Tra i
campioni presenti a Villongo, nella serata all’Olimpic Sport Villane, anche Paolo
Tiralongo il corridore dell’Astana vincitore lo scorso anno della tappa in
salita da Recanati a Rocca di Cambio al Giro d’Italia. “La stagione che viene
per noi dell’Astana è importante – afferma l’esperto corridore classe 1977 -,
abbiamo fatto dei buoni acquisti e non ci nascondiamo: cercheremo di vincere il
prossimo Giro d’Italia con il capitano Vincenzo Nibali, stiamo creando un bel
gruppo intorno a lui, da gennaio andremo in Argentina per iniziare il lavoro
che porterà fino alla corsa rosa. Per quel che mi riguarda avendo Nibali in
squadra tornerò a fare il lavoro che ho sempre fatto negli anni passati, negli
anni con Contador: farò il gregario, metterò a disposizione del capitano la mia
esperienza nelle corse a tappe. Poi se ci sarà la possibilità cercherò di
togliermi qualche soddisfazione in qualche tappa, ma l’obiettivo principale è
vincere la classifica, poi tutto quello che viene è tanto di guadagnato”.
Dunque ci saranno due siciliani, anche se trapiantati uno in Toscana e tu in
Bergamasca, alla caccia della maglia rosa: che rapporto hai con Nibali? “A
parte il fatto che siamo tutti e due della stessa regione, con Vincenzo c’è
stato sempre un rapporto di amicizia che da questa stagione diventa un rapporto
di lavoro ed è ancora meglio. Lui è un corridore forte, in questi anni ha
dimostrato di saper vincere le gare a tappe, anche quelle di tre settimane; io
come gregario in questi anni ho dimostrato di essere uno dei migliori. Quindi
si uniscono le forze per ottenere il miglior risultato”. Hai “servito” tanti
capitani in questi anni di professionismo, che tipo di leader è Nibali? “Con
Vincenzo non ho mai lavorato insieme e quindi non posso esprimere giudizi,
avremo tre o quattro mesi per lavorare insieme e in quel periodo avrò modo di
capire e di scoprire come si muove, dove e come aiutarlo al meglio: di sicuro
so che è un tenace, essendo un siciliano è uno che non molla. Quindi partiamo
già con un punto a nostro favore…”.
Valerio Zeccato
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