DA TUTTOBICI. Scatto fisso

| 25/01/2012 | 08:51
Se non se ne parla adesso, a gennaio, a corse praticamente ferme, non se ne parla più. Allora colgo l’occasione per una libera uscita, lasciando un attimo il mondo del grande ciclismo per entrare nel mon­do parallelo del ciclismo mondano e fi­ghetto.

È una presa di posizione che sento di dover assumere, anche se passibile di epiteti come antica, retrograda, trinariciuta. Con chi ce l’avrà mai stavolta, si chiederà qualcuno. Ce l’ho con voi, con alcuni di voi, che andate in televisione e sui giornali, ma anche nei pub e nei locali alla moda, spacciandovi per ciclisti. Par­cheggiata fuori, lei, il mostro da due-tre-cin­que­mila euro: un vecchio telaio in acciaio riverniciato, una sella di cuo­io duro, un manubrio di for­ma varia, e soprattutto là sotto, dove scorre la catena, il nuovo mito, un recupero del passato, la scelta vintage e radical-chic dello scatto fisso.

Sì, dico a voi, ultimi arrivati alla bicicletta, dopo essere scesi dal Suv e dal­la bar­ca a Portofino. Avete fiutato che a New York e a Londra fa molto dan­dy metropolitano la bici con lo scatto fisso, ed eccovi subito in giro per le nostre città a spandere boria. Al vostro fianco, l’altro Rotary di nuo­va formazione, quello della bicicletta col motorino. In questo caso, per noi veterani e ortodossi, siamo ve­ra­mente al tradimento: lo sport del­la fatica annacquato e vilipeso, to­gliendo barbaramente di mezzo l’essenza stessa dell’esercizio, cioè la fa­tica. Ovvia­men­te il motorino è una grande cosa per obesi e cardiopatici, perché consente loro di usare co­munque il mezzo senza rischiare la morte. Ma non è di loro che parliamo, ci mancherebbe altro. Io parlo di quei ganassa che ri­corrono al mo­torino per guadagnare un pacco di minuti nelle gran fondo, o anche so­lo per staccare il geometra sugli strappi collinari nell’uscita domenicale. Ver­go­gna. Siete patetici.

Scatto fisso e motorino non hanno nulla, in sé, di vergognoso. Sono semplici ac­corgimenti tecnici per situazioni spe­cifiche e limitate. La degenerazione di questi tempi è tutta un’altra cosa. Direi che ha un nome terribile, per il ciclismo: moda. Sì, qualcuno ha lanciato l’ordine e tutto il gregge si è subito accodato. I rinnegati non si limitano ad usare il mo­stro a scatto fisso per le vie del centro. Si limitassero alle loro perversioni, sarebbero anche sopportabili. No, vogliono stravincere. Preten­do­no di raccontare a noi, che in bicicletta andiamo da sempre, quant’è bello usare la bicicletta. Sono come quei tizi che si sposano a cinquant’anni e poi tutte le sere spiegano il ma­trimonio a gente sposata da trent’anni. Lo stesso con lo scatto fisso: ci spiegano quant’è trendy, quant’è libidinoso, quant’è wow spostarsi dall’ufficio alla sauna con un unico rapporto, tendenzialmente molto duro. A noi, che sappiamo be­ne come sia ben più dura la real­tà: provassero, questi frufrù dell’ultima ora, cosa significa fare non di­co il Mortirolo, e nemmeno il Ghi­sallo, ma anche solo le Mura di Ber­gamo o il cavalcavia della Bovisa, con lo scatto fisso, provassero invece cosa significa ave­re sotto un bel cambio, che consente di passare all’agile, sublime e irripetibile in­venzione della tecnica e della pratica. Pro­vas­sero, una volta, ad usare davvero la bicicletta, non per scimmiottare gli yuppies della Grande Mela o della City londinese, non per essere come nelle foto dei mensili lucidi, ma semplicemente per sfruttarne tutti i vantaggi, di sa­lute, di risparmio, di serenità e soprattutto di libertà. Provas­se­ro, e poi si levassero dai piedi, possibilmente.
So bene che ogni moda a due ruote porta comunque acqua al mulino della grande causa. So bene che per tante aziende in difficoltà questa moda dello scatto fisso e dei motorini è una improvvisa possibilità di so­pravvivenza. Questo lo accetto. Ma mi piacerebbe che queste degenerazioni tecniche fossero solo una fase di passaggio, diciamo uno specchietto per le allodole, un’esca irresistibile per condurre poi tutti sulla retta via, l’unica possibile, l’unica sensata, cioè la bicicletta con il suo bel cambio a tot rapporti. Se invece avviene il contrario, se loro finiscono per dettare legge e noialtri per fare la parte dei poveracci antiquati, mi girano le scatole. Anche perché c’è qualcosa, o qualcuno, di molto peggio, in questi nuovi orizzonti…

