VIGORELLI. Pista più piccola o smontabile. E una nuova a a Rho
| 17/10/2012 | 16:41 Nel Vigorelli 2.0 il ciclismo sarà al massimo un optional. Un paletto
c'è già: la vecchia pista, di 400 metri, andrà in pensione, destinata
alla demolizione. Sarà sostituita? A Palazzo Marino le posizioni sul
tema sono più morbide rispetto alla primavera. Dal «no» secco si è
passati a un «vediamo». «Ragioniamo con la Federciclismo e con il Coni —
ha spiegato Chiaria Bisconti, assessora allo Sport —. La vecchia pista
non ci serve più, ma con le nuove tecnologie si può trovare una
soluzione nuova: magari una smontabile da utilizzare solo nei giorni
delle competizioni».
Risorgimento Con o senza il ciclismo, il
vecchio Vigorelli rinasce dopo anni di abbandono. Nel prossimo triennio,
l'Amministrazione utilizzerà i 18 milioni di euro di Citylife per
riconsegnare alla città uno dei suoi monumenti sportivi. «Dobbiamo
uscire da questa situazione di stallo - aggiunge la Bisconti -. Il
Vigorelli è utilizzato solo per il 20% delle possibilità:
inconcepibile». La seconda vita dell'impianto ha visto l'alba 10 giorni
fa, quando è stato pubblicato il bando per assumere il progettista
dell'opera. Ma da ieri, dalla seduta congiunta delle commissioni Sport e
Urbanistica, si conoscono i primi dettagli.
Arena 2 L'idea è
trasformare la struttura in un'Arena 2. Un'area polisportiva, non
esclusiva, che nella sua evoluzione architettonica rispetti i vincoli
della Sovrintendenza. All'interno, tra le ipotesi, spazio per il
football americano e la boxe (la palestra esistente è salva: sarà
riqualificata), la ginnastica, il basket, la pallavolo, il calcio a 5 e
aree per i bambini. Ospiterà gare solo di caratura internazionale. Poi
la musica: arriveranno i concerti e l'area esterna di 21 mila metri
quadrati si rifarà il look.
Nodo ciclismo Una certezza: la vecchia
pista sarà demolita. Ne resterà un pezzetto (forse un curvone) che sarà
valorizzato come cimelio per testimoniare il valore che l'impianto ha
avuto nella storia del ciclismo. Il restyling non porterà via Masi,
l'officina-negozio interno di biciclette. Si studia la possibilità di
realizzare una pista da 250 metri, preferibilmente non fissa. Nel
progetto rientra anche la costruzione, in zona Rho, di un nuovo
velodromo: si ricaverà in un padiglione esistente, abbattendo così i
costi.
Identità e gestione L'impianto non sarà gestito da
MilanoSport: scelta chiara e netta della Bisconti. L'ipotesi è che possa
farsene carico direttamente il Comune. «C'è grande rispetto per
l'identità ciclistica della struttura — spiega Ada Lucia De Cesaris,
delegato all'Urbanistica —. Vi lasceremo dei segni, ma il Vigorelli deve
guardare al futuro. A partire dal desiderio di volerlo aperto tutto
l'anno».
Federciclismo Renato Di Rocco, presidente della Federazione
ciclistica italiana, sostiene che la questione-Vigorelli è centrale:
«Per noi esistono tre percorsi. Il primo è una pista, fissa o
eventualmente smontabile, di 250 metri nel nuovo Vigorelli. Il secondo
è, in caso di incompatibilità con altri sport, un eguale investimento
per un altro velodromo, in altro luogo, ma da farsi in contemporanea. Il
terzo è, indipendentemente dalla pista di Milano, un'altra pista a Rho
nel quadro di Expo 2015. Perché sappiamo che una pista di 400 metri è
eccessiva, inadatta a manifestazioni internazionali; che il problema
economico non è costruire un impianto, ma gestirlo; che la nostra
attività su pista, soprattutto se smontabile, va da novembre a marzo;
che la nostra attività su pista, soprattutto se fissa, può contemplare
campionati italiani, europei e mondiali, e seigiorni; che nel frattempo
le società ciclistiche milanesi sono quasi scomparse, e questo
renderebbe più difficile far vivere una pista a Milano che non in
periferia o in provincia».
da «La Gazzetta dello Sport - Milano» del 17 ottivre 2012 a firma Mario Pagliara
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