mi affascina molto l’opzione New York anche se è di difficile realizzazione. All’estero è impressionante la voglia di Giro che c'è, forse perché ci sono più soldi: settimana scorsa sono stato nel Montenegro (che nel 2016 festeggia l’anniversario della sua indipendenza dalla Serbia, ndr), ho parlato con esponenti del governo, vogliono promuovere il loro territorio da noi poco considerato. E lo stesso vale per Vienna, per la Svezia...».

SOGNO. «Ne ho uno, ma è in fase embrionale, si tratta di progetto ambizioso mai fatto all'interno di un grande Giro, sto studiando come realizzarlo. Potremmo presentarlo nel giro di 3/4 anni, è un’idea che riguarda le isole... E anche riproporre Venezia non mi dispiacerebbe».

PLATEA. In sala, tra gli altri, Moreno Argentin, Cristian Salvato, Gianni Faresin, Walter Brunello (organizzatore della tappa di Cima Grappa), l’allenatore di calcio e grande appassionato di ciclsimo Edy Reja, Giuseppe Figini, memoria storica del Giro d’Italia e i ragazzi della Zalf Euromobil Fior.

IL FRIULI. Enzo Cainero spiega: «Si parla del Crostis, ma lo Zoncolan è stato la scoperta più grande della mia carriera. Avrei voluto proporre per il 2014 la sua doppia scalata, ma Mauro mi ha convinto che sarebbe stato troppo duro. Progetti? Tantissimi, andiamo ben oltre il 2018 ma non posso dirvi nulla».

VICENZA. Moreno Nicoletti e Claudio Pasqualin ricordano la tappa del 2013: «Una bellissima tappa di Vicenza con lo scatto di Visconti sulla salita degli ulivi che è stata un autentico capolavoro. Per il 2015 ci piacerebbe avere una tappa sul Monte Berico, abbiamo trovato uno spunto particolare per renderla più dura e affascinante».

BELLUNO. Renzo Minella a sua volta ribadisce quanto il Giro garantisca un ritorno importante per il territorio (bellunese in questo caso) coinvolto dall’organizzazione di ogni tappa del Giro: «lo dimostra la tanta gente che troviamo a pedalare sui passi meno noti delle nostre zone, fatti conoscere dalla corsa rosa».

EUROMOBIL. Nella loro veste di padroni di casa, i fratelli Antonio, Giancarlo, Fiorenzo e Gaspare Lucchetta hanno portato il loro saluto, unitamente a quello del sindaco di Pieve di Soligo Fabio Sforza, e hanno consegnato a Davide Villella l’Oscar tuttoBICI Gran Premio Euromobil quale miglior Under 23 della stagione. Con l’augurio sincero, per il corridore bergamasco, di poter essere al via, nel 2014, del suo primo Giro d’Italia.

da Pieve di Soligo, Giulia De Maio

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