Opinione strettamente personale: se sono in­sop­portabili quelli che dopo due giorni a scatto fisso vogliono spiegarci la grandezza e l’intelligenza della bicicletta, io sopporto ancora meno un’altra categoria. Quelli di noi, ciclisti da sempre, che li stanno pure ad ascoltare.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di gennaio
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COMMENTI
Esercizio di stile per un problema che non c'è
25 gennaio 2012 09:59 Bartoli64
La vis polemica sulla quale il Dr. Gatti ha costruito una carriera giornalistica non si smentisce neppure questa volta.

Oggi, l’obiettivo dei suoi strali giornalistici, sono gli utilizzatori delle new-bike a scatto fisso che definisce “fighetti”.

Per carità, di “fighetti” che si atteggiano con una bici, uno scooter, un paio di scarpe, uno smartphone o un qualsiasi altro orpello moderno ne è pieno il mondo, ma perché scagliarsi così?

A me vedere uno che in bici sfida il traffico delle grandi città fa sempre piacere, lo vedo come un messaggio di civiltà, di ecologia e proprio non mi importa se sopra quella bici c’è un tipo trendy o “fighetto” che dir si voglia.

Come dice poi Dr. Gatti? Che questi ciclisti dell’ultima ora stanno pure a pontificare di bici e di ciclismo nei pub con la loro new-bike da 3.000 euro parcheggiata fuori?

E chissefrega! Anzi, sai quante risate si fa un ciclista esperto nel sentirli?

Basta poi frequentare un comune negozio di bici, dove magari c’è gente che in bici (quella da corsa) ci va assiduamente……. quante baggianate è possibile ascoltare in un solo pomeriggio dai tanti “biciclettari” che affollano quel tipo di esercizi commerciali?

E che dire, poi, di quello che si vede la domenica negli gruppi di questi ciclofili? Vi assicuro che ce n’è almeno un 95% che non tira nemmeno un metro e che per giustificare tale comportamento si inventa le scuse più incredibili, salvo poi fare lo scattino a termine percorso e vantarsi poi al bar o dal meccanico dicendo: “Oh, domenica sono arrivato davanti a quelli che fanno le corse”!

Come si vede, dunque, il campionario di meschinità e miserie umane varie è molto più ampio, e si estende principalmente verso chi la bici la usa sovente, la usa da anni, e non certo per fare il “fighetto a scatto fisso”.

Nulla di trascendentale egregio Dr. Gatti, se non lo specchio di una società sempre più povera di contenuti (soprattutto morali), dove l’importante è apparire più che essere e dove in pochi - ma proprio pochi - hanno ancora voglia di lavorare per bene, di faticare davvero, di dare il proprio fattivo contributo, in altre parole di “tirare” quel gruppo (metafora della società) per condurlo proficuamente e nel migliore dei modi verso il termine dell’uscita.

Meglio (molto meglio), restarne nella pancia, senza prendere un filo di vento, senza sudare una sola stilla in più, tanto ci pensano quelli forti, tanto non lo fanno neanche gli altri, tanto lo farò la prossima volta, tanto l’altro è peggio di me, tanto……

E poi, in fondo, se mi prendo la mia parte di misera gloria arrivando subdolamente 2 metri davanti a tutti che male c’è?

Bell’esercizio di stile giornalistico il Suo Dr. Gatti, peccato che sia un po’ troppo parziale e che affronti una problematica che davvero non esiste.

Però non abbia timore, vedrà che ai Suoi “fighetti” la bici (anche quella a scatto fisso) risulterà presto indigesta.

Il faticare sul serio, d’altro canto, non è proprio nel loro D.N.A. e non ha mai fatto “figo”, neanche un po’.

Cordialità.

Bartoli64

Gatti, che scatto!
25 gennaio 2012 11:09 memeo68
Per quel poco che conta la mia opinione.............. sono assolutamente d'accordo

Tristissimo e frustratissimo...
25 gennaio 2012 16:05 FrancoBui
.. questo Gatti. Ognuno usa le bici che crede, ognuno spende i soldi come meglio crede soprartutto quando li spende per una bici e non per un suv. E' fighetto? Pazienza.

Campione del Mondo di Luogocomunismo....
26 gennaio 2012 14:23 Dane
Sarei d'accordo in generale con la provocazione (io definisco i nuovi scattofissati da aperitivo "neo-paninari"), tant'è che non rientrando nelle descrizione (alquanto superficiale e generalizzata) non mi sento toccato sul vivo.

Ma l'autore assolutamente svacca quando scrive "Ma mi piacerebbe che queste degenerazioni tecniche fossero solo una fase di passaggio, diciamo uno specchietto per le allodole, un’esca irresistibile per condurre poi tutti sulla retta via, l’unica possibile, l’unica sensata, cioÈ la bicicletta con il suo bel cambio a tot rapporti. Se invece avviene il contrario, se loro finiscono per dettare legge e noialtri per fare la parte dei poveracci antiquati, mi girano le scatole."

Primo perchè cerca di far capire che l'importante è ratificare che lo strafigo è lui e non gli altri, secondo perchè si pone il problema solo quando è lui a passare per antiquato.

Io personalmente andavo a scatto fisso anche 10 anni fa e pure prima ancora, le mie bici sono tutto fuorchè trendy (basta guardarle) e mi son sentito sempre dare del pazzo antiquato senza che la cosa sconvolgesse il mio ego così tanto da scatenare una gara a chi ce l'ha più lungo.

Lo dico sempre a tutti i ciclisti: il problema non è nella bici, è dentro di te.....

p.s.: all'autore peraltro sfugge che il principio che muove la scelta dello scatto fisso è un certo minimalismo semplificatore (quello che non c'è non può rompersi e non ha bisogno di manutenzione), che ha portato molti alla scelta dello scatto fisso. Il discorso è troppo lungo per proseguirlo in un post, in ogni caso compito di ogni buon giornalista sarebbe quello di informarsi approfonditamente su un fenomeno prima di parlarne...

mah...
26 gennaio 2012 14:32 mariazzo
mi sembra una polemica molto sterile. senza un fondo.
perchè non ci sono i "ciclisti della domenica" che escono con un carbonio monoscocca da 5000€ per farsi un giro di 10km?
Qual'è il problema se un fighetto va in giro in bici/scatto fisso? meglio quella che con il suv.
meglio sentire discorsi sgangherati sul ciclismo che vedere i bar pieni di allenatori di squadre di calcio.
Forse è meglio riposare le dita dalla tastiera e farsi un bel giro in bici...anche con il freddo ;)

Scatto fisso
28 gennaio 2012 00:48 Maurando
A me un tu mi racconti nulla di nuovo (ti piace il mio toscano volgare?) che con lo scatto fisso ci giro da trent' anni su e giù per le colline del Chianti e le pianure del Valdarno. Modaiolo sarai tu.
Lo scatto fisso mi ha insegnato a pedalare con stile rotondo e calibrato, a gambe strette e schiena ferma, a scattare da seduto e fare fuori in volata quelli con il cambio, far le toste salite del Vellano del Volterra e anche peggio. Bisogna anche ricordarsi che i grandi campioni del passato lo usavano eccome. Siccome son vecchietto e di campioni del passato ne ho conosciuti, sono restato a bocca aperta di quando mi raccontavano che all' inizio delle salite alpine scendevano dalla bici, giravano la ruota fissa e salivano, salivano...
La fissa È un educazione per la pedalata rotonda, calibrata e potente. Uso anche la bici con il cambio e sono un Randonneur della Nazionale Italiana di vecchia data e ho fatto tante randonnée con borse e bici pesanti. Molte strade d' Europa e d' America con i 10 rapporti. Ma per me la fissa È l' essenza della bici. Domenica scorsa ho dato le paghe e grosse ai modaioli con le carbonio a 11 rapporti e tutti "TUTINATI" . Che poi ci sia qualcuno che va in fissa per moda o se esiste un nuovo mercato per ditte in difficoltà, ben venga la fissa che porta movimento !!!
Prima di commentare vai un pò in bici, anzi un ti far trovar per strada che sentirai il mio odore perché sarai costretto a starmi dietro.
Buone pedalate

Agenzia ANSIA delle 13.15
28 gennaio 2012 13:05 Dane
Mi dicono dalla regia che quest'anno al Giro la cima Coppi sarà il Cavalcavia della Bovisa......

